Caso Utente

Grissin Bon: l’IT a supporto dell’industria 4.0

Il fondamentale contributo dell’IT nell’avvio di una nuova linea di produzione. La competenza nella digitalizzazione, integrazione e disponibilità dei dati al servizio dell’innovazione dell’impresa, nel racconto di Nicola Querciagrossa, CIO e CISO di Grissin Bon

Pubblicato il 19 Dic 2019

1 Grissin Bon

Azienda alimentare emiliana specializzata nei prodotti da forno secchi (grissini e fette biscottate), Grissin Bon è una grande realtà industriale con 300 dipendenti, 80 milioni di euro di fatturato e quattro stabilimenti: due in Emilia Romagna, uno in Triveneto e uno Oltreoceano, in Canada.

Un’azienda che compie quest’anno i 50 anni di vita; produce e vende con propri marchi (Grissin Bon e Fagolosi) a ristoranti e grande distribuzione (GDO), fa ricerca e sviluppo in proprio sul fronte sia dei prodotti sia degli impianti. Una realtà che insegue l’eccellenza delle produzioni che realizza per sé stessa e per conto terzi. Le produzioni per terzi valgono oggi il 60% della capacità totale; lo stabilimento in Canada produce i grissini corti confezionati e venduti nelle merendine Ferrero.

I progetti industriali che hanno impatto sull’IT, il punto di vista del CIO-CISO Grissin Bon

Grissin Bon opera in una realtà di mercato in cui contano la qualità del prodotto, i gusti dei consumatori, l’efficienza e la velocità delle consegne: “Andare incontro alle esigenze della GDO richiede grande flessibilità – spiega Nicola Querciagrossa, CIO-CISO della società –, la capacità di garantire il prodotto nelle 48 ore”.

Quest’anno Grissin Bon ha attivato la dodicesima linea di produzione. “La più moderna e automatizzata”, precisa Querciagrossa. Un passo importante in vista dei piani 2020 per attivare un’altra linea e rinnovare tecnologicamente, un po’ alla volta, quelle già esistenti. “La nostra azienda che guarda con grande interesse all’automazione e alle opportunità dell’Industria 4.0, progetti a cui l’IT dà il proprio contributo”.

foto Nicola Querciagrossa
Nicola Querciagrossa, CIO-CISO di Grissin Bon

L’organizzazione IT e il rapporto con la produzione in Grissin Bon

Grissin Bon usa infrastrutture IT on premise, distribuite in quattro data center situati presso gli stabilimenti di produzione: “Abbiamo una settantina di server virtualizzati con VMware su macchine fisiche DellEMC e storage NetApp – precisa Querciagrossa –. I data center degli stabilimenti di Reggio Emilia, situati a 3Km di distanza, connessi tra loro con fibra da 10Gbps e con un terzo nodo presso Telecom Italia, ci garantiscono la continuità operativa e il disaster recovery”.

L’azienda si serve di un’organizzazione IT centralizzata con un organico essenziale e collaboratori esterni. In capo all’IT non c’è soltanto la responsabilità del sistema gestionale (l’azienda usa Dynamics NAV di Microsoft), ma anche la gestione dei dati dei sistemi di fabbrica, funzionali alla produzione: “Abbiamo responsabilità che vanno dai cablaggi in rete ai sistemi server, dall’interfacciamento delle macchine di produzione alla security – precisa Querciagrossa -. Abbiamo oggi ben 1200 connessioni di rete, in gran parte utilizzate dai nuovi sistemi di produzione con controllo digitale”.

L’implementazione del MES a supporto della digitalizzazione dei processi

Una peculiarità industriale di Grissin Bon è la capacità di progettare e costruire in proprio, con la collaborazione di aziende meccaniche esterne, le macchine che servono alla produzione: “Sono impianti frutto di grande esperienza, studiati e brevettati dai titolari dell’azienda – spiega Querciagrossa -. La sfida di oggi è passare dal mondo artigianale da cui proveniamo a quello dell’industria 4.0, migliorando l’automazione, mettendo a frutto gli investimenti già fatti nell’area MES (Manifacturing Execution System) basato su tecnologia Wonderware System Platform.

L’occasione per partire con il MES è arrivata con la costruzione della nuova linea di produzione: “Avevamo sperimentato Wonderware nei mesi passati e poi messo il tutto in attesa – precisa Querciagrossa –. Con la creazione della nuova linea produttiva abbiamo reso operativa la piattaforma, grazie anche al supporto diretto del fornitore e del system integrator Proteo Engineering che ha preso in carico la programmazione e quindi l’integrazione per controllare gli impianti da terminale”.

L’impegno dell’IT nella creazione del nuovo impianto

Il progetto della nuova linea di produzione ha coinvolto l’IT sui fronti del cablaggio di rete e della security. “È stata fatta la risk analysis e individuati i gap da colmare sulla base del framework ISO 62443 che usiamo come riferimento nell’ambito della cybersecurity in ambiente industriale. Siamo stati tra primi a farlo, ricavando da questa esperienza le best practice da impiegare per sistemi, infrastrutture, raccolta e gestione dei dati”.

Per l’implementazione del sistema di raccolta e analisi dati, funzionale al MES, sono stati configurati 8 server: “Sistemi che abbiamo predisposto su infrastruttura virtualizzata VMware, oggi in casa, ma che in futuro potremmo portare altrove. Questo non vale per i server ‘edge’ d’interfaccia con i sistemi PLC della parte operativa industriale che (per ragioni di latenza, ndr) devono restare negli stabilimenti”.

La roadmap temporale del progetto Grissin Bon

Il progetto della nuova linea di produzione di Grissin Bon è partito dall’inizio 2018; a dicembre dello scorso anno è stata completata la parte industriale e dai primi mesi del 2019 sono iniziati i test di produzione: “L’impegno sul lato IT è partito successivamente, coerentemente con la scelta di non iniziare a lavorare su impianti in fase di test e soggetti a perfezionamento”.

A partire dalla metà dello scorso anno, il team IT ha iniziato a configurare i server a supporto della nuova linea e i servizi indipendenti dai processi industriali. “Abbiamo creato e definito un modello d’infrastruttura adatto come punto di partenza e replicabile in futuro ad altre linee di produzione – spiega Querciagrossa -. Il lavoro è in corso e non ha termine. In questi giorni (novembre 2019) abbiamo avviato le riunioni con il system integrator e i fornitori per pianificare cosa fare sulle linee di produzione”.

I problemi delle operazioni manuali e l’eliminazione della carta

I processi produttivi del settore alimentare sono molto lunghi: “Dall’impasto della farina fino al confezionamento del prodotto possono passare anche 18 ore – spiega Querciagrossa –. Per il tipo di prodotto non possiamo farci aiutare da sensori ed etichette digitali: i controlli di qualità richiedono procedure manuali che spesso ancora usano la carta”.

Per superare il problema, l’IT di Grissin Bon ha sviluppato un sistema di digitalizzazione delle procedure basata su tecnologia Wonderware Skelta BPM (Business Process Management): “Abbiamo realizzato le interfacce digitali con cui i tecnici possono effettuare su palmare i controlli qualità sugli impasti e sul prodotto confezionato – continua Querciagrossa -. La nuova linea di produzione è la prima dell’azienda che non impiega rapporti di qualità cartacei e dove i dati sono immediatamente digitalizzati”.

L’automazione della manutenzione e i progetti futuri

Il sistema per la raccolta paperless “sul campo” dei dati relativi ai controlli di qualità avrà presto un gemello dedicato alla manutenzione e anch’esso integrato con il process management aziendale. “L’intenzione è dotare i manutentori di palmari con cui gestire gli interventi sul campo, eliminando la carta e introducendo logiche di manutenzione predittiva”, spiega Querciagrossa.

Grissin Bon sta già sperimentando il sistema e l’integrazione con il gestionale aziendale: “Prevediamo di terminare il progetto nei primi mesi del 2020 coinvolgendo le tre officine di manutenzione e una ventina di operatori – precisa il manager -. Contiamo di completare la digitalizzazione di manutenzione e controlli di qualità su tutte le linee di produzione entro il primo quadrimestre dell’anno”.

Altri progetti futuri riguardano la fruibilità dei dati analitici. “Vogliamo sfruttare al meglio Power BI di Microsoft per rendere disponibili dati analitici utili alle esigenze dei reparti di produzione, direzione, amministrazione, pianificazione e così via – prosegue Querciagrossa -. Per questo stiamo lavorando a stretto contatto con gli esperti alimentari e business che ci aiutano a capire i dati a loro più utili”.

Aggiornarsi sulle tecnologie e scelte IT

Querciagrossa è un fedelissimo degli eventi specializzati Richmond: “Ho cominciato a frequentare IT Director e Cyber Security Forum rispettivamente 9 e 3 anni fa – spiega il manager -, per me un’occasione per condensate in poco tempo gli aggiornamenti sulle proposte dei fornitori, raccogliere idee e spunti dal confronto informale con CIO e CISO di altre aziende”.

Dell’ultimo evento Richmond del novembre scorso, Querciagrossa ha riportato idee su come supportare i flussi di lavoro e approvazione per la stampa delle etichette su scatole e confezioni: “Un workflow reso complesso dal numero dei clienti e delle implicazioni legali, paragonabile a quello delle aziende editoriali. Ho inoltre raccolto spunti su come razionalizzare l’infrastruttura sfruttando servizi in cloud”.

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