Revevol Point of View

L’importanza degli strumenti di lavoro per aumentare l’engagement dei dipendenti: focus su Workplace from Facebook

L’employee engagement, che incide fortemente sulla produttività, può essere migliorato portando in azienda strumenti capaci di abbattere i silos e favorire una cultura della condivisione e della comunicazione: Workplace from Facebook è in prima linea

Pubblicato il 18 Dic 2019

workplace from facebook

Al giorno d’oggi è molto difficile sovrastimare la rilevanza dell’employee engagement ai fini della produttività di un’azienda. Eppure, i dati non sono così incoraggianti: secondo uno studio di Workplace from Facebook (la cui fonte è Gallup, The Engaged Workplace), l’87% dei dipendenti e dei collaboratori delle aziende sarebbe disengaged, un termine che potremmo tradurre con l’espressione “distaccato dalla mission” e dalla cultura dell’azienda, dai suoi obiettivi e svogliato nel portare avanti il proprio lavoro. Per contro, lo stesso documento afferma che le aziende “connected” raggiungono risultati eccellenti: nella fattispecie, si parla di +17% di produttività, +21% di redditività e -40% nel tasso di turnover dello staff.

Employee Engagement e il significato di connessione

Rispetto ai dati appena riportati, tutto sta nel mettersi d’accordo sul significato di connected company. Il concetto, strettamente connesso alla cultura aziendale, non si riferisce tanto al substrato tecnologico, che come sempre funge da abilitatore, quanto piuttosto alla necessità di introdurre in azienda una cultura e delle modalità di lavoro basate sui concetti di comunicazione, condivisione e trasparenza. Cosa facile a dirsi, ma molto meno a farsi, visto che la logica della comunicazione a silos è ancora prevalente e, oltretutto, molte aziende fanno fatica a coinvolgere i frontline worker tramite strumenti tradizionali (leggasi, e-mail): questi, magari impiegati nei punti vendita, nelle linee di produzione o anche a bordo di aerei e navi, si sentono spesso disengaged dal contesto aziendale, dalla sua visione, dalla sua cultura e dagli obiettivi che persegue. Con il risultato, sempre citando Workplace from Facebook, che il 14% si sente completamente disconnected e il 17% di loro non ha contatti con nessuno presso la sede dell’azienda.

Come gli strumenti di lavoro aiutano l’employee engagement

Come anticipato, al momento le aziende comunicano con i propri dipendenti via e-mail (anche se molti firstline worker non ce l’hanno), usano spesso una Intranet e si affidano a modalità di comunicazione top-down che vanno benissimo per trasmettere informazioni, ma molto meno per ingaggiare le persone e trasmettere, appunto, i concetti di comunicazione, appartenenza e condivisione. Il risultato, peraltro piuttosto comune, è che le persone appartenenti al medesimo contesto aziendale (divisione, punto vendita, ufficio, eventualmente anche Paese) si creano autonomamente un gruppo WhatsApp o Telegram e comunicano tra di loro al suo interno. Risultati: rafforzamento delle barriere dei silos e rischi di sicurezza, poiché in questo modo è piuttosto comune far uscire fuori dal perimetro aziendale dati e documenti.

Una soluzione interessante è l’impiego di un enterprise social network, ovvero uno strumento di lavoro, quindi dedicato alla massimizzazione della produttività e dell’efficienza, che fa uso dei medesimi principi di comunicazione, trasparenza e feedback dei social network che le persone usano ogni giorno per condividere i momenti della propria vita privata. L’idea è ottima per svariati motivi: replicare in ambito business le stesse dinamiche dei social tradizionali, che fanno già parte della vita di ognuno, garantisce livelli di adozione elevati, non è un onere extra rispetto alla routine quotidiana e, cosa tutt’altro che secondaria, si basa su quei concetti di comunicazione rapida, veloce, indipendente dal device, dal luogo e dall’orario che sono tipiche dell’era social (e del cloud). L’enterprise social network raggiunge chiunque in azienda, basta che abbia uno smartphone, non è invasivo e, soprattutto, favorisce fortemente, per sua stessa natura, la partecipazione, il feedback e quel tipo di comunicazione orizzontale che a molte aziende manca e sulla quale potrebbero costruire un livello di engagement eccezionale.

Workplace from Facebook: il social che fa bene alle aziende

Nella categoria degli enterprise social network, un’opzione interessante è Workplace from Facebook, la versione professionale della piattaforma social più usata al mondo. Per prima cosa occorre definire i confini tra i due strumenti: uno (Facebook) è dedicato al tempo libero, l’altro è sotto tutti i punti di vista uno strumento di lavoro, pensato per incrementare, mediante tool integrati di comunicazione e condivisione, la produttività delle imprese. Le due piattaforme sono totalmente separate e non comunicano: occorrono due account distinti e non c’è commistione di informazioni e dati tra i due. Inoltre, la titolarità dei dati stessi appartiene all’azienda stessa.

Ciò premesso, ci sono anche importanti elementi di contatto:

  • la user experience, innanzitutto, che le persone conoscono da più di un decennio e non devono quindi imparare (meno costi per la formazione);
  • la tecnologia cloud accessibile ovunque e da qualsiasi dispositivo, cosa fantastica per i firstline worker e chi non ha l’e-mail;
  • le tecnologie di sicurezza mutuate dal social network pubblico e, soprattutto, la sua fortissima propensione verso l’engagement e la condivisione.

Facebook ha infatti portato sul social interno tutti i suoi strumenti di engagement di maggior successo: la struttura organizzata per gruppi, la possibilità di contatto diretto tra le persone non solo testuale ma anche in video con dirette e conferenze, la centralità del feedback e della condivisione, i chatbot e la possibilità di creare gruppi misti di persone appartenenti ad aziende diverse, che sono partner nello stesso progetto. Nonostante il successo di un social interno dipenda da molti fattori (committment del management, processo di implementazione, struttura dei gruppi, change management…), certamente la tecnologia permette di abbattere quei silos che, se radicati, sono pesanti come macigni nei confronti della produttività dell’intera azienda.

Dal punto di vista dell’IT, infine, Workplace from Facebook è una manna: il modello as-a-service è di per sé un vantaggio in ottica di costi e carichi di lavoro, mentre la semplicità di integrazione con i sistemi gestionali interni, dall’ERP al CRM, assicura un’implementazione rapida e indolore, con l’obiettivo di non avere un sistema in più da gestire ma una piattaforma stabile che, in poco tempo e senza complicazioni, diventi il minimo comune denominatore di tutte le persone dell’azienda, di tutti i progetti e di tutte le comunicazioni. Workplace from Facebook comprende infatti una directory di integrazioni già pronte, tra cui quelle con strumenti di Analytics (Swoop e Grytics), piattaforme di bot, Identity Provider (tra cui G Suite, Okta e Azure Active Directory), strumenti di produttività e condivisione come Google Drive, OneDrive, SharePoint, AODocs, Dropbox e molto altro, con l’ulteriore possibilità di realizzare integrazioni ad hoc tramite API.

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