A quasi un anno dall’apertura della sede italiana, Nfon fa un bilancio positivo della propria presenza nel nostro paese. ZeroUno ha incontrato il managing director dell’azienda Marco Pasculli per capire qual è stata l’accoglienza del mercato italiano per una tecnologia, la telefonia in cloud, ancora poco diffusa nel nostro paese.
Conferme e sorprese del mercato italiano
“Quando entri in un mercato relativamente nuovo, la realtà non sempre corrisponde a quello che ti eri prefigurato. In questi primi mesi di esperienza si è confermata la scarsa presenza di soluzioni di questo tipo nelle aziende: sono veramente poche le realtà che hanno avuto esperienze di telefonia in cloud. La sorpresa è invece venuta dalla conoscenza della tematica, che immaginavamo poco diffusa, mentre, le aziende che hanno più di 30 dipendenti la conoscono molto bene”, spiega Pasculli dando un quadro incoraggiante in termini di prospettive per la sua azienda dato che la situazione delineata evidenzia che per Nfon c’è un mercato enorme a disposizione, con una propensione verso questa tecnologia più elevata del previsto. “L’interesse è alto – conferma il managing director – soprattutto nelle medie e grandi aziende mentre notiamo ancora una certa resistenza da parte dei piccoli imprenditori, più timorosi anche perché sono quelli che conoscono meno la materia”.
I vantaggi percepiti dalle aziende italiane
Pasculli mostra soddisfazione anche per l’accoglienza che sta avendo Nfon: “In questo primo anno abbiamo lavorato molto per farci conoscere sul mercato italiano e sicuramente siamo riusciti ad avere una ottima visibilità. Questo ci aiuta a incontrare le aziende che poi rimangono molto favorevolmente impressionate dalla nostra base installata in tutta Europa. Questo dà loro la garanzia che stanno parlando con una realtà affidabile e competente”.
Ma quali sono i principali benefici che le aziende riconoscono all’adozione del centralino virtuale? “Nella maggior parte dei casi, gli interlocutori apprezzano il fatto di liberarsi di un oggetto che è costoso da gestire e manutenere e che è sempre meno sicuro. Mutuato anche dalla diffusione dell’utilizzo di un bene come servizio piuttosto che con l’acquisto, vi è il desiderio di esternalizzare un’attività, di usufruirne tramite canone”, risponde Pasculli che aggiunge: “Il tema del cost saving è secondario. Anche questa è stata per noi una sorpresa perché sull’aspetto del risparmio abbiamo rilevato una sensibilità minore rispetto agli altri vantaggi”.
Uno di questi è quello di poter avere servizi di collaboration diversi: “Il contact center è molto diffuso, ma in questo caso il tema del costo è fondamentale. C’è un fortissimo interesse verso le soluzioni di contact center in cloud grazie al costo per reale utilizzo, ha riscontrato inoltre un forte interesse sul mercato l’annuncio che abbiamo dato a ottobre relativa all’integrazione della nostra soluzione Cloud con Microsoft Teams”.
L’accoglienza del canale
Con un modello di go to market totalmente indiretto, la scelta dei partner è cruciale, chiediamo quindi a Pasculli qual è stata l’accoglienza da parte degli operatori del settore: “Bisogna distinguere le due tipologie di canale alle quali ci rivolgiamo. Per le aziende specializzate nella telefonia, l’accoglienza è più timorosa perché il modello in cloud implica il cambiamento del loro modello di business che passa dalla vendita di un centralino a un canone. È chiaro che c’è un contraccolpo nel conto economico nel breve periodo a fronte di un introito fisso e garantito nel tempo”.
Diverso è invece il discorso delle aziende del canale IT: “Certo, in questo caso noi offriamo l’opportunità di vendere un servizio che non prevede investimenti ed è realmente ready to sell, conseguentemente l’accoglienza è ottima. Abbiamo inoltre siglato accordi con due system integrator di notevole calibro tecnico e commerciale, Eudata e Lantech Longwave”. 10 mesi nei quali Nfon ha fatto investimenti impegnativi nel nostro paese, “scaldando i motori” per partire nel 2020 alla vera conquista del mercato.