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Lactalis: la lezione positiva del lockdown? Una visione più evoluta del lavoro

Essere parti importanti di un puzzle

Quali sono le lezioni che si possono trarre dalla situazione di crisi che stiamo vivendo? La parola a Debora Guma, Group CIO Lactalis Italia

Pubblicato il 14 Mag 2020

Con questa intervista di Patrizia Fabbri, direttore ZeroUno, a Debora Guma, Group CIO Lactalis Italia, si inaugura una serie di interviste ai CIO che illustrano gli impatti dell’emergenza sanitaria relativa a Covid-19 e come sarà la nuova normalità una volta superato il momento di crisi.

In questo video, il CIO di Lactalis, azienda casearia cui appartengono i principali brand italiani del settore, spiega quali sono i principali problemi che ha dovuto affrontare nel momento del lockdown a partire dalla necessità di far fare home working (per coloro, naturalmente, che non si occupano della produzione in quanto, invece, gli addetti alla produzione sono sempre stati al lavoro). Si trattava di qualcosa di parzialmente nuovo per l’azienda, in quanto il lavoro da casa in Lactalis, come in tante organizzazioni italiane, era una modalità operativa adottata solo in alcuni casi particolari.

L’azienda si è mossa tempestivamente facendo fronte alla situazione sia dal punto di vista organizzativo sia dal punto di vista tecnologico. Guma prosegue poi evidenziando quali sono e saranno i problemi relativi alla Fase 2 che (tenendo presente che le aziende di produzione alimentare hanno dovuto organizzarsi per far proseguire la produzione e quindi erano già tenute ad adottare tutte le precauzioni necessarie) riguardano questioni più sottili quali la fluidità dei comportamenti sul lavoro e il fatto che si deve fare i conti con la paura a riprendere atteggiamenti da sempre considerati socialmente normali.

Nel corso dell’intervista emergono quindi le lezioni che l’azienda ha tratto da questo momento di difficoltà: dalla democratizzazione degli strumenti digitali, alla ripianificazione del modo di lavorare e collaborare, sino alla necessità di adottare una visione nuova e più evoluta del lavoro che non leghi le performance delle persone alla presenza in ufficio ma, al contrario, che si basi sulla fiducia e che implicherà sempre più una maggiore responsabilizzazione individuale, non solo sul lavoro.

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