Tra i principali benefici del cloud, la flessibilità infrastrutturale è la chiave che serve alle imprese digitalizzate per stare al passo con le richieste del business e seguire le fluttuazioni della domanda.
Nel 2017 Nexive, il primo operatore privato in Italia nel recapito della posta e dell’e-commerce, ha deciso di trasferire in cloud i sistemi informativi aziendali scegliendo Aruba Enterprise come partner nel processo di migrazione e innovazione del data center. Portata a termine in tempo di record, l’iniziativa ha permesso a Nexive di recuperare quei livelli di elasticità e sicurezza delle infrastrutture che si sono rivelati fondamentali con l’emergenza Covid-19.
L’evoluzione di Nexive e la crescita del business
Nata nel 1998 come TNT Post, la società cambia denominazione nel 2014 e oggi vanta 30mila aziende clienti e 1.900 punti di distribuzione, per un numero di consegne annue che include 400 milioni di buste e 8,5 milioni di pacchi, impiegando oltre 8mila addetti. I servizi postali raggiungono l’80% delle famiglie italiane, mentre la divisione Parcel copre la totalità della popolazione.
All’esplodere della pandemia e con le misure governative in funzione anti-Coronavirus, lo shopping online ha subito una fortissima accelerazione. Se prima abbigliamento ed elettronica erano i settori di punta, sono cresciute le richieste anche in altri ambiti, soprattutto nei comparti alimentare (inclusi i prodotti per animali) e farmaceutico. È cambiato il bacino di utenza, molto più esteso ed eterogeneo, così come il quantitativo di ordini, che è decisamente aumentato. Dallo scorso marzo, i volumi di merci movimentati da Nexive sono addirittura triplicati.
L’It deve allinearsi alle esigenze dei clienti
“Il mercato della logistica – dichiara Manuela Mafrici, It Manager di Nexive – è in fermento, soprattutto per lo sviluppo dell’e-commerce: sono cambiati mercato, bisogni e target dei clienti. Oggi il mantra del consumatore è ricevere il pacco “qui e ora”. La situazione ci ha portati a fare un esame di coscienza e valutare progetti di innovazione tecnologica”.
Come suggerisce Mafrici, il cliente oggi viene messo al centro del business e va servito con le dovute garanzie. Innanzitutto, deve potersi collegare all’azienda in modalità omnicanale, attraverso qualsiasi dispositivo (smartphone, tablet o personal computer), per reperire informazioni o eseguire transazioni in modo facile e veloce.
Inoltre, va tutelato sotto il profilo della sicurezza e della privacy. “Anche in seguito all’emanazione della General Data Protection Regulation – sostiene Mafrici – gli utenti sono diventati sempre più consapevoli dell’importanza e del valore delle proprie informazioni”. La conformità con il regolamento europeo rappresenta quindi un elemento strategico per l’azienda, oltre a costituire un obbligo normativo; pertanto, la necessità di attrezzarsi adeguatamente, al fine di garantire la massima protezione dei dati, diventa stringente.
Migliorare delivery applicativa e processi decisionali
Come racconta Mafrici, l’impegno del team It è anche diretto ad accelerare il time-to-market applicativo per venire incontro alle esigenze del business e servire il mercato con maggiore tempestività. Da qui il ricorso a metodi di sviluppo software che prevedono l’utilizzo di Api (Application Programming Interface), nonché l’adozione di procedure Agile e DevOps.
“In azienda – dice Mafrici – stiamo già adoperando forniture SaaS scalabili che ci consentono di essere più veloci e attivare delle factory-as-a-service nei momenti di picco”.
In Nexive, un’altra spinta all’innovazione è rappresentata dai temi dell’Industria 4.0: tecnologie come Internet Of Things, Automazione, Intelligenza Artificiale e Machine Learning, possono contribuire ad affinare le strategie di business, migliorare i processi decisionali e formulare previsioni per gestire eventuali rischi.
Tuttavia, come evidenzia Mafrici, per potere affrontare progetti avanzati di Big Data Analytics, così come per garantire la disponibilità dei servizi, abilitare la sicurezza dei dati e accelerare la delivery applicativa, occorrono alla base infrastrutture estremamente performanti e affidabili.
Migrazione sul cloud a tempo di record
Da qui, si concretizza il salto sulla nuvola di Aruba, con un progetto che contemplava sia la migrazione dei sistemi informativi di Nexive all’interno del Global Cloud Data Center IT3, situato a Ponte San Pietro in provincia di Bergamo, sia la predisposizione di un piano di Disaster Recovery nel Data Center IT1 di Arezzo, a 300 km di distanza. Entrambe le strutture appartengono al provider e sono classificate Rating 4.
“Abbiamo consolidato – racconta Mafrici – tutti gli item che prima erano dislocati in diversi hub aziendali sulle infrastrutture dedicate di Aruba, virtualizzate con VMware. Con l’occasione, abbiamo anche provveduto a una reingegnerizzazione del parco It. Forte di una profonda esperienza di settore, il partner ci ha guidati nella scelta delle soluzioni ottimali, dal punto di vista sia delle metodologie di migrazione sia del ridisegno tecnologico”.
La fase di analisi è iniziata nel 2017 e si è conclusa in sei mesi, mentre il passaggio dai vecchi server allo IaaS, con sincronizzazione di tutti i dati e degli applicativi, è stato ultimato in 48 ore senza sperimentare alcun tipo di disservizio.
“La velocità dell’operazione – puntualizza Mafrici – è stata ovviamente frutto di un lavoro minuzioso a monte, con Aruba e Nexive che hanno collaborato in stretta sinergia alla fase preliminare di studio e pianificazione”.
Flessibilità infrastrutturale a supporto del business
Il progetto ha avuto il principale beneficio di aumentare l’elasticità dell’infrastruttura It e migliorare la capacità di risposta nel servizio al cliente.
“Il passaggio al cloud – riporta Mafrici – ci ha permesso di effettuare un salto tecnologico a supporto della trasformazione aziendale, migliorando la governance dell’infrastruttura e rendendo disponibile un buffer di risorse per dimensionare i sistemi It in base all’andamento del business. Nexive è stata così in grado di gestire senza ripercussioni, in modo quasi trasparente, l’aumentata richiesta di consegne e servizi in ambito Parcel. Con grande soddisfazione, basta “girare la chiave” e si attivano immediatamente le risorse necessarie a coprire le nuove esigenze”.
Tra gli altri vantaggi ottenuti con la migrazione, Mafrici sottolinea anche il forte risparmio in termini economici, con la possibilità di ridurre la quantità di tempo e risorse dedicate alla gestione delle infrastrutture. Il personale It interno può quindi dedicarsi alla messa a punto di nuove architetture e migliorie, senza sobbarcarsi l’onere della manutenzione e dell’operatività quotidiana.
Infine, la soluzione su misura proposta da Aruba Enterprise ha soddisfatto anche le necessità di Nexive relative al disaster recovery. “Con il sistema precedente infatti – evidenzia Mafrici -, le procedure di riattivazione dei server erano molto macchinose, mentre oggi possiamo gestire facilmente le operazioni di backup e disaster recovery da un’unica consolle”.
Mafrici argomenta anche i vantaggi di avere al proprio fianco un partner affidabile ed esperto. “Aruba Enterprise – afferma – ci ha accompagnato passo per passo nella fase di analisi, offrendo indicazioni importanti per la reingegnerizzazione dei sistemi e mettendo a nostra disposizione cinque persone con diversi ruoli: un account commerciale, i project manager, service manager e i solution architect, le figure tecniche che hanno disegnato l’infrastruttura IT. La struttura e la sicurezza dei suoi data center ci offrono la garanzia di conformità sia nei confronti del Gdpr sia rispetto alle normative del settore postale. Sulla scelta del partner infatti ha influito molto la visita alle infrastrutture, ben costruite e caratterizzate da alti livelli di protezione”.
L’innovazione del data center continua
La collaborazione con Aruba Enterprise e i progetti di innovazione tecnologica di Nexive proseguono.
“Intendiamo esternalizzare completamente la gestione dei server con un servizio 24×7, mantenendo però il controllo interno su firewall, implementazione di nuove architetture e provisioning delle macchine. Abbiamo in cantiere altre piccole iniziative con il partner: ad esempio, stiamo lavorando al miglioramento dei piani di business continuity e considerando se spostare il data center sull’infrastruttura di Arezzo, così da avere un doppio hub, tenendo sul cloud di Ponte San Pietro la componente di disaster recovery. Ultimamente stiamo potenziando la soluzione di load balance con l’obiettivo di accelerare la delivery dei servizi: anche in questo caso, il team di Aruba Enterprise ci offre supporto, rappresentando ormai la punta di diamante e il consulente prezioso per ogni nostra scelta tecnologica, anche grazie alle esperienze maturate su altri clienti”.
Un’ultima iniziativa importante riportata da Mafrici riguarda l’integrazione: “Stiamo valutando l’adozione di soluzioni iPaaS come MuleSoft per l’interconnessione dei dati e delle applicazioni tra i diversi sistemi. Abbiamo eliminato le soluzioni on-premise, ma ci appoggiamo a un ambiente ibrido che coniuga differenti cloud. I sistemi di Enterprise Resource Planning (Zucchetti), Customer Relationship Management (Salesforce) e troubleshooting (ServiceNow) ad esempio sono erogati in SaaS. Oggi abbiamo attive circa 600 integrazioni e l’utilizzo di strumenti out of the box innovativi, che permettono di gestire Api e container, potrebbe davvero semplificare il lavoro dell’It. Dopotutto, il compito del team informativo è proprio fare integrazione, processo che si rivela fondamentale per essere rapidi e abbattere il numero delle transazioni all’interno di un flusso end-to-end”.
Insomma, la fame di innovazione viene mangiando e la disponibilità di infrastrutture flessibili e affidabili, unita al supporto di un partner competente e referenziato, rappresenta il punto di partenza indispensabile per fare crescere l’It alla velocità del business.