Argo Tractors, società del Gruppo Argo, è nata riunendo sotto un unico ‘cappello’ tre noti marchi del settore della meccanica agricola, Landini, McCormick e Valpadana, con l’obiettivo di creare un vero e proprio ‘Polo Trattoristico’ di valenza mondiale. Oggi, infatti, con 24.000 trattori prodotti e commercializzati con i marchi Landini e McCormick, Argo Tractors si colloca tra i più importanti player del mondo occidentale. L’attività produttiva si basa sulla sinergia di quattro siti, ciascuno dedicato a una linea di prodotto specifica, uno stabilimento dedicato alla componentistica e due centri servizi post-vendita in Italia e Francia. La ricerca e sviluppo, così come l’engineering, sono localizzati nella sede principale di Fabbrico (Reggio Emilia).
L’insieme dei marchi specializzati in questo specifico settore di proprietà di Argo Tractors è cresciuta nel tempo alimentando il numero di sfide da affrontare sia a livello business sia a livello It. Gli stabilimenti di produzione e le attività di post vendita si trovano, infatti, non solo in Italia ma anche in Francia mentre le sedi commerciali vedono una presenza del gruppo a livello globale.
Il progressivo inserimento nel perimetro aziendale di brand già presenti sul mercato e, di conseguenza, di più filiali dislocate in varie parti del mondo ha richiesto allo staff It un maggior impegno per allineare le infrastrutture, inizialmente eterogenee tra loro, per garantire l’operatività e l’uniformità degli standard e delle procedure del gruppo. Tra gli interventi condotti, la revisione dei sistemi di protezione dei dati, e in particolare delle soluzioni di sicurezza, hanno rivestito un passaggio importante per assicurare al gruppo non solo l’omogeneità delle difese adottate, ma anche maggiore efficacia degli strumenti.
“La nostra è un’azienda che fa progettazione, quindi il patrimonio di informazioni ha un valore strategico di business decisamente importante, fondamentale per la nostra sopravvivenza”, esordisce Attilio Bernuzzi, It Manager di Argo Tractors. “La sicurezza è uno degli ambiti It che da anni riveste un ruolo di primaria importanza: all’interno del mio dipartimento la ricerca di soluzioni che siano in grado di garantire la protezione sufficiente del patrimonio aziendale è una delle massime priorità. Dico sufficiente perché ‘si può fare sempre di meglio’, ma è necessario trovare il giusto bilanciamento tra esigenze di business, soluzioni tecnologiche disponibili e budget per gli investimenti”.
Dalla virtualizzazione al consolidamento della security
A far scaturire il progetto di revisione del software antivirus e far emergere la necessità di un consolidamento dell’approccio e dei processi di sicurezza è stato l’avvio di un percorso di virtualizzazione delle applicazioni, iniziato in una delle aziende di ultima acquisizione e poi esteso a tutto il gruppo.
“A seguito della crescita aziendale e dell’espansione geografica, anche attraverso alcune operazioni di acquisizione e l’incorporazione di nuovi marchi – spiega in dettaglio Bernuzzi – i sistemi informativi aziendali si sono naturalmente estesi ma in modo disorganico, aggregando infrastrutture eterogenee non sempre compatibili e interoperabili. Abbiamo così deciso di razionalizzare i nostri sistemi, centralizzando il dipartimento It nella sede principale dell’azienda (a Fabbrico) e di avviare un progetto di virtualizzazione delle applicazioni aziendali che ci consentisse, da un lato, di uniformare le soluzioni (con conseguente uniformità anche dei processi), dall’altro, di avere un maggior controllo, unificato e con risultati positivi in termini di governance, livelli di servizio e performance”.
Anche per l’ambito della sicurezza, la situazione non era poi tanto diversa. Entrando un po’ più nel dettaglio, Bernuzzi spiega come l’azienda, in particolare la divisione It, si sia trovata a dover gestire un quadro che vedeva coesistere soluzioni diverse tra loro. “La maggior parte delle licenze acquisite in passato si sono rivelate, sotto molti aspetti, poco efficaci alle mutate esigenze. Gli aggiornamenti del software erano poco frequenti; alcune soluzioni, per esempio, prevedevano un aggiornamento talvolta solo settimanale. A ciò si aggiunga il fatto che la console centralizzata messa a disposizione dal fornitore It precedente non era di facile utilizzo”, osserva Bernuzzi. “Nella sostanza abbiamo avuto difficoltà nell’aggiornamento automatico dei pattern file sui pc e siamo stati spesso costretti a intervenire manualmente, con grande dispendio di tempo e di risorse. Per ciascun aggiornamento ci ritrovavamo a scaricare manualmente i pattern file per poi renderli disponibili in rete. Successivamente, via mail, veniva comunicato agli utenti il link da cui scaricare il pattern file aggiornato e avviare l’installazione”.
Anche la sicurezza segue la virtualizzazione
Per superare questi inconvenienti e incrementare il livello di sicurezza dei dati per tutte le filiali, l’azienda ha scelto la tecnologia Trend Micro dopo aver testato la soluzione Enterprise Security Suite mediante la versione trial gratuita valida 30 giorni.
“Già nel corso del primo mese di utilizzo ci siamo accorti che potevamo disporre di aggiornamenti frequenti e di una console, potente e flessibile, in grado di gestire la sicurezza centralmente. Inoltre la semplicità d’uso della console ci permetteva di ottenere opzioni di configurazione flessibili, alta scalabilità e ampio supporto di piattaforme. Abbiamo quindi esteso la soluzione a tutte le aziende del gruppo, per un totale di circa 700 licenze, garantendo in questo modo maggiore uniformità degli strumenti utilizzati. Nel particolare contesto in cui ci trovavamo, i prodotti Trend Micro si sono rivelati per noi la scelta ottimale perché compatibili con l’approccio già adottato e in corso di implementazione sul fronte della virtualizzazione”, ci tiene a puntualizzare Bernuzzi.
In particolare, Argo Tractors utilizza oggi la maggior parte dei moduli inclusi nella suite tra cui OfficeScan client/server, Server Protect e ScanMail per Exchange e Lotus Notes.
“Tra i vantaggi derivanti dall’adozione della suite vi è senz’altro il risparmio di tempo e di risorse dal momento che la disinstallazione del software in uso presso le singole sedi dei brand acquisiti è avvenuta in modo automatico. Il modulo OfficeScan ha installato sulle macchine il software Trend Micro dopo aver rilevato automaticamente la versione installata del software precedente”, descrive l’It manager dell’azienda. “La soluzione è stata distribuita in modo molto rapido presso tutto il gruppo grazie alla console centralizzata mettendoci in grado di rispondere in tempi brevi al nostro bisogno di protezione dei dati, visto che per noi è un asset assolutamente strategico. Nel contempo abbiamo garantito l’operatività senza creare disagio agli utenti nonostante l’importante cambiamento in corso”.
La prevenzione in-the-cloud aiuta l’innovazione
“La scelta adottata ci ha permesso di affrontare con maggiore tranquillità e sicurezza il passaggio alla virtualizzazione delle applicazioni anche grazie alla capacità della soluzione di fornire informazioni sulle minacce prima che raggiungano la rete aziendale”, commenta Bernuzzi.
“Il nostro approccio alla sicurezza, consolidatosi anche grazie alle soluzioni scelte, ci ha consentito di cogliere pienamente i vantaggi della scelta a favore della virtualizzazione delle applicazioni. A seguito dell’adozione della soluzione Interscan Messaging Security Virtual Appliance [sempre di Trend Micro ndr], per esempio, siamo riusciti a bloccare le minacce e lo spam prima del loro ingresso all’interno del perimetro aziendale e grazie alla perfetta integrazione nel contesto virtuale a ridurre il consumo di risorse e la complessità di gestione” conclude Bernuzzi. “Oggi, a decidere la frequenza degli aggiornamenti delle applicazioni e quali di essi distribuire è l’amministratore di sistema. Nella sostanza, ciò si traduce in un ulteriore vantaggio dovuto a una riduzione del Total Cost of Ownership. A una maggiore capacità di gestione delle applicazioni corrisponde un minore impegno sul fronte della sicurezza perché le risorse It possono essere dislocate altrove e adibite ad attività di sviluppo”.