Per le aziende la vera sfida dell’emergenza coronavirus comincia adesso. La nuova normalità è quella che in autunno le organizzazioni dovranno affrontare – ma sarebbe meglio dire “inventare” – coniugando operatività e sicurezza per la prosecuzione delle attività di business.
A differenza di quanto molti hanno inteso nei mesi scorsi, infatti, smart working non significa semplicemente lavoro da remoto. Significa poter essere produttivi ovunque si renda necessario. E la componente sociale, fisica, ne è parte integrante, così come lo sono diventate le tecnologie digitali che consentono di dematerializzare i task nell’ambito della fornitura di prestazioni e servizi. Se si parla invece di manifattura, logistica e distribuzione, la compartecipazione umana – è evidente – sarà imprescindibile fino a quando questi settori non saranno completamente automatizzati.
Bisogna dunque capire quali regole vanno istituite per garantire il distanziamento sociale in azienda, oltre che nel momento in cui i dipendenti e i collaboratori entrano in contatto con altre realtà. Ma soprattutto si deve individuare un sistema efficace per monitorare costantemente la situazione e assicurarsi che quelle regole vengano rispettate. Senza ledere la privacy delle persone. In gioco non c’è solo la sicurezza dei singoli individui: i casi di Bartolini a Bologna e di Laserjet a Vicenza hanno reso evidente come l’accendersi di un focolaio determini innanzitutto, com’è normale che sia, uno stallo delle operazioni, e in aggiunta un potenziale danno d’immagine per l’impresa colpita, che si ritrova suo malgrado agli onori delle cronache.
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Bluetooth & beacon, così IamOk abbatte i falsi positivi del contact tracing
Una risposta in questo senso arriva dalla piattaforma di contact tracing IamOk, implementata da Integris, società specializzata nello sviluppo di soluzioni di Big Data Analytics, Process Mining e Data Monetization. “È proprio mettendo a frutto le competenze maturate dai nostri team di R&D in questi ambiti che siamo riusciti a dare vita a un servizio che offre la massima precisione nell’identificare contatti a rischio senza mettere a repentaglio la privacy degli utenti”, spiega Luigi Carabiniere, Product e Solution Manager di Integris, precisando che l’applicazione è nata prima di ogni altra cosa per essere usata internamente, permettendo alla tech company di ripartire nella Fase 2 in tutta sicurezza.
“Come molte altre aziende, anche in Integris lavoriamo in stanze di grandi dimensioni e in open space. La nostra sede romana dispone di molte pareti a vetro. Dopo esserci posti il problema del monitoraggio del corretto distanziamento sociale ci siamo resi conto che se avessimo usato una normale applicazione di contact tracing, in grado cioè solo di registrare in modo del tutto anonimo i contatti tra i device degli utenti attraverso il bluetooth, avremmo potuto incappare in diversi falsi positivi: una soluzione del genere infatti non riesce a riconoscere la presenza, per esempio, dei divisori in plexiglass. È, d’altra parte, il problema che hanno molte applicazioni di contact tracing generaliste, e comporta un attento lavoro da parte degli analisti, che devono essere molto in gamba per individuare e cancellare i falsi positivi”.
Integris ha così pensato di ricorrere ai beacon, da installare negli spazi monitorati componendo una sorta di rete cellulare. “Registrandosi a ciascuna cella, i dispositivi su cui è installata IamOk riescono a comunicare la posizione in cui si trovano gli utenti, integrando la scansione degli elementi bluetooth con il feedback ricevuto dal network dei beacon. In questo modo”, dice Carabiniere, “il distanziamento sociale è verificato all’interno della stessa cella e si abbatte drasticamente la probabilità di ottenere falsi positivi”. La piattaforma prevede un’installazione rapida e intuitiva e può essere configurata per recepire nuovi vincoli normativi rispetto ai parametri di security da tenere in considerazione o per modificare le modalità con cui vengono diramate le eventuali notifiche di violazione agli utenti che hanno installato l’app sul telefono.
Oltre l’emergenza: perché IamOk migliorerà anche la vita in azienda
L’installazione dei beacon negli spazi aziendali non porta solo il vantaggio immediato di un monitoraggio più efficace e più accurato del distanziamento sociale, ma genera anche una nuova prospettiva rispetto all’utilizzo degli spazi aziendali. “Il network di beacon porta con sé un valore che trascende la situazione attuale”, conferma Carabiniere. “Può infatti essere utilizzato per realizzare un vero e proprio navigatore indoor, che dipendenti, collaboratori e persino semplici visitatori possono sfruttare sia per conoscere in tempo reale l’affollamento di determinate aree aziendali – dalla sala mensa all’area relax, passando per lo sportello del bancomat – e cogliere il momento opportuno per raggiungerle, sia per orientarsi tra le facilities della struttura, magari in occasione di interventi di manutenzione o di visite programmate. Lo strumento”, chiosa il manager di Integris, “non si rivela in questo modo prezioso solo per il Security Manager, ma anche per il Facility Manager, che integrando IamOk con un Building Management System può mettere a frutto le statistiche di presenza generate dalla piattaforma per dare vita a strategie previsionali per la gestione energetica degli edifici aziendali”.