MILANO – Ci sono persone le cui vite sembrano fatte per esemplificare il mito americano del self-made-man e Vivek Ranadivé, fondatore e Ceo di Tibco Software, nonché scrittore, filantropo e presidente dei Golden State Warriors, team di basket NBA, è uno di quelli. Nato nell’area di Bombay ed emigrato adolescente negli Usa, Ranadivé in pochi anni si laurea in Electrical Engineering al MIT di Boston e in Business Administration ad Harvard. Ancora studente entra nel business fornendo consulenze per il mondo Unix e nel 1986 ottiene dall’incubatore tecnologico Teknekron il capitale necessario per fondare la Teknekron Software Systems, che in breve diventa indipendente e dalla quale nel 1997 nascerà Tibco, acronimo di The Information Bus COmpany. Oggi Tibco è una “billion dollar company” (920 milioni nel 2011 e in crescita a 2 cifre nella prima parte del 2012), occupa 2.500 persone e, soprattutto, conta oltre 4.000 clienti, principalmente istituzioni finanziarie e grandi imprese. A queste offre un’infrastruttura middleware in grado di far comunicare tra loro sistemi e applicazioni di diversa natura creando un ‘information bus’ capace di gestire le informazioni con una velocità tale da dare agli utenti un reale vantaggio competitivo.
In quest’ottica, nel 2007 Tibco ha acquisito Spotfire, software house nata nel 1996 e specialista in business analytics. L’integrazione delle rispettive competenze e tecnologie ha portato alla realizzazione di Tibco Spotfire, una piattaforma di applicazioni analitiche e di BI che, sfruttando il middleware Tibco, è in grado di svolgere analisi statistiche e predittive in real-time o near-real time su set di dati complessi ed eterogenei e della quale il 25 settembre è stata presentata la versione 5.0.
Come spiega Alain Biancardi, Sales Director Emea, l’appoccio Tibco Software al mercato segue due strade: “Una si rivolge all’It delle imprese con grandi quantità di dati in ingresso e propone la piattaforma analitica Spotfire ‘on top’ sulla soluzione Tibco infrastrutturale, con l’integrazione dei rispettivi prodotti; l’altra punta direttamente al business per mostrare come si possano fare analisi self-service senza l’aiuto dell’It”. In entrambi i casi Tibco punta sul fattore tecnologico. Che presenta cinque punti di forza. Il primo è la possibilità di fare analisi senza costruire ‘cubi’ di metadati e con un approccio ibrido, basato cioè sia su elaborazioni in-memory sia in-database, applicabili ai database Oracle, Microsoft Sql e Teradata (con la quale c’è una forte partnership in tema di data discovery). Secondo vantaggio, che nasce dal primo ed è potenziato nella versione 5.0, è il data mashup, cioè poter lavorar su fonti dati eterogenee, compresi dati non strutturati, per l’analisi dei quali Tibco è in partnership con Attivio, software house di Boston specializzata in quest’area. Altri importanti differenziatori sono le analisi predittive (terzo punto), che la 5.0 permette di costruire e implementare con facilità da parte degli stessi utenti, e l’integrazione (quarto) con la piattaforma di collaborazione Tibbr (in pratica un social network aziendale) per poter lavorare, con tutte le sicurezze e garanzie di tracciabiità del caso, sulle analisi rese disponibili dai diversi utenti/autori. Quinto e ultimo punto è la scalabilità nelle prestazioni e nel numero utenti, anche questa potenziata nella versione 5.0 in modo da poter competere con le istanze che i big data pongono alle imprese.