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Hybrid cloud: così Red Hat vuole portare il cloud ovunque

Presentati aggiornamenti a OpenShift Serverless e l’estensione del supporto verso più architetture, obiettivo è aiutare a promuovere l’innovazione aziendale mediante il cloud ibrido

Pubblicato il 30 Nov 2020

RedHatHybridCloud

Sono state presentate nuove funzionalità per Red Hat OpenShift, in particolare, sono stati annunciati: aggiornamenti a OpenShift Serverless pensati per una migliore efficienza degli sviluppatori e l’estensione del supporto verso più architetture. L’obiettivo dichiarato da Red Hat è quello di aiutare a promuovere l’innovazione aziendale attraverso il cloud ibrido, con il proprio supporto grazie all’esperienza e all’impegno verso un open source production-ready.

Red Hat considera Kubernetes la pietra angolare del cloud computing ibrido, in grado di offrire una piattaforma comune che copre server bare-metal, ambienti virtuali e ambienti cloud privati e pubblici. Costruito sulla base affidabile e consolidata di Red Hat Enterprise Linux, Red Hat OpenShift è stata pensata come base Kubernetes potente e scalabile per i casi di utilizzo del cloud ibrido in settori e regioni differenti.

Gli strumenti e le tecnologie tradizionali di sviluppo applicativo possono faticare a soddisfare le esigenze di un mondo cloud-native, soprattutto quando i modelli di distribuzione containerizzati rendono meno netti i confini tra sviluppatori e IT operations. Red Hat OpenShift crea un’esperienza di sviluppo volta ad accelerare le applicazioni cloud-native, aggiungendo ora:

I più recenti aggiornamenti a OpenShift Serverless con Red Hat OpenShift Serverless 1.11, portano pieno supporto all’eventing Knative. Questo permette che le applicazioni containerizzate consumino tutte le risorse che richiedono in un momento specifico, senza rischi di consumo eccessivo o troppo limitato.

Inoltre, con un’unica sottoscrizione Red Hat OpenShift, i clienti ora hanno pieno accesso a Quarkus, consentendo agli sviluppatori di riutilizzare applicazioni Java mission-critical su Kubernetes, forti del supporto enterprise e dell’esperienza Red Hat.

Altri miglioramenti di Red Hat OpenShift 4.6 pensati per aiutare le aziende ad affrontare queste sfide includono: nuove e potenti opzioni edge computing con nodi remoti, che estendono la potenza di elaborazione anche ad ambienti dallo spazio limitato. Questo consente alle organizzazioni IT di scalare in remote, pur mantenendo operazioni e gestione centralizzate; funzionalità chiave per implementazioni Kubernetes nel settore pubblico tra cui disponibilità su AWS GovCloud e Azure Government Cloud, supporto esteso OpenSCAP eccetera.

Red Hat OpenShift migliora anche la funzionalità di OpenShift Virtualization, già rilasciata, aggiungendo la creazione di VM, con un solo clic e basate su modelli, e ottimizzazioni di prestazioni e scala mirate alle VM che eseguono carichi di lavoro basati su Microsoft Windows.

Ulteriore supporto per OpenShift nell’hybrid cloud è rappresentato da Red Hat OpenShift Ansible Content Collection. Erogata come Certified Content per Red Hat Ansible Automation Platform, questa raccolta aiuta le organizzazioni a gestire ed estendere OpenShift utilizzando la tecnologia di automazione IT Ansible.

Le strategie open hybrid cloud non si basano su un’unica architettura o su un unico cloud provider; al contrario, queste implementazioni spesso si concentrano sull’unire il meglio di tutti i mondi a supporto della trasformazione aziendale. Ciò può significare l’utilizzo di una combinazione di fornitori di hardware on-premise, appoggiandosi a più cloud per servizi specifici o a qualsiasi combinazione di questi. Red Hat OpenShift è progettato per supportare le organizzazioni IT lungo l’intero open hybrid cloud, indipendentemente dalla configurazione tecnica.

Secondo Forrester: “Nei prossimi cinque anni, le tecnologie cloud-native apriranno una nuova era di software aziendale distribuito, progettato per essere costruito ed eseguito ovunque sia disponibile una piattaforma container. Questo aiuterà le grandi imprese a competere con le realtà native digitali, poiché la stessa tecnologia cloud-native sarà disponibile per entrambi”.

Anche il report Red Hat sullo State Of Enterprise Open Source indica una forte richiesta di cloud ibrido, con il 63% degli intervistati che dichiarano di avere già oggi un’infrastruttura ibrida, mentre più della metà di coloro che non ce l’hanno ancora, prevedono di implementarla entro due anni.

“Costruire una strategia cloud ibrida con Kubernetes al centro – ha spiegato Ashesh Badani, senior vice president, Cloud Platforms, Red Hat – richiede più di un semplice motore di orchestrazione dei container; una trasformazione aziendale ad ampio raggio richiede servizi applicativi estesi, supporto hardware e cloud pubblico e un forte ecosistema di partner di supporto. Red Hat OpenShift offre tutte queste caratteristiche alle organizzazioni IT, dalle funzionalità integrate per sviluppatori con Quarkus e OpenShift Serverless al supporto di strategie tecnologiche dal datacenter alla periferia della rete fino al cloud pubblico. La vera trasformazione digitale richiede una piattaforma comune su cui costruire e innovare: per noi questa piattaforma è OpenShift”.

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