L’intervento di Werner Vogels, CTO e Vice President di Amazon, ha preso le mosse da Amsterdam, sua città natale. In occasione dell’AWS Re:Invent 2020, che si è svolto da remoto nell’arco di due settimane e mezzo alla fine dell’anno scorso, Vogels è partito dagli stabilimenti Suikerfabriek di Halfweg, a pochi chilometri dalla capitale dell’Olanda, uno dei tanti zuccherifici di barbabietola dei Paesi Bassi divenuto oggi monumento di archeologia industriale. “Le storie di tecnologia, resilienza e trasformazione che questo posta narra – ha detto il CTO – sono ancora preziose nel mondo digitale di oggi”.
Raccontano i primordi di una evoluzione che arriva fino ai giorni nostri, quando “le fabbriche moderne fanno affidamento su dispositivi IoT come AWS Snowcone. Se oggi questo stabilimento fosse operativo, potrebbe essere un modo per raccogliere dati dalle apparecchiature. Potrebbe elaborare i dati, archiviarli e collegare una caldaia ai sistemi di allarme e controllo emissioni della fabbrica. E la fabbrica non sarebbe legata alla latenza o alla velocità di connessione Internet” ha sottolineato Vogels alludendo alla tecnologia edge computing del prodotto AWS.
La capacità di adattamento che occorre alle aziende
La location scelta da Werner Vogels per il suo keynote rappresenta il simbolo di un cambiamento che, soprattutto a causa della pandemia, le aziende devono abbracciare per adattarsi e sopravvivere. Il primo ingrediente di questo cambiamento è una supply chain efficiente, unita a una distribuzione dei “talenti” che non sono stati costretti, nel caso di Amazon, ad andare a Seattle per continuare a lavorare. Altri settori sono stati meno fortunati.
Secondo alcuni clienti che operano nel turismo, come le compagnie aree, anche lasciandosi alle spalle nel 2021 la pandemia, non sarà possibile recuperare prima del 2025. Tanto che alcuni stanno convertendo i voli di linea rivolti al pubblico in voli cargo. Una riconversione che Vogels ha paragonato a quella che ha visto modificare lo zuccherificio nell’attuale spazio dedicato a eventi e iniziative commerciali. Un esempio di questa capacità di adattamento alle circostanze è quello di Ava, società svizzera specializzata nella salute riproduttiva delle donne. Lea von Bidder, co-fondatrice e CEO, ha spiegato come i loro braccialetti da polso servano a raccogliere un’ampia mole di dati sanitari che poi vengono “processati” con gli algoritmi di machine learning di AWS. Dal 2016 a oggi questo sistema ha aiutato 40 mila coppie nel loro desiderio di concepimento. Con l’arrivo del Covid-19, gli stessi dati raccolti per uno scopo differente sono serviti a rilevare precocemente i primi sintomi dell’infezione, anche prima che l’utente si accorgesse di avere dei sintomi.
I casi LEGO e Zoom: migrazione serverless e scalabilità
Un altro case study presentato direttamente dall’azienda cliente è stato quello della LEGO. Nicole Yip, Engineering Manager of Direct Shopper Technology del noto marchio di giocattoli, ha raccontato come il lancio nel 2017 del Millennium Falcon, il più grande kit LECO all’epoca, avesse travolto i servizi di back-end mandando in crash il sito.
Il passaggio da un’architettura on premise al cloud è stato dettato da tre fattori: non doversi più occupare dell’infrastruttura IT, che non costituisce il core business di LEGO; avere la scalabilità adeguata per una domanda così volatile; infine, avere un’architettura componibile fino ai livelli più granulari per essere reattivi e flessibili rispetto alle vendite. Da qui l’opzione consapevole per la tecnologia serverless. “Migrare da un design monolitico a uno serverless – ha commentato Vogels – ha liberato tempo alle risorse per lavorare su nuove caratteristiche”. Un’altra azienda, divenuta assai nota nel 2020, è Zoom, che si è dovuta adattare in fretta alla valanga di traffico dei mesi scorsi. “Una delle decisioni davvero furbe precedenti alla pandemia era stata quella di dividere la loro applicazione in servizi diversi. Hanno scomposto la parte delle applicazioni che presiedeva alla gestione delle riunioni, come pianificazione, autenticazione e avvio, da quella che trasmette video in streaming”. La prima non dipende dalla latenza, mentre lo streaming richiede una quantità significativa di banda e di potenza di elaborazione. La scalabilità offerta da AWS ha fatto il resto, dotando la piattaforma multimediale di un’adattabilità sull’uso delle risorse che altrimenti non sarebbe stata facilmente gestibile.
La novità di CloudShell e la conferma dei processori ARM
Werner Vogels ha alternato l’esemplificazione di business case con alcuni lanci di nuovi prodotti e funzionalità dell’ecosistema AWS. Uno dei principali ha riguardato AWS CloudShell. “È un nuovo servizio integrato nella console AWS – ha specificato – che consente l’accesso a un terminale Linux all’interno del browser facendo semplicemente clic su un’icona”. CloudShell viene fornito con una pletora di strumenti di sviluppo, CDK e una shell da cui lanciare la AWS CLI. Eredita le credenziali dall’utente che è loggato nella console ed è completamente personalizzabile, oltre a offrire 1GB di storage gratuito per conservare file, script e altre risorse comunemente utilizzate. Un altro, più che un annuncio, è stato la conferma di una delle aree di investimento di AWS sui processori ARM (Advanced RISC Machine) che in Graviton2, basato sull’architettura ARM a 64 bit, coincide con il 20% dei costi in meno e il 40% in più nel rapporto tra prezzo e prestazioni. “ARM è certamente una piattaforma con davanti a sé un importante futuro innovativo” ha scandito Vogels, associando l’impegno di AWS su questa tecnologia a quello sul versante della sostenibilità ambientale derivante da una maggiore efficienza nelle tecnologie impiegate per infrastrutture e data center.