La pandemia da Covid-19, della quale ancora non si intravede la fine, influisce sulle sfide che le aziende si trovano ad affrontare in ambito ICT nel 2021. Accelera la ridefinizione dei ruoli dei CIO (Chief information officer) e degli IT Director che già era iniziata negli anni passati. Incide anche sulla domanda di nuove competenze nel dominio dell’Information Communications Technology.
Conferma queste dinamiche l’indagine Randstad Technologies CIO Survey, realizzata dalla filiale italiana dell’operatore dei servizi per le risorse umane, e da Ausy, società dello stesso gruppo fra i leader nei servizi di consulenza tecnologica e ingegneristica. La survey è stata condotta verso la fine del 2020 con 65 interviste qualitative (face to face da remoto e con l’utilizzo del metodo CATI) su un campione di CIO, CISO (Chief Information Security Officer), COO (Chief Operating Officer), CTO (Chief Technology Officer), CDO (Chief Digital Officer) e IT Director.
Tre sfide per il 2021: in testa la security
“Lo svolgimento di questa indagine – racconta a ZeroUno Simona Tansini, Chief Operations Office di Randstad Technologies, divisione specializzata nella selezione di profili ICT – per noi era estremamente interessante considerata la forte focalizzazione che il mercato sta richiedendo sia a noi sia ad Ausy. Tre, in particolare, sono le dinamiche che impattano maggiormente sul modo di lavorare nell’ambito IT: la cyber security, sia a livello preventivo sia in risposta ad attacchi informatici sempre più numerosi; il cloud, nel senso dell’integrazione dei data center con la ‘nuvola’; la digital transformation, come insieme di cambiamenti nelle modalità di lavoro”.
Tutte e tre queste sfide hanno al loro interno problematiche riconducibili alla cyber security (ovviamente la prima sfida) e ai cambiamenti nei ruoli di CIO, IT Director e altre figure tecniche e ibride fra tecnologia e business. Partendo evidentemente da queste prospettive Simona Tansini identifica e commenta quattro sfide che oggi le aziende si trovano a dover fronteggiare. “La prima – spiega Simona Tansini – è legata allo smart working, che ha portato a un aumento improvviso delle connessioni informatiche, con una conseguente crescita dei dati in circolazione, non più all’interno dei perimetri IT d’impresa ma tra le case dei dipendenti e i sistemi informativi aziendali. Questo ha reso più necessario un approccio alla cyber security di tipo preventivo e non solo di risposta agli attacchi. Connessa a questa prima sfida è la seconda, ossia la necessità di formazione del personale non tecnico a ragionare in termini di sicurezza IT. La terza sfida è il potenziamento delle infrastrutture IT aziendali che si connettono con il cloud. Anche in quest’ambito emergono i temi della sicurezza e dell’education modalità di utilizzo dei dati nella nuvola. La quarta e ultima sfida è accrescere la capacità, non solo del CIO, ma anche delle altre figure tecniche, a dialogare con il management di business e a far sì che anche questo interagisca in modo nuovo e continuativo con un’IT non più composta da ‘tecnici con il cacciavite’, ma da colleghi con cui integrarsi nei processi decisionali”.
L’evoluzione del ruolo di CIO e IT Director
Ed eccoci quindi al secondo troncone della survey promossa da Randstad Technologies e Ausy: i cambiamenti dei ruoli dei Chief Information Officer e delle altre figure esperte di tecnologia. “Dall’inizio della pandemia – garantisce la Chief Operations Officer di Randstad Technologies – queste evoluzioni le abbiamo riscontrate sia al nostro interno sia nelle attività di ricerca e selezione del personale per conto delle aziende nostre clienti. Nella selezione delle figure IT, le imprese non ricercano più figure esclusivamente tecniche, con una forte focalizzazione sugli hard skill ottenuti attraverso i percorsi di studi, ma mirano a risorse con capacità di relazione, comunicazione, lavoro di squadra, gestione del tempo e dello stress e guida. Tutte soft skill complementari ai processi decisionali”. Quanto queste competenze relazionali e comunicative siano necessarie, lo dimostrano i dati della survey secondo cui oggi non solo i CIO, ma anche gli IT Director coinvolti nelle dinamiche aziendali. E se ci sono due aree in cui queste integrazioni fra IT e business sono particolarmente evidenti, queste sono il marketing e le vendite.
“Alle figure IT – rincara la dose Simona Tansini – viene anche sempre più richiesta la proattività, che deriva dalla capacità di vedere cosa avviene intorno ai temi specifici di cui ci si deve occupare e saper identificare necessità di innovazione che poi saranno sfruttate dai responsabili di business”. Fra le innovazioni che CIO, CTO, IT Director e altre figure IT possono oggi proporre per aumentare il valore del business – secondo molti intervistati per la survey – figurano customer relationship management (CRM), digitalizzazione, utilizzo di analytics, robotic process automation (RPA), machine learning (ML) e gaming.
I profili tecnologici più richiesti
Tutto quanto detto finora si traduce anche attività di ricerca e selezione del personale. “Al primo posto nelle ricerche attuali – conclude la Chief Operations Office di Randstad Technologies – spiccano gli esperti di cyber security, ma sono molto richieste anche le figure tecniche che si occupano di cloud e gli architetti di sistema, necessari per disegnare gli ambienti che determinano i migliori funzionamenti dei dipartimenti IT. Poi le ricerche mirano anche a data scientist, sviluppatori e, in particolare in questo momento, gli esperti di e-commerce”. Un quadro che si spiega bene considerando un’altra evidenza certificata dal panel dell’indagine: un progressivo spostamento dei budget IT dall’operatività all’innovazione, in misure che vanno dal 5 al 10% in media.