Tra i tanti effetti disastrosi del Covid vi sono stati quelli sul settore agroalimentare: diminuzione della disponibilità di manodopera, aumento della pressione sulla logistica distributiva, riduzione delle vendite nel canale Ho.Re.Ca e della fiducia dei consumatori. Sono alcune evidenze emerse nella ricerca realizzata dall’Osservatorio Smart Agrifood 2021 della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia.
Il mercato Agricoltura 4.0 raccontato nei dati dell’Osservatorio Smart AgriFood 2021
Queste difficoltà, soprattutto durante il primo lockdown, hanno rallentato anche il mercato dell’Agricoltura 4.0, che però è ripartito di slancio nella seconda parte dell’anno, raggiungendo un valore di 540 milioni di euro nel 2020 (circa il 4% del mercato globale) e registrando una crescita del 20% rispetto all’anno precedente, in linea con l’andamento prepandemia.
La spesa è trainata dalle soluzioni di Agricoltura di Precisione, gli strumenti a supporto delle attività in campo, come i sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (36% del mercato), ed i macchinari connessi (30%).
Sono 538 le soluzioni di Agricoltura 4.0 disponibili per il settore agricolo in Italia (oltre 100 in più rispetto al 2019), che usano prevalentemente sistemi di Data Analytics, piattaforme o software di elaborazione e Internet of Things, e trovano applicazione nelle fasi di coltivazione, semina e raccolta dei prodotti in diversi comparti, fra i quali emergono l’ortofrutticolo, il vitivinicolo e il cerealicolo. Ben il 60% delle aziende agricole utilizza almeno una soluzione digitale, e il 38% ne impiega due o più, ma solo il 3-4% della superficie agricola è coltivata con strumenti 4.0, segno che il mercato deve ancora esprimere larga parte del suo potenziale.
“Il settore agroalimentare – ha affermato Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood -ha superato la prova della pandemia, mostrandosi dinamico e aperto all’innovazione, ben consapevole dei benefici che l’applicazione delle tecnologie digitali può apportare in termini di efficienza, competitività, sostenibilità della filiera. Nonostante questo, soltanto una piccola parte della superficie agricola è oggi coltivata con strumenti 4.0. Per sbloccare questo potenziale ancora inespresso sarà necessario lavorare sull’interoperabilità e l’interconnessione delle soluzioni, lo sviluppo di competenze specifiche e la valorizzazione e condivisione dei dati”.
“Le soluzioni digitali – ha aggiunto Chiara Corbo, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood – si stanno facendo largo nell’ambito della tracciabilità alimentare, dove non mancano soluzioni abilitate da tecnologie che migliorano la raccolta, la valorizzazione e la condivisione dei dati lungo la filiera. Accanto alle tecnologie più innovative come IoT, Mobile e Advanced Analytics, rimane però importante il peso delle soluzioni “tradizionali”, come i software gestionali e quelli cosiddetti verticali, che non sempre assumono una prospettiva di filiera. Nel prossimo futuro sarà fondamentale lavorare a soluzioni che, in un’ottica di “piattaforma”, siano adatte a sostenere lo scambio e la valorizzazione di dati tra gli attori, per rendere la tracciabilità un’opportunità concreta per l’efficienza della supply chain, per il coordinamento lungo la filiera e per la valorizzazione del prodotto”.
Il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 è trainato dai produttori di macchine agricole e ausiliari, responsabili del 73% del fatturato, seguiti dai fornitori di soluzioni IT e tecnologie avanzate (in particolare Internet of Things) con una quota del 17%. Le soluzioni che attirano più investimenti sono quelle per il monitoraggio e il controllo di mezzi e attrezzature agricole (36% del mercato) e i macchinari connessi (30%).
Nei software gestionali si concentra il 13% della spesa, i sistemi per il monitoraggio da remoto di coltivazioni e terreni coprono l’8%, il 5% è rappresentato da sistemi di supporto alle decisioni, il 4% da soluzioni per la mappatura di coltivazioni e terreni, il 2% da robot per le attività in campo.
Le tecnologie su cui si concentrano le soluzioni sono prevalentemente Data & Analytics (73%), piattaforme e software di elaborazione (68%) e Internet of Things (54%, +4%), seguite dai device di ultima generazione (46%), mobilità e geolocalizzazione (38%), veicoli e attrezzature connesse (25%), Cloud (19%, +10%) e Artificial Intelligence & Machine Learning (12%).
La maggior parte di questi strumenti è impiegata nella mappatura e monitoraggio da remoto dei terreni (41%), nell’analisi dei fattori ambientali e dei terreni (33%), nel monitoraggio di macchine e attrezzature (23%) e nel water management (19%).
Le tecnologie usate nell’agroalimentare
Secondo l’Osservatorio Smart AgriFood 2021, oltre alle aziende agricole, anche le imprese della trasformazione alimentare sono aperte all’innovazione e alla sperimentazione di soluzioni 4.0, anche se ancora spesso legate a tecnologie di base.
L’87% delle 135 imprese analizzate dall’Osservatorio applica o sperimenta almeno una tecnologia digitale, principalmente nei processi distributivi e produttivi, fra le quali spiccano i software di gestione dei fornitori e del magazzino (75%) e i dispositivi portatili (57%). Non mancano, però, realtà che si concentrano su tecnologie più innovative: soprattutto Data Analytics (il 19% le applica, il 9% le sperimenta), Cloud (18% e 10%), IoT (16% e 10%), Advanced Automation (13% e 3%) e Blockchain (2% e 6%).
Le aziende utilizzano le soluzioni digitali principalmente per rendere più efficienti i processi produttivi (52%), ridurre la distanza col consumatore (47%) e migliorare la gestione logistica e la tracciabilità (45%). L’85% del campione intende investire in strumenti 4.0 entro i prossimi tre anni, soprattutto in soluzioni Mobile (54%), software gestionali per fornitori e magazzino (43%), Data Analytics (33%) e Blockchain (18%).
La tracciabilità alimentare è uno degli ambiti in cui le aziende stanno maggiormente utilizzando il digitale (89% del campione), che genera i maggiori benefici per il settore e in cima alle preferenze di investimento. Sono 157 le soluzioni digitali per la tracciabilità alimentare offerte da 125 aziende, equamente divise fra strumenti tradizionali (come i gestionali o i software verticali fortemente specifici per la rintracciabilità dei lotti) e innovativi.
Emerge l’importanza delle piattaforme (30% delle soluzioni) per la condivisione dei dati di filiera, in crescita di oltre il 60% rispetto all’anno precedente. Tra le tecnologie innovative, guida la tecnologia Mobile (presente nel 25% delle soluzioni), che è anche quella più in crescita (+65%), seguita da Blockchain (+59%), Data Analytics (+57%) e IoT (+47%).
L’agroalimentare si conferma il terzo settore per numero di progetti di Blockchain a livello internazionale, pari al 7% delle 1.242 iniziative mappate, anche se solo il 31% sono progetti pilota e appena l’8% sono iniziative realmente operative, contro il 61% di annunci. Le imprese sperimentano la Blockchain per ragioni commerciali e di marketing (nel 61% dei casi), per migliorare l’efficienza della supply chain (45%) e per una maggiore sostenibilità ambientale e sociale (24%).
I produttori di materia prima sono coinvolti nell’81% dei progetti, ma ne sono promotori solo nel 3% dei casi, mentre il 23% è avviato da imprese della distribuzione e il 20% da aziende della trasformazione.