La situazione è sotto gli occhi di tutti. Il fatto che la quantità di smart worker sia in crescita esponenziale (più di 5 milioni, secondo l’Osservatorio Smart working del Politecnico di Milano) non significa che tutte le imprese abbiano già percorso il cambiamento culturale, organizzativo e tecnologico che le conduce a un nuovo livello di produttività ed efficienza nonostante una workforce sempre più diffusa.
In questi mesi è letteralmente esploso il mercato delle soluzioni UCC (Unified Communications & Collaboration), trainato da quelle erogate as-a-service (UCaaS) le cui stime di crescita si riassumono in un CAGR del 12,8% fino al 2027 (fonte: Fortune Business Insight) e sono un chiaro indicatore di un trend estremamente forte. Purtroppo, quando scoppiò la pandemia, molte imprese non erano pronte ad accogliere lo smart working: hanno distribuito notebook, attivato tool SaaS di collaboration (tra cui MS Teams, che ha visto in Italia un impennata delle video-call del 775% in un solo mese) e attivato VPN ma con l’unico intento di salvaguardare la continuità del business. Mancava una visione di agile working a lungo termine. Come risultato, oggi le imprese hanno perfettamente compreso i benefici del lavoro smart in termini di produttività ed efficienza, ma il comparto tecnologico soffre – quanto meno sotto il profilo della comunicazione e degli strumenti collaborativi – di un livello di frammentazione che rende piuttosto complessa la vita dell’IT e ben poco efficiente il business.
Le aziende puntano alla standardizzazione
Oggi, cosa sta accadendo all’interno delle aziende (o meglio, dell’IT) sotto il profilo della comunicazione e collaborazione? Ce lo spiega in modo esaustivo Simone Ponzoni, CEO di Quanture, il system integrator italiano specializzato in temi di collaboration e partner Microsoft da molti anni: “In questo momento c’è tantissima complessità nelle aziende. Molte stanno cercando di standardizzare le tecnologie che hanno acquisito negli ultimi mesi per sopperire ai limiti della pandemia. In termini operativi il problema maggiore è la frammentazione delle soluzioni di comunicazione: per esempio, l’azienda si è trovata a remotizzare gli interni telefonici e non ha avuto tempo di scegliere una soluzione che permettesse di massimizzare la collaborazione interna. Ha semplicemente integrato nella centrale telefonica delle soluzioni che avrebbero permesso all’IT e agli altri dipendenti l’utilizzo della fonia da remoto e, parallelamente, ha aggiunto a questa soluzione prodotti come Teams o Zoom”. Le aziende, in pratica, si stanno rendendo conto di dover consolidare le tecnologie di cui dispongono, perché prese singolarmente non offrono la stessa flessibilità (e quindi i vantaggi) di una soluzione a 360 gradi che comprenda fonia e canali moderni di comunicazione (video, instant messaging), e sia inoltre in grado di miscelarli in un ecosistema collaborativo.
La soluzione che Quanture propone alle imprese che intendono sfruttare al meglio i benefici dell’agile working si chiama Microsoft Teams Enterprise Voice ed è la versione più completa di Teams, nonché l’unica a rappresentare al 100% il concetto di unified communications. Teams Enterprise Voice somma a tutte le caratteristiche ben conosciute della piattaforma Microsoft anche la parte di fonia, la cui integrazione rappresenta – quanto meno dal punto di vista IT – la parte più complessa dell’abilitazione dello smart working.
Il cloud è chiaramente un grande protagonista anche in quest’ambito: ci spiega Simone Ponzoni che fino a qualche anno fa, nei confronti della telefonia in cloud c’era un po’ di scetticismo a causa delle prestazioni non esaltanti dei prodotti e delle soluzioni del passato, al punto da spingere molte aziende a tentare la strada dell’innovazione e poi tornare sui propri passi verso le centrali telefoniche on-premise. Fortunatamente, oggi questi scogli non ci sono più e si può concretamente perseguire l’obiettivo della standardizzazione e dell’unificazione: “L’obiettivo che ci poniamo è fare in modo che il cliente abbia tutto all’interno di Teams: tutti i canali di comunicazione, i processi e i gruppi di lavoro. Finalmente, possiamo integrare in tutto questo ecosistema anche la parte di fonia, rendendola innanzitutto moderna, svincolata dal terminale fisso e integrata con tutto il resto della piattaforma”.
Soluzione ibrida o full-cloud?
In che modo Quanture pone in essere un percorso di implementazione e adozione della soluzione Voice di Microsoft? L’azienda opera su quattro aree: consulenza, sviluppo del progetto, installazione e attivazione della subscription, per poi seguire il cliente con servizi di supporto 24/7.
La progettualità, in particolare, può essere di due tipi: ibrida, pensata per tutte quelle aziende che desiderano mantenere la propria piattaforma telefonica abilitandola a una piena integrazione con il mondo Cloud di Teams; Full Cloud, ideale per nuove aziende e in cui le linee telefoniche sono fornite dalla stessa Microsoft e si basano sul concetto del credito telefonico. “Uno degli elementi di successo di Microsoft Teams Enterprise Voice è proprio la capacità di adattarsi alle esigenze delle aziende – continua Ponzoni -, che possono tranquillamente usare le loro linee telefoniche integrandole con Teams e, di conseguenza, sfruttare tutti i benefici del cloud in modo trasparente”.
A livello tecnico, la prima soluzione (ibrida) consiste nell’inserimento di un Session Border Controller (SBC) che trasforma il segnale del Carrier in un formato gestibile da Teams, fungendo di fatto da interfaccia tra i due mondi. Netmind usa, a tal fine, un SBC Audiocodes che è certificato Microsoft per evitare disservizi e incompatibilità a seguito degli aggiornamenti della piattaforma: in questo modo, l’azienda mantiene la sua numerazione telefonica, tutti gli interni e le funzionalità del centralino, ma vi somma le funzionalità di comunicazione vocale evolute delle piattaforme UCC, tra cui la possibilità di rispondere e fare chiamate con l’interno aziendale usando smartphone, PC e tablet.
La seconda soluzione, attiva in Italia da fine 2020, prevede la semplice attivazione delle subscription e l’acquisto del credito telefonico, poiché tutto l’impianto voce è nella nuvola Microsoft, che quindi si sostituisce al Carrier fornendo (nuovi) numeri di tipo geografico e credito telefonico.