Attualità

Cloud, Barcode dinamico e gioco di squadra per una filiera più sostenibile

Più elementi della supply chain monitorano la temperatura di conservazione e trasporto di un prodotto agroalimentare più è semplice limitarne lo spreco. È con questa idea che nasce la smart label, una soluzione intelligente, semplice, integrabile, interoperabile e sicura per controllare che il cibo lungo tutta la filiera venga mantenuto nelle condizioni ottimali passando dalle mani del produttore a quelle della GDO. Perfezionata la tecnologia che combina un barcode e una piattaforma cloud, ora serve conquistare la fiducia di tutti gli attori coinvolti, tutti necessari per rendere questa soluzione per la sostenibilità della filiera davvero utile.

Pubblicato il 23 Ago 2021

barcode

Integrabile, conveniente e user friendly, esiste una soluzione che unisce la semplicità del barcode e i vantaggi del cloud permettendo a tutti gli elementi della supply chain agroalimentare di contribuire alla riduzione dello spreco di cibo senza cambiare nulla dei propri processi, anzi, godendo di alcuni vantaggi che le nuove tecnologie comportano. Si tratta di una etichetta intelligente in grado di monitorare la temperatura a cui viene mantenuto un prodotto agroalimentare lungo tutta la filiera ed è stata realizzata da Price Performance Solutions in collaborazione sia con l’Osservatorio Food Sustainability sia con l’Osservatorio Osservatorio Contract Logistics, una doppia partecipazione da parte della School of Management del Politecnico di Milano a dimostrazione di quanto la sua applicazione possa coinvolgere attori diversi spingendoli ad unire le forze in nome della sostenibilità.

Barcode Dinamico e Cloud, la smart label è per tutti

Applicabile a lotti, pallet, imballi e colli di dimensioni notevoli, questa smart label contiene un enzima, da attivare tramite una linguetta estraibile perché possa registrare eventuali variazioni di temperatura, e un bar code dinamico per raccogliere i dati in modo semplice e immediato essendo scannerizzabile da qualsiasi smart device. “Se avessimo scelto un RFID sarebbe servito uno strumento ad hoc, mentre questa soluzione è stata pensata perché possa essere adottata a utilizzata ad ampio raggio e senza complessità” spiega Guido Gatti, General Manager di Price Performance Solutions, aggiungendo che ogni etichetta può essere personalizzata dal punto di vista del brand ma deve esserlo soprattutto per quanto riguarda la scala di temperature da monitorare che può andare dai – 18 gradi dei surgelati ai +20 dei prodotti dolciari adattandosi alle necessità del prodotto “etichettato”.

Una volta lette tramite un app con un qualsiasi smart device, le informazioni su temperatura ma anche data e posizionamento, vengono trasmesse ad una piattaforma cloud che funge da tool per la Data Analysis e la Data Comparison, mandare alert in caso di superamento dei parametri indicati ma, soprattutto, supporta i decision maker che possono con un colpo d’occhio identificare eventuali punti deboli della filiera, che siano colli di bottiglia logistici o passaggi in cui la temperatura di conservazione e trasporto non è stata garantita.

Obiettivo sostenibilità, grazie all’interoperabilità garantita dal cloud

Parametro critico in ogni fase della supply chain, tenuta sotto controllo la temperatura garantisce che la qualità di un prodotto si conservi man mano che passa dalle mani del produttore allo scaffale della GDO “ma il monitoraggio serve soprattutto per minimizzare gli sprechi di cibo – spiega Gatti – perché potendo comprendere quali sono i passaggi in cui gli standard di un certo alimento non vengono rispettati rendendolo non vendibile, è possibile intervenire. Volta dopo volta si arriva a una filiera in cui lo spreco di cibo è minimo”.

Perché la smart label possa essere davvero la chiave di svolta per una supply chain meno “sprecona” è fortemente necessario che non solo i produttori la utilizzino ma che tutti i soggetti coinvolti la “leggano” per contribuire al tracciamento. Più momenti di monitoraggio si hanno nella vita di un prodotto, più è capillare l’individuazione del punto debole su cui agire. Consapevole della necessità di una partecipazione ampia e diversificata per raggiungere il proprio obiettivo anti spreco, PPSolutions ha creato la smart label in modo che garantisse l’interoperabilità “mettendo tutti nelle condizioni di leggere le informazioni su di essa riportate e trasmetterle al cloud” precisa Gatti. “Ogni attore della filiera ha i suoi sistemi informatici e le rispettive applicazioni, avere un’app esterna in cloud fa sì che nessuno debba dotarsi di sistemi aggiuntivi per usufruire di questa soluzione – aggiunge – e per sfruttare anche i vantaggi aggiuntivi che offre”.

Tracking e integrazione con la blockchain: vantaggi “collaterali”

Oltre alla temperatura, la smart label rileva anche le posizioni e le date ed è quindi in grado di effettuare il tracking completo di un prodotto agroalimentare all’interno della supply chain fornendo dati utili e inseribili in un qualsiasi sistema informativo aziendale. Questo perché lo strumento di PPSolutions è facilmente integrabile e non richiede l’implementazione di alcun device, cosa che farebbe aumentare considerevole sia i costi (acquisto di infrastrutture, formazione del personale) sia le criticità (disomogeneità delle sorgenti dei dati, scarsa interoperabilità dei sistemi, furto dei device).

Oltre alla possibilità di tracciare il percorso e le condizioni di conservazione di un alimento, un altro elemento che può convincere i produttori ad adottare l’etichetta intelligente può essere anche la sua integrabilità con la blockchain. “Aggiungendo anche i dati sulla temperatura si può offrire una tracciabilità di filiera che, oltre a garantire l’origine di un prodotto e la qualità delle materie prime, può assicurare anche delle condizioni di trasporto e conservazioni impeccabili – spiega Gatti – alle aziende che già usano una soluzione di blockchain trasmettiamo i dati registrati dalle etichette mentre quelle che non ne utilizzano devono solo comunicarci i dati che desiderano inserirvi e saremo noi a sviluppare un’interfaccia ad hoc mettendo a loro disposizione la soluzione blockchain che abbiamo in uso”. Ha colto al volo questa opportunità una giovane startup di prodotti caseari di cui voleva garantire la qualità ai consumatori finali a cui li consegnava a domicilio: “il progetto è in fase di avvio – spiega Gatti – ma c’è interesse verso questa combinazione di tracciabilità e sostenibilità, soprattutto in realtà non grandi che vogliono distinguersi come pionieri di innovazione nel settore”.

Alla conquista dell’intera filiera: più si traccia meno si spreca

Sta certamente ai produttori alimentari fare il primo passo di sostenibilità attraverso l’adozione della smart label mostrandosi interessati a monitorare il proprio tratto di supply chain, ma è il primo di una serie di passi necessari, fino ad arrivare ai reparti dei supermercati, perché si possa combattere concretamente lo spreco di cibo.

In piena fase di ampliamento dell’utilizzo della propria soluzione lungo tutta la filiera, PPSolutions mira prima di tutto a conquistare la fiducia e l’interesse degli operatori logistici. “Per coinvolgerli, ragionando in una logica di gestione di processo industriale, abbiamo fatto in modo che potessero leggere le smart label con il device che utilizzano quotidianamente per inviare in dati al warehouse management system realizzando uno strato di software che si frappone tra la telecamera di lettura dei barcode e l’applicazione, e con un unico shot legge i due codici, quello identificativo del collo e quello della temperatura – spiega Gatti – in questo modo non subiscono impatti negativi se inseriscono nella loro prassi la lettura della temperatura con la nostra etichetta, anzi, possono assicurarsi che il prodotto arrivi nelle loro mani integro e non già mal conservato”. Se l’obiettivo è individuare i punti in cui un cibo rischia di deteriorare a causa delle variazioni della temperatura, è chiaro che chi non ha responsabilità in merito può difendere il proprio operato, dati alla mano, se è in grado di rilevarli attraverso l’etichetta.

Adatta a qualsiasi prodotto con una temperatura di conservazione controllata, l’etichetta smart può essere facilmente applicata con apposite macchine inserite nel processo di produzione, a qualsiasi prodotto alimentare anche se risulta più significativa per quelli non surgelati che non seguono una catena del freddo, già da sola molto monitorata. Ai passi avanti dal punto di vista della sostenibilità si aggiungono anche vantaggi economici, di brand e di garanzia di qualità che quando si utilizza la smart label nel settore farmaceutico aumentano e portano con sé anche una tema di opportunità: “ci sono farmaci costosi da trasportare a temperature delicate, in questo caso il controllo è mandatorio e ogni volta che c’è un inconveniente, ci sono persone che non li ricevono e devono aspettare nuovi arrivi ritardando la cure” spiega Gatti che, ritornando al settore Agrifood, immagina “quando l’intera filiera parteciperà al monitoraggio e si potranno vedere prodotti con segnalato sul packaging il fatto che sono stati monitorati con le smart label in tutta la supply chain. Dove oggi si sbandiera l’assenza di olio di palma e di conservanti, un domani potrebbe esserci la scelta di un brand di minimizzare lo spreco di cibo grazie alla nostra soluzione”.

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