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Ramaswami, CEO Nutanix: “Ecco come abbatteremo i costi del public cloud”

Governance dei dati e controllo della spesa sono le principali sfide che le organizzazioni devono affrontare nell’utilizzo del cloud computing. Secondo il numero uno della multinazionale leader nell’Hyperconverged Infrastructure, la strada maestra passa dal multi-cloud e da sistemi che, come la piattaforma di Nutanix, mettano in grado le aziende di “scegliere il miglior cloud per i loro workload”. Questo è uno dei principali messaggi lanciati alla .Next Conference 2021, l’appuntamento online della società californiana

Pubblicato il 30 Set 2021

Rajiv Ramaswami, CEO di Nutanix

“Molte organizzazioni gestiscono le loro applicazioni su più di un public cloud. Alcuni sondaggi infatti dimostrano che soprattutto le grandi aziende ormai operano su diversi ambienti”. Rajiv Ramaswami, CEO di Nutanix (in foto di apertura), unico vendor che insieme a VMware occupa la posizione dei leader nel Magic Quadrant di Gartner dedicato all’Hyperconverged Infrastructure (HCI), ci anticipa uno dei principali annunci della .Next Conference 2021.

L’appuntamento online organizzato dalla multinazionale californiana, tenutosi dal 21 al 23 settembre, è l’occasione per condividere con i partecipanti proprio uno dei sondaggi a cui il CEO fa riferimento e sul quale fa leva anche nel suo intervento di apertura all’evento. “In questo mondo i clienti devono scegliere il miglior cloud per i loro workload” sottolinea Ramaswami, affermazione suffragata da un recente rapporto di Morgan Stanley da cui si evince che i CIO oggi sono propensi a spostare meno i loro carichi di lavoro nel public cloud a causa dei problemi di governance dei dati, delle prestazioni e dei costi. Non è la prima volta che il colosso della finanza affronta il rapporto controverso dei leader IT con il cloud. Circa un paio di anni fa si era occupato del cosiddetto repatriation, cioè del fenomeno che vede un’inversione di rotta verso l’on-premise, dopo anni di migrazione sul cloud. In ogni caso, a ulteriore conferma di quanto riportato nella survey, il numero uno di Nutanix ha invitato alla .Next Conference Martin Casado, general partner della società di venture capital Andreessen Horowitz. La sua analisi si è focalizzata nel rilevare quanto il public cloud sia costoso, tanto da azzerare quei vantaggi legati all’infrastruttura on-demand, al pagamento delle sole risorse utilizzate e all’affrancamento dell’IT da numerosi compiti che ne hanno da sempre sostenuto l’adozione.

Le nuove funzionalità di Nutanix Cloud Platform

Se Ramaswami si concentra nell’evidenziare quanto il cloud pubblico possa essere dispendioso, ovviamente è per enfatizzare in che modo Nutanix sia in grado di risolvere questo problema. “Le nuove funzionalità di Nutanix Cloud Platform – dice infatti il CEO – consentono di estendere la nostra innovazione incentrata sui dati verso applicazioni con alte prestazioni, fornendo una piattaforma unificata per tutti i carichi di lavoro”.

Si tratta di una novità in cui la dimensione del multi-cloud ottimizzerebbe la gestione di tutti quegli hyperscaler, tra cui AWS, Azure, Google e IBM, con i quali la stessa Nutanix ha fatto accordi negli ultimi due anni. Fa parte di queste nuove funzionalità ad esempio il lancio della versione 6 del software AOS con cui le aziende sono messe in grado di creare data center software-defined e di velocizzare l’adozione del multi-cloud ibrido. In particolare, la versione 6 di AOS adesso propone Flow Networking, un’offerta di virtualizzazione della rete per l’hypervisor AHV che permette di semplificare il networking grazie a un’unica interfaccia software-defined. Inoltre, gli utilizzatori della piattaforma con AOS 6 possono accedere a funzionalità di business continuity e disaster recovery che prima erano disponibili solo in soluzioni specializzate.

Questo perché il software integra la possibilità di sfruttare il cloud pubblico come sito secondario, nonché il supporto di una funzionalità integrata di metro-cluster che abilita il failover automatico in caso di emergenza. A cui si aggiunge la crittografia end-to-end per il traffico disaster recovery. In base a quanto afferma Nutanix, le organizzazioni potranno così beneficiare di una riduzione dei costi di licenza e di tempi di recupero inferiori che, soprattutto per quelle aziende che non dispongono di budget o competenze adeguate, coincide con la possibilità di migliorare la protezione da possibili incidenti, attacchi e downtime.

Come garantire la sicurezza nel multi-cloud

Il tema della sicurezza, oltre a quello della gestione dei costi del public cloud, è uno dei cavalli di battaglia di Ramaswami e uno degli annunci della .Next Conference. “Soprattutto in un mondo che guarda al multi-cloud come una modalità di accesso ai dati versatile e flessibile – sottolinea il CEO -, aumentare il livello di sicurezza è determinante. Abbiamo deciso perciò di integrare ulteriormente i nostri servizi sia fra di loro sia con i servizi dei partner allo scopo di conseguire un’interoperabilità senza limiti”. Partendo dal presupposto che sempre più aziende adottano un approccio zero-trust nell’ambito della sicurezza, ciò non toglie che lo sviluppo di policy che siano efficienti ed efficaci possa essere complesso, in particolare per gli ambienti che si estendono su cloud pubblici e privati.

La piattaforma SaaS Flow Security Central, all’interno di Nutanix Cloud Platform, cerca di rispondere a questa difficoltà creando automaticamente policy di micro segmentazione attraverso un motore di pianificazione basato sul machine learning che analizza il traffico di rete e suggerisce le misure di sicurezza idonee a proteggere i carichi di lavoro delle macchine virtuali da potenziali attacchi. Inoltre, l’integrazione con la soluzione Qualys servirà in futuro ad automatizzare il patching e il rilevamento delle vulnerabilità. La protezione così migliorata dovrebbe consentire di identificare e prevenire più di 4.000 attacchi noti di ransomware, con la possibilità di aggiornare costantemente e in modo dinamico l’elenco delle potenziali minacce. Tutto questo oggi ha anche il riconoscimento dello statunitense Department of Defense Information Network che ha inserito i prodotti Nutanix nell’elenco di quelli approvati, dopo averli sottoposti a una serie di test rigorosi dal punto di vista della cyber security e dell’interoperabilità.

Data Lens ed Era, i servizi per la governance dei dati

Un’altra delle novità di cui si è parlato durante l’evento 2021 di Nutanix è stata l’evoluzione nella governance dei dati strutturati e non strutturati. La piattaforma cloud di Nutanix fornirà servizi di tiering dei dati dall’on-premise al cloud, con prestazioni storage due volte superiori per i workload database e tre volte superiori per quelli big data, con il vantaggio che non sarà necessario dover procedere a complesse riconfigurazioni. “I clienti desiderano modalità diverse per archiviare i dati, strutturati e non strutturati, e per semplificarne la gestione senza doversi affidare a diversi fornitori per farlo” sostiene Rajiv Mirani, Chief Technology Officer di Nutanix.

In particolare, Nutanix Data Lens è un nuovo servizio cloud progettato per consentire ai clienti di gestire la crescita di dati non strutturati e di proteggerli, poiché dà una visione globale con informazioni dettagliate sui dati non strutturati memorizzati nel servizio di unified storage di Nutanix, inclusi tipologie di accesso, invecchiamento e altro ancora. In questo modo il servizio punta a ottimizzare la gestione del ciclo di vita dei dati e a proteggere contro attacchi ransomware, rilevando e bloccando file sospetti e segnalando per tempo attività anomale. Nutanix Era, invece, permette di gestire le più note librerie di database, come ad esempio PostgreSQL, MySQL, Microsoft SQL Server e Oracle Database, in ambienti multi-cloud ibridi. Con Era è possibile in sostanza ridimensionare rapidamente lo storage online di database con un solo click invece che nell’arco di giorni o settimane.

Da dove nasce la partnership tra Nutanix e Citrix

Tra i vari annunci della .Next Conference non va infine dimenticato quello riguardante l’avvio della partnership fra Nutanix e Citrix Systems. Le due aziende hanno siglato un accordo strategico in base al quale forniranno accesso sicuro, on-demand e flessibile, ad applicazioni, dati e al proprio desktop da qualsiasi dispositivo, da qualunque luogo e su vasta scala attraverso l’infrastruttura iperconvergente di Nutanix e le distribuzioni multi-cloud ibride dei servizi Citrix DaaS (desktop as a service) e Virtual Apps and Desktop. Un’alleanza che si situa come logica conseguenza di una delle dichiarazioni di Rajiv Ramaswami: “Negli ultimi 18 mesi, la tecnologia ci ha tenuti connessi. Ci incontriamo, lavoriamo, persino visitiamo il medico in remoto. Le aziende di tutto il mondo si sono adattate al lavoro a distanza e anche le organizzazioni più grandi e con una diversità globale stanno utilizzando la tecnologia per comunicare, collaborare e lavorare da qualsiasi luogo”. Una situazione destinata a permanere anche nel dopo pandemia e che rende naturali alleanze come quella tra Nutanix e Citrix con cui supportare i lavoratori ovunque si trovino.

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