Si utilizza il termine “cloud journey”, anche in italiano, proprio come per customer journey o supply chain journey senza rendersi conto che la migrazione verso il cloud non è un viaggio qualsiasi e richiede una preparazione attenta, unica e che coinvolge tutti le aree e le componenti umane e tecnologiche delle aziende che decidono di compierlo. È con questa consapevolezza che va affrontato, senza intimorirsi di fronte a un orizzonte che promette cambiamenti disruptive – come si può vedere nelle esperienze di chi ha già imboccato la via – ma preparandosi con una particolare attenzione e, soprattutto, scegliendo compagni di viaggio come Elmec capaci di dare supporto nel momento e nel modo giusto ma non pretendendo più di quanto come viaggiatori, seppur audaci, si è al momento in grado di fare.
Perché un cosmonauta potrebbe compiere un cloud migration efficace
Ciò che rende l’adozione del cloud un’esperienza unica e particolarmente sfidante per ogni organizzazione impegnata nella propria digital transformation è la quantità di incognite che presenta. L’analogia con le missioni nello spazio è qui che si innesca, ma si ritrovano poi tantissimi elementi in comune andando a paragonare, passo dopo passo, la preparazione necessaria ad un cosmonauta e ad un’azienda che si appresta a compiere la cloud adoption.
Quando si punta verso l’ignoto alla ricerca di nuove risorse, di soluzioni o di prospettive si mettono in conto vari rischi e ostacoli senza farsi scoraggiare tuttavia, man mano che si prende coscienza della dimensione dell’impresa che si sta per compiere, ci si accorge della necessità di un radicale cambio di approccio. Si chiama Overview Effect, è il cambio di consapevolezza dei cosmonauti durante i loro voli spaziali, soprattutto quando si trovano in orbita intorno alla Terra, o da un punto di vista lunare, ed è quello che Elmec attraverso un percorso a tappe alla scoperta dell’Hybrid Cloud vuole offrire perché si possa poi tornare nella propria postazione di smart working o in ufficio con nuovi strumenti d’analisi adatti a creare una strategia adeguata al cloud.
Nonostante la fretta di esplorare l’ignoto e le sue promesse, è essenziale “analizzare gli obiettivi scientifici che si vogliono raggiungere, constatare quale sia il livello tecnologico e di conoscenze di partenza, capire quali siano le competenze necessarie a sviluppare ciò che manca e chi le possegga”. Lo sostiene Luca Perri, astrofisico e divulgatore scientifico che affianca il team Elmec nelle vesti di guida di questo viaggio galattico verso il cloud, che potrebbe con queste parole riferirsi alla prossima missione spaziale o alla cloud adoption ma starebbe dando una indicazione preziosa comunque. Un’analisi dell’equipaggiamento e delle risorse a disposizione è fondamentale anche nelle aziende che si preparano ad una migrazione per pianificare adeguatamente la propria rotta e non sprecare risorse con tappe intermedie e tempi realistici.
Sia nello spazio che nel cloud troviamo anche il dilemma tra pubblico e privato che nel primo contesto trova una soluzione nella collaborazione e condivisione di risorse, ma soprattutto nella ricerca di soluzioni ibride in cui si sceglie lo strumento o la strategia migliore momento per momento. Si può fare tesoro dell’esperienza dei cosmonauti che hanno scelto questo nuovo approccio più aperto, è la scelta vincente anche nel viaggio verso il cloud come vincente si dimostra la strategia di sicurezza messa in atto. “Gli astronauti trascorrono anni a studiare procedure per identificare, affrontare e risolvere problemi. L’esperienza serve a ridurre le emergenze al minimo, e se non a prevedere l’imprevedibile quantomeno ad affrontarlo senza affidarsi completamente alla fortuna” spiega Perri ricordando quella di Luca Parmitano, sopravvissuto in una passeggiata spaziale, quando il liquido di raffreddamento della tuta gli si è riversato nel casco, solo grazie alla maturata capacità di identificare il problema e rispondere prontamente. Così si dovrebbe porre un’azienda di fronte ad ogni potenziale attacco hacker.
Tappa dopo tappa, fino alla “missione cloud compiuta”
Giocando con questa analogia cosmica e facendo leva sul potente fascino dello spazio per astrarre per un attimo dal day by day le aziende e permettere loro di assumere un punto di vista più ampio, visionario e allo stesso tempo strategico nel guardare al cloud journey che le aspetta, Elmec ha confezionato il suo percorso a tappe verso l’hybrid cloud scegliendo un approccio originale che permetta di affrontare il viaggio liberi dai vincoli dell’abitudine, come cosmonauti appunto, ma allo stesso tempo con quella forte concentrazione che una missione verso l’ignoto merita.
Iscrivendosi gratuitamente al viaggio galattico a questo link si possono affrontare diverse tappe in progressione, quella dedicata alla “Technology revolution”, e le due che presentano un focus rispettivamente su Private cloud e Public Cloud, già “sbloccate”, in attesa delle ultime che lo saranno entro fine 2021.
In ogni tappa si trovano contenuti video, articoli e white paper tematici “download free”, si può tornare a consultarli in qualsiasi momento e per un numero di volte infinito come infinito è il viaggio che si è intrapreso, una evoluzione continua verso l’innovazione. Lo mostra anche la mappa con la forma del simbolo della lemniscata che lo rappresenta, creata da Elmec e su cui si può individuare la propria posizione mentre si esplora il cloud ibrido acquisendo esperienze, informazioni e spunti per stendere la propria strategia di migrazione facendo leva sulle competenze cloud, di Elmec, e su quelle in missioni grandiose di Perri.
Cybersecurity, la tappa essenziale che vale il viaggio
Con un’emozione simile a quella pre-lancio spaziale, il 18 novembre verrà sbloccata una nuova tappa, quella dedicata alla sicurezza, un frammento importante di questo viaggio che si sta per compiere lasciandosi alle spalle un anno disastroso in termini di cybercrime. Nel primo semestre si è registrato un aumento del 24% di attacchi gravi rispetto allo stesso periodo del 2020 con una percentuale di casi con effetti “molto importanti” e “critici” passata dal 49% al 74% del totale. Questi dati estratti dal Rapporto Clusit 2021 sono un chiaro segnale di “obbligo di fermata” in questa tappa dove Elmec condivide con i “cosmonauti del cloud” numerosi contenuti a partire da delle attuali e approfondite analisi su alcuni casi di cybercrime che faranno la storia e che possono insegnare molto. Quello a Kaseya, “un classico” contro la supply chain con 17 paesi coinvolti e un potenziale bottino di 70 milioni di dollari in bitcoin, oppure quello del produttore di carni brasiliano JBS, un invito a riflettere sui rischi che la filiera alimentare italiana corre durante la sua trasformazione digitale. Ai casi pratici si affiancano anche approfondimenti tematici come quelli offerti nei libri e corsi messi a disposizione da CybergON, business unit di Elmec Informatica dedicata alla Cyber Security. E ancora approfondimenti sul dark web, luogo di scambio di merci, servizi o dati illeciti, sulle Insider threats, minacce provenienti da personale interno anche inconsapevole, oppure sullo zero trust approach e sul DevSecOps sempre più efficaci e necessari in qualsiasi settore si operi. C’è anche Rudy Bandiera, autore, docente e divulgatore sui temi di innovazione e tecnologia, che racconta in un video il suo punto di vista sul presente e il futuro delle minacce informatiche. Avere dalla propria parte un partner come CybergON significa avere un player unico per una sicurezza a 360°. In pratica l’integrazione con Elmec Informatica è particolarmente efficace per il cliente perché non solo ha un servizio per la messa in sicurezza della sua azienda, ma ha un partner per la gestione tecnologica (da ripristino backup a piani di recovery).
La ricchezza e l’attualità di questa tappa sono l’occasione per intraprendere il viaggio verso il cloud con Elmec, in cui, spiega Perri, “come in quello spaziale, il rischio è di sottovalutare i rischi, abbagliati dalle promesse di gloria. Anche in questo caso serve una luce a rischiarare la strada, serve che qualcuno ci aiuti ad orientarsi”.