Il punto del vista del Cio è importante per comprendere le strategie che le aziende intendono adottare in risposta alle attuali e future sfide competitive. “è infatti una delle poche figure, oltre al top management, che abbia una visibilità sull’intero contesto aziendale” premette Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting, nell’illustrarci in anteprima alcuni risultati della Cio Survey 2013, realizzata dalla società di consulenza e sponsorizzata da Hp, Microsoft e Telecom Italia, che verrà presentata ufficialmente il prossimo 29 maggio.
Dalle risposte emerge che le aziende italiane sono ancora impegnate a razionalizzare i costi in una sorta di spending review continua. “Il controllo dei costi può essere interpretato come premessa per introdurre altre innovazioni, a condizione che non si prolunghi troppo nel tempo”, commenta Capitani. Ma il 2013 sembra essere di buon auspicio: si prevedono infatti innovazioni di prodotto-servizio, nonché la revisione dei processi di business per migliorare il time-to-market, obiettivo che si posiziona prima dell’efficienza interna e ha lo scopo di migliorare il rapporto con i clienti (figura 1). Va sottolineata anche l’attenzione, benché non ai primi posti nella classifica delle priorità di business, a migliorare i processi decisionali. Il tema dell’internazionalizzazione è collocato in una posizione intermedia, come risultato di strategie diverse in base ai settori: per le realtà industriali è prevalente, mentre è trascurabile nei servizi che si rivolgono a mercati locali.
Le priorità Ict
Sul fronte delle priorità Ict, invece, al primo posto fra le novità emerge il consolidamento delle applicazioni, decisamente in crescita nel 2013 rispetto al 2012 (figura 2). “Questo posizionamento deriva dalla relativa vetustà del parco applicativo, dove alcune applicazioni risultano assai poco utilizzate e altre sono nate in modo customizzato – sottolinea Capitani -. Per interpretare la reale tendenza è utile guardare alle successive priorità che ci parlano di standardizzazione di architetture e processi, con l’obiettivo di rendere l’intero sistema informativo più agile e le applicazioni più interoperabili fra loro, al fine di migliorare l’efficienza”.
Il consolidamento e la virtualizzazione delle infrastrutture, invece, scendono di livello, probabilmente perché già realizzati.
La terza priorità, ampliare i modelli di Ict governanace, è significativa alla luce delle motivazioni che la stimolano. “Non nasce solo dall’esigenza di compliance, ma da altri tre driver – dice Capitani -. Il primo è la necessità di una governance interna al sistema Ict nel momento in cui tende a diventare sempre più integrato. Il secondo riguarda una governance sui responsabili di funzione, che, grazie alla maggiore facilità di introdurre nuove tecnologie, si vogliono rendere autonomi. Il terzo livello di governance riguarda l’innovazione, chi la fa e chi la guida”.
Le risposte successive possono essere interpretate come elementi rafforzativi. L’esigenza di riorganizzazione dell’Ict va nella direzione di un nuovo modello che la vede da un lato come una “fabbrica” e dall’altro un centro servizi che vanno “venduti” alle diverse business unit aziendali. Un’altra voce in forte crescita è l’esigenza del re-skilling delle risorse, che va messa in relazione con il tema del sourcing. Questo può prendere la via dell’outsourcing, realizzato generalmente attraverso il cloud, ma anche quella dell’insourcing, che risulta in crescita rispetto al 2012. Questa seconda scelta comporta la necessità di riscoprire e valorizzare le migliori risorse interne. “In tema di sourcing – evidenzia Capitani -, va poi considerata la questione del consolidamento e della qualificazione dei fornitori”, azioni necessarie per riparare all’abbassamento di qualità dell’offerta Ict, di cui i Cio sono responsabili, avendo fatto prevalere in passato una relazione con i fornitori basata soprattutto sul prezzo.
Crescono i progetti innovativi
Sul fronte dei progetti innovativi, grande risulta l’interesse verso il tema social al fine di migliorare le relazioni con il cliente (figura 3). Segue l’Unified Communication, un’area che sta ricevendo maggiori investimenti, dato l’interesse a ottimizzare le comunicazioni e a ridurre i costi, anche a fronte dell’internazionalizzazione. L’attenzione è in crescita anche sui big data. “Il tema va associato non solo all’attributo Big, ma vanno considerati altri due ingredienti: quali dati servono e come riorganizzare i processi interni per utilizzarli al meglio”, evidenzia Capitani.
Anche il Cloud riceve interesse soprattutto in ambito infrastrutturale, dove consente risparmi immediati; in ambito applicativo fra le aree di destinazione privilegiate va segnalata la posta elettronica.
Molto interesse viene manifestato anche per progetti in area mobile, per i quali vanno considerati come driver sia la diffusione di smartphone e tablet sia i nuovi modelli di organizzazione del lavoro, tipici delle grandi aziende, che sempre più diventano il punto di raccordo occasionale di lavoratori che operano soprattutto all’esterno.
L’internet delle cose risulta infine in media meno rilevante, ma va evidenziato che l’interesse è concentrato soprattutto in alcuni settori, come ad esempio i trasporti, la grande distribuzione, le assicurazioni che impiegano le black box come strumenti per la riduzione delle tariffe ecc.
Dalla Cio Survey 2013 di cui abbiamo anticipato alcuni risultati, emerge dunque la realtà di un Ict nelle aziende italiane medio-grandi che, pur con grande fatica, sta innovando su più fronti. “Da un lato i Cio lavorano per razionalizzare e migliorare i sistemi informativi interni, dall’altro puntano su alcune aree innovative che nei prossimi anni cambieranno probabilmente non solo l’assetto dell’informatica interna ma anche il modo con cui le aziende utilizzeranno l’Ict, più pervasivo e friendly”, conclude Capitani.