Nel corso di una tavola rotonda dedicata alla creazione dell’ecosistema 5G, in occasione della presentazione del report 2021 dell’Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano, hanno portato la loro posizione alcuni degli attori, che di seguito sintetizziamo.
Net Reply si considera parte integrante dell’ecosistema 5G a cui contribuisce anche con la conoscenza di quanto accade sui mercati esteri, grazie alla sua presenza in paesi come Usa, Germania, UK. Lo afferma Pasquale Camelia, Business Development Manager 5G Industries che precisa: “Stiamo investendo sulle tecnologie innovative ivi inclusa la capacità di inserire intelligenza nelle Telco che porterà alla softwarizzazione dei sistemi, nella convinzione che le reti del futuro sempre più trasporteranno codice”. Questi e altri investimenti, come ad esempio nelle interfacce uomo-macchina, deriva dal ruolo di digital trasformer che l’azienda si ritaglia, ossia un operatore di trasformazione, che si concentra nel risolvere l’equazione convergenza fra IT e OT, fra mondo fisico e digitale, abilitata dal 5G. “Stiamo cominciando a vedere che le aziende che integrano il 5G nei processi cominciano a fare passi in avanti”, sottolinea Camelia.
Christian Mazzucco, Head of Wireless Team, Milan Research Center di Huawei, fa il punto sul lavoro del centro di ricerca a Milano (Segrate), particolarmente focalizzato sulle tecnologie radio a onde millimetriche (mmWave) e che si sta traducendo in un prodotto commerciale per il Fixed Wireless Access (FWA), con la creazione delle prime reti commerciali. “Per noi il 26 Ghz rappresenta ancora una banda con alto valore; speriamo si possa usare tutta la banda a disposizione (3Giga, con canalizzazioni da 200Mhz) che domani potrà crescere anche grazie anche allo spectrum sharing fra operatori e la condivisione dei costi di infrastruttura”.
La soluzione in dirittura di arrivo è l’integrated access backhaul (IAB), disponibile fra qualche anno come soluzione commerciale, ma già oggi stabile. “È questo il modo con cui, da un’infrastruttura di macrocelle di altissima capacità possiamo portarci verso il livello stradale o addirittura indoor”, aggiunge. Si potranno così abilitare applicazioni di sorveglianza, sicurezza, monitoraggio remoto, realtà aumentata, oltre a un verticale importante come le connected car. “La sfida sarà portare questo ordine di grandezza e capacità a un costo comparabile con quello della banda C – conclude Mazzucco – La tecnologia c’è, ora servono gli investimenti”.
Il ruolo di Open RAN
Questa tecnologia che si fonda sull’apertura dell’interfaccia e soprattutto sulla virtualizzazione permette di disaggregare software e hardware andando a introdurre nuovi attori nel mondo radiomobile. “La competizione è fattore fondamentale per l’innovazione”, commenta Stefano Cantarelli, CMO e Executive Vice President di Mavenir, azienda che fornisce tecnologia cloud native ai fornitori di servizi di comunicazione.
La virtualizzazione della componente RAN (Radio Access Network) è uno degli elementi principali di una tecnologia già pronta la cui maturità arriverà con i deployment. “Ci sono stati molti trial nel mondo e già ci sono reti che si basano su Open RAN – aggiunge – L’aspetto fondamentale è la programmabilità che permette ad tecnologie come AI e ML di aumentare le capability del sistema”. La sua flessibilità offre inoltre la possibilità di indirizzare con la stessa architettura moltissimi use case.
Sicurezza per il 5G nel manifatturiero e non solo
Il 5G non è tanto una tecnologia radio più veloce ma un ecosistema che raccoglierà un set di applicazioni sui vari verticali, anche in ambito manifatturiero che, prima di altri settori, ha compreso la necessità di misurare il rischio nel campo della cybersecurity che può derivare dal 5G. Lo spiega Giosuè Vitaglione, Responsabile EMEA dello sviluppo del mercato Telco di Fortinet, evidenziando che l’Italia non è indietro rispetto ad altri paesi europei visto che spesso progetti di digitalizzazione industriale nascondono soluzioni 5G sotto il cappello Industry 4.0. “Il 5G assumerà peso crescente con la disponibilità di dispositivi performanti che supportano la digitalizzazione”, precisa. Altre aree di applicazione sono, ad esempio, lo smart building e le smart city dove sarà determinante, grazie a un’infrastruttura digitale e pervasiva, per rivitalizzare progetti di fatto falliti o ridimensionati.
“A fronte delle potenzialità di sviluppo di questi verticali, notiamo tuttavia la crescente industrializzazione del cybercrime che si sta organizzando con enormi risorse – avverte Vitaglione – Ma esistono soluzioni tecnologiche per mettere in sicurezza le applicazioni, le reti e l’infrastruttura, basate su 5G”.
5G fa rima con sostenibilità
È possibile disegnare le applicazioni on top al 5G in chiave di sostenibilità, di riduzione delle emissioni, di Co2, di efficientamento energetico? “Le ricerche mostrano come il 5G sia un fattore molto importante per la decarbonizzazione dell’industria”, è la risposta di Alessandro Puglia, Future of Technology Director di Capgemini in Italia. E spiega che il 5G è un fattore abilitante della digitalizzazione e di nuove tecnologie che svolgono un ruolo importante per migliorare il bilancio di sostenibilità. Le soluzioni basate su tecnologie come ad esempio edge, AI, Iot, daranno modo alle persone di connettersi in maniera più sostenibile e di mantenere le relazioni, riducendo esempio i viaggi. Considerando poi tecniche come il network slicing che va a ottimizzare le infrastrutture per l’industria, fornendo le corrette risorse al momento giusto, si può calcolare quanto si riducono i consumi dei data center e le emissioni di Co2 . “Il 5G supporterà anche il passaggio a processi più efficienti e sostenibili in varie industrie, grazie ai sistemi di smart energy management trasversali, abiliterà nuovi paradigmi smart grid e smart metering, nuove metodiche di analisi predittiva del consumo energetico, l’analisi di domanda e dell’offerta in tempo reale, il monitoraggio real time dell’energia, il monitoraggio dell’infrastruttura cittadina e degli elettrodomestici nelle case”, prevede.
Per ottenere questi risultati è necessario, sul versante degli operatori e su quello applicativo, pensare a una sustainability by design, avendo in mente modelli di rete di bilancio energetico.