Storage Ibm: veloce più del lampo

Dall’acquisizione di TMS, giunge da Ibm sul mercato la famiglia FlashSystems, una linea di sistemi che assicurano, grazie
a una tecnologia che ridisegna il rapporto tra storage e Cpu,
una velocità di accesso di soli 100 microsecondi e si integrano nell’intero portafoglio DI Big Blue.

Pubblicato il 11 Giu 2013

Annunciata nell’agosto 2012 e completata nell’ottobre dello stesso anno, l’acquisizione di Texas Memory Systems (Tms) da parte di Ibm ha dato oggi i suoi frutti. A metà aprile è stata infatti annunciata la linea FlashSystems, dispositivi ‘all flash’, basati cioè interamente su componenti a stato solido, che estendono lo storage di Big Blue in un’area oggi di massimo interesse e, soprattutto, si integrano perfettamente nell’intero portafoglio (server, storage e middleware) dell’offerta infrastrutturale di Big Blue. In effetti, l’obiettivo dell’acquisizione di Tms (il cui aspetto finanziario non è noto, ma che non dev’essere costata poco, data la nuova attenzione del mercato per lo storage flash e il conseguente balzo di valore delle relative tecnologie) era non solo quello di assicurarsi la proprietà di una risorsa strategica, ma d’integrarne i sistemi in modo da realizzare, come ebbe a dire Brian Truskowski, General manager Systems Storage & Networking di Ibm, “Un approccio olistico in grado di sfruttare le soluzioni flash assieme a quelle a disco e a nastro per risolvere problemi complessi”. Il concetto è stato oggi ribadito da Francesco Casa, Storage Platform Manager di Ibm Systems & Technology Group (Stg): “L’integrazione dei sistemi flash nell’offerta e nelle soluzioni business di Ibm costituisce il nostro valore aggiunto”. Valore che si esplica nella capacità dei nuovi FlashSystems, in sinergia ai server Power e al database DB2, di accelerare l’esecuzione delle applicazioni sfruttando tutta la potenza della Cpu, oggi frenata dai limiti dei sistemi a disco, risparmiando nel contempo energia assorbita e spazio occupato a livello Data Center.

FlashSystems serie x20 di Ibm

L’integrazione tra le tecnologie flash di Tms e i disk array di Ibm non è stata un’operazione banale. Come spiega Sergio Resch, Enterprise Storage Solution Leader di Ibm Italia, “la tecnologia FlashSystems si differenzia da quella dei dischi a stato solido in quanto, mentre un Ssd sostituisce semplicemente il disco magnetico tradizionale, con un guadagno in latenza di un’ordine di grandezza (da circa 10 a 1 millisecondo – ndr) la tecnologia Tms sfrutta la velocità delle memorie flash ridisegnando e codificando via hardware i rapporti tra storage e Cpu”. Si riduce quindi la latenza a soli 100 microsecondi, con un guadagno in velocità d’accesso di un ulteriore ordine di grandezza rispetto agli Ssd. La famiglia FlashSystems si compone oggi di due serie che si differenziano per il tipo di cella di memoria usata. La serie 720 usa celle a monolivello (una cella, un bit), allungando di tre volte la vita operativa dei chip di memoria, mentre la serie 820 usa celle ‘enterprise multilevel’ (più bit sulla stessa cella), che permettono d’incrementare la capacità del sistema. Ogni serie ha due versioni: i modelli 720/1 e 820/1 sono ad architettura singola, adatti per ambienti di data warehousing e content delivery, mentre i modelli 720/2 e 820/2 hanno componenti ridondati, per la massima affidabilità in ambienti cloud e transazionali. La capacità è ovviamente modulare, con intercambiabilità ‘hot swap’ dei moduli di memoria, e può arrivare fino a 24 Terabyte. Caratteristiche comuni a tutti i modelli sono il formato (1U, ovvero ‘pizza box’); i doppi controller, fiber channel 8 Gb o InfiniBand 40 Gb e un consumo di soli 400 watt. È stata inoltre annunciata una soluzione che combina un FlashSystem 820 da 20 Tb con un hypervisor Ibm Storwize/SVC per velocizzare e ottimizzare la gestione storage in ambienti altamente virtualizzati.

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