In fatto di tecnologie radicali, dai risvolti quasi fantascientifici, non ci sono dubbi: Big G può dire la sua. L'ultimo ritrovato uscito dai laboratori di Google[x], la factory che lavora in gran segreto allo sviluppo dei progetti più "estremi" e "pionieristici" della multinazionale, si chiama Project Loon ed è una soluzione sperimentale per l’accesso a Internet attraverso palloni aerostatici.
In effetti, l'idea può sembrare un po' folle (non a caso, in inglese "loon" significa "matto"), ma alla base ci sarebbero intenti più che nobili: un anello di palloni che volano intorno al mondo può essere un modo per fornire accesso al web nelle aree rurali, remote e poco servite della Terra a costi accessibili, o essere di aiuto in caso di disastri naturali che abbiano colpito le infrastrutture di comunicazione.
Il principio da cui prende avvio il progetto è semplice: trasportati dal vento a un’altitudine doppia rispetto a quella utilizzata dagli aerei commerciali, i palloni aerostatici possono fornire accesso a Internet a velocità simili a quelle delle attuali reti 3G o anche superiori.
Il funzionamento prevede che le stazioni a terra si colleghino alla infrastruttura Internet locale e trasmettano segnali ai palloni, che, in grado di comunicare tra loro, formano una rete a maglie in cielo. Chi partecipa al progetto si collega alla rete di palloni utilizzando una speciale antenna Internet posizionata sulla propria casa, in grado di inviare e ricevere segnali dai palloni che transitano in cielo.
Ogni pallone è composto da un involucro di plastica molto sottile (circa 0,077 millimetri di spessore) a superpressione (il volume del pallone non cambia quando viene gonfiato) che permette alla struttura di rimanere in aria nella stratosfera. L'apparecchiatura elettronica del pallone, che comprende radio, antenne, un computer di volo e un sistema di controllo dell’altitudine, viene alimentata grazie a pannelli solari.
Questa settimana è stato avviato il primo progetto pilota in Nuova Zelanda: alcune decine di palloni sono stati lanciati dall’area di Tekapo della South Island e una cinquantina di persone aderenti all'iniziativa (cittadini di Christchurch e abitanti in alcune zone di Canterbury) possono connettersi alla "rete del cielo" quando i palloni si trovano in un raggio di 20km dalla loro casa. L’esperienza dei partecipanti al test verrà utilizzata per migliorare la tecnologia e definire la prossima fase di Project Loon.