L’High Performance Computing si fa in Toscana

Nasce presso il polo universitario di Pisa e con il supporto di Dell e Intel, un centro di competenza per il supercalcolo e il cloud computing che alle finalità della ricerca pura abbina una concreta attenzione alle possibili applicazioni industriali di quanto sperimentato.

Pubblicato il 03 Lug 2013

PISA – Due delle più grandi società mondiali dell’It, Dell e Intel, e due delle più prestigiose realtà accademiche italiane, la Scuola Normale Superiore e l’Università di Pisa, hanno unito le rispettive capacità e risorse per dare vita a un centro di competenza per le tecnologie del calcolo ad alte prestazioni e il cloud, ufficialmente presentato alla stampa lo scorso mese. Come sappiamo, una griglia di sistemi Hpc (High performance computing) basati su tecnologie standard e organizzati in un cloud privato rappresenta una soluzione che per economicità, facilità d’implementazione e scalabilità risulta vantaggiosa rispetto ai classici supercomputer destinati all’elaborazione in tempo reale di enormi quantità di dati. Gli ambiti d’impiego sono molti, sia nella ricerca pura (vedi la griglia mondiale realizzata per il Cern di Ginevra) sia nella ricerca applicata, campo che spazia dalla ricerca di nuovi materiali alle biotecnologie, dalla medicina alla meteorologia e alle scienze ambientali. Alla realizzazione dello Hpc & Cloud Competence Center (questo il nome ufficiale della struttura), hanno aderito il centro It dell’Ateneo e il centro di ricerca Dreams (Distributed research environment for advanced modeling and simulation) della Normale Superiore. Quest’ultimo applica l’It alla scienza sia per il calcolo sia per la visualizzazione di dati tramite ambienti interattivi di realtà virtuale. Come spesso accade quando le cose si fanno sul serio, il Centro pisano è in funzione già da qualche tempo e svolge importanti attività, quali, ad esempio, l’elaborazione dei dati provenienti dal sistema di risonanza magnetica Imago 7 di Calambrone. Questo impianto, che si trova a 23 km da Pisa ed è connesso all’Università in fibra 10-40 Gb, lavora a 7 Tesla [l’unità di misura per l'induzione magnetica, ndr] – contro i circa 1,5 T di un normale apparato Rmn ospedaliero – e fornisce immagini di eccezionale risoluzione, preziose per la ricerca, che esigono però un’elevata potenza di calcolo per essere gestite e presentate in un ambiente virtuale che permette al medico-ricercatore di ‘entrare’ nell’organo analizzato.

Filippo Ligresti, amministratore delegato di Dell Italia

Tornando all’It, l’apporto di Dell e di Intel all’iniziativa pisana è tanto semplice quanto fondamentale. I sistemi del Competence Center sono stati interamente forniti dal vendor texano: EqualLogic e PowerVault MD per lo storage (750 Terabyte, la maggiore realizzazione EqualLogic in Europa); Force10 per il networking; il software di gestione e sicurezza della rete SonicWALL e i server PowerEdge C8000. Questi ultimi si basano sul processore Xeon E5-2600 e integrano in questo caso il nuovo coprocessore Xeon Phi, in architettura Mic (Many integrated core), che Intel ha appunto sviluppato per il calcolo intensivo in parallel processing. Come ovvio, l’investimento delle due società nasce per motivi d’immagine, ma non solo: come ci ha chiaramente detto Filippo Ligresti, amministratore delegato di Dell Italia, “il problema per chi gestisce una società come la nostra è quello di trovare i soldi e fare in modo che arrivino alla ricerca piuttosto che altrove. La prima competenza che ho trovato a Pisa è la capacità di collegare in modo concreto la scienza all’industria: per una società come Dell, sostenere una ricerca che possa generare, anche in prospettiva, valore è quello che ha fatto la differenza”.

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