L’anno venturo compirà 120 anni. Che sono una bella età per una qualsiasi industria, ma che per un’azienda che opera nel campo della calzatura sono quasi un primato; tanto più se i prodotti di quest’azienda dopo più di un secolo continuano a trasmettere un’immagine “giovane” e di modernità. Parliamo di Bata, che nasce infatti nel 1894 a Zlìn, nell’attuale Repubblica Ceca, allora parte dell’impero austro-ungarico. Il fondatore, Tomàs Bat’a, esce da una famiglia di calzolai, ma è uno di quei personaggi che pensano in grande e soprattutto “pensano diverso”. L’idea è quella di applicare alle calzature princìpi e metodi dell’industria meccanica: macchinari disegnati ad hoc e produzione organizzata in grande serie. Inoltre – ed è il tratto più creativo – introduce nella tomaia l’uso dei tessuti, le cui varie trame e colori aiutano a differenziare la produzione arricchendo il catalogo.
Il successo è rapido e in breve l’azienda raggiunge una dimensione tale da poter rifornire l’Esercito nella guerra mondiale. Nel ’18 la guerra è persa e l’impero finito, ma negli anni a seguire l’azienda inizia a espandersi all’estero, prima in Europa e poi in Nord America. Nel 1932 Tomàs muore (in un incidente aereo) e gli succede il figlio diciottenne, che nel ’39, anglicizzato il nome in Thomas J. Bata, pensa bene di lasciare l’Europa e trasferirsi in Canada. Infatti poco dopo la fabbrica è requisita dai tedeschi e nel ’45 nazionalizzata dalla Cecoslovacchia filosovietica. Ma Thomas è della tempra del padre e riparte fondando nel ‘46 a Toronto la Bata Shoe Organization (Bso), una realtà che oggi, per volumi e fatturato, è il primo produttore di calzature del mondo, con 60 società in altrettanti Paesi, 5 mila negozi diretti (dove quindi lavora personale dipendente) e ben 300 milioni di paia di scarpe vendute all’anno.
In Italia la presenza Bata si sviluppa dal 1931, quando dalla compartecipazione con altre due società nasce la Compar SpA (dal 1975 con sede a Limena, in provincia di Padova), che originariamente si occupa sia di import/export sia della produzione di scarpe in proprio e su commessa. Dagli anni ’70 si focalizza sul retail e negli anni ’90 sviluppa il franchising e i punti vendita nei centri commerciali. Oggi conta 250 negozi diretti e 160 in franchising, italiano e internazionale. Da questa vasta infrastruttura commerciale e dalla natura stessa del prodotto trattato, caratterizzato come è intuibile da un ciclo di vita breve, legato alla moda e alla stagione, e dall’elevatissimo numero di articoli in catalogo (decine di collezioni per centinaia di modelli con varianti di colori, materiali e misure) nascono le esigenze cui il progetto che presentiamo intende rispondere.
La BI che serve sul campo
Come spiega Daniele Grigoletto, Project Manager delle soluzioni di Business Intelligence in Bata Europe, “La prima necessità emersa era dotare gli Area Manager, che sono delle figure-chiave per l’azienda, essendo il collante tra la sede centrale e il territorio, di uno strumento di consultazione online di dati e report puntuali e aggiornati. Di conseguenza, si sarebbe accelerato lo scambio d’informazioni tra sede e territorio e ridotta la produzione di documenti cartacei”. Si è pensato allora di permettere ai responsabili di area di redarre i rapporti-visita relativi ai negozi direttamente su dispositivi mobili, eliminando i rapporti su carta che venivano poi tradotti in fogli Excel da gestire, analizzare e archiviare in sede in un secondo tempo, in modo da avere una base-dati organizzata sulla quale eseguire tempestivamente le opportune analisi. “Oggi infatti – prosegue Grigoletto – tramite l’applicazione sviluppata, i dati sono automaticamente salvati nel database centrale e sono quindi subito disponibili per essere analizzati in modo strutturato”. Una soluzione, insomma, che oltre a consentire una gestione più precisa e tempestiva dei punti vendita fornisse, tramite questa stessa migliore gestione, le indicazioni più utili a prendere le iniziative di business.
Nella realizzazione del progetto di Mobile Intelligence è stato fondamentale il ruolo di Pragma Management Systems, partner tecnologico storico della società che, avendo supportato Bata nell’implementazione e personalizzazione del proprio Erp, “conosce molto bene – come dice Grigoletto – non solo il business dell’azienda, ma anche quelle che sono le necessità dell’It. Pragma ci ha proposto la soluzione di Information Builders e dopo una selezione fatta portando avanti in parallelo due progetti-pilota, questa è stata scelta per la sua completezza e la sua capacità d’integrarsi al progetto di BI che io seguo personalmente”. Il progetto ha quindi comportato, da parte di Pragma, la predisposizione dell’infrastruttura relativa al portale WebFOCUS di Information Builders; le applicazioni di analisi (con accesso diretto ai database DB2 e Oracle) e lo sviluppo dei relativi report; la predisposizione delle interfacce utente per la distribuzione e archiviazione dei documenti; lo sviluppo di un’applicazione personalizzata (Brand App) per Apple iOS in affiancamento e sostituzione dell’App standard di Information Builders usata nelle fasi pilota.
Oltre alla qualità tecnologica della proposta va però segnalata anche la qualità del rapporto: “Pragma ci ha assistiti nelle varie fasi di realizzazione del progetto la cui esecuzione si è velocizzata grazie anche all’ottima conoscenza della nostra infrastruttura”.
Un aspetto critico del progetto Bata era infatti l’integrazione del sistema di Mobile BI con il sistema gestionale della società, che è stata condotta con ottimi risultati: “La soluzione di Information Builders – spiega Grigoletto – ha completato in una parte mancante, quella del supporto ai dispositivi mobili, un sistema di BI che in Bata già esiste”. Questo sistema si basa su un software proprietario, che si chiama Board, e su un Data Warehouse che viene alimentato ogni notte da strumenti di Etl e di Data quality che estraggono i dati di vendita e stock dall’Erp. Questo stesso DW è la fonte primaria di dati pre-aggregati per la parte di BI di Information Builders, che però, per alcune informazioni mancanti nel Data Warehouse, si aggancia anche direttamente all’Erp tramite propri strumenti di Etl che estraggono e validano dati che poi vanno ad alimentare il reporting sul terminale mobile. Un’architettura, come si vede, alquanto complessa che si è potuta realizzare in poche settimane grazie appunto alla buona conoscenza dei sistemi aziendali da parte del partner.
Una soluzione per l’Europa
“La soluzione è accettata di buon grado dagli utenti, dato che soddisfa l’esigenza già da tempo avvertita da parte degli Area Manager di avere in tempo reale i dati necessari per capire l’andamento, e non solo quello, dei negozi sotto la loro responsabilità. Oggi queste figure, che sono per la maggior parte del loro tempo sul territorio, hanno uno strumento mobile che fornisce loro in tempo reale l’andamento dell’area, delle vendite, dello stock e degli altri Kpi che l’azienda misura per il singolo negozio”. Interessante, tra gli indicatori di cui si è detto, un originale “indice di redditività” dato dal rapporto tra visitatori e vendite di ogni punto vendita. Il valore è calcolato confrontando gli scontrini emessi dalle casse con i movimenti rilevati dai contapersone posti agli ingressi tramite un algoritmo di normalizzazione, che fa parte dei tool di Data quality, che elimina ciò che, per orario, tempo di permanenza o altro, non è ritenuto il vero ingresso di un potenziale acquirente.
I prossimi passi del sistema di Mobile BI Bata, che è in linea da circa due mesi, sono lo sviluppo di un’applicazione multidevice (quella attuale è per Apple iOS) e l’aggiunta di un sistema di controllo e gestione dei dispositivi mobili. Ma soprattutto, si sta lavorando in modo che il sistema possa essere a breve adottato da tutte le compagnie Bata in Europa. Un’operazione complessa, ma facilitata dal fatto che le società sono tutte normalizzate sulle soluzioni tecnologiche, sia gestionali sia di BI, sviluppate dal dipartimento It italiano. Bisognerà però rendere il software parametrizzabile in modo da potersi adattare a ogni realtà. “Quello che è nostro compito – conclude Grigoletto – è integrare nel progetto che ha avuto come pilota l’Italia, quelle che saranno le speciali esigenze delle altre compagnie europee, per creare una soluzione che sia comune e utilizzabile da tutti”.