Caso Utente

Unitec: più dati raccogli, meglio maturano i frutti

Le macchine selezionatrici e calibratrici di frutta e verdura dell’azienda italiana, punto di riferimento del settore a livello mondiale, raccolgono ed elaborano dati per ottimizzare la filiera di produzione dal campo fino allo scaffale, riducendo tempi e costi per la gestione dei prodotti

Pubblicato il 15 Mag 2019

agrifood ottimizzare la filiera - caso utente unitec: macchine smistatrici di frutta sullo sfondo del logo Unitec

Una ciliegia tira l’altra. Soprattutto se sono buone e belle. Obiettivo non così banale da raggiungere quando la produzione di ciliegie raggiunge enormi volumi in tutto il mondo e deve soddisfare le aspettative sempre più elevate di milioni di consumatori. E quello che vale per le ciliegie, ovviamente, vale anche per qualsiasi altra varietà di frutta e di ortaggi veicolato nei punti vendita della grande distribuzione, in Italia e all’estero. Diventa quindi vitale nell’agrifood ottimizzare la filiera di produzione.

Il processo costante d’industrializzazione e standardizzazione dei prodotti ortofrutticoli ha raggiunto livelli evolutivi di complessità inimmaginabili per un consumatore medio.

Agrifood, ottimizzare la filiera: la fase essenziale della selezione e calibratura

Uno dei passaggi fondamentali nelle filiere dei paesi all’avanguardia nella produzione ortofrutticola, con l’Italia in prima linea, è proprio quello della selezione, calibrazione, classificazione e ‘omogeneizzazione’ : quando, per esempio, enormi quantità di mele o di pere provenienti da alberi e campi situati anche in aree ben distanti tra loro affluiscono nel medesimo centro di lavorazione e confezionamento per essere suddivise in base ai parametri qualitativi stabiliti negli accordi tra produttori, grossisti e catene della grande distribuzione e predisposte alla spedizione e al trasporto.

Fino agli anni Ottanta, questo lavoro di selezione e suddivisione era per lo più svolto manualmente da operaie specializzate. Anche questa fase, però, è andata via via sempre più meccanizzandosi e tecnologizzandosi, a cominciare dall’adozione dei primi impianti di calibratura ottico-volumetrica, per esempio per le mele o per le pere.

Nell’ambito della produzione di linee e di macchine selezionatrici e calibratrici per la frutta, l’Italia può vantare una buona tradizione. Le aziende attive in un comparto così specifico hanno accolto a braccia aperte le nuove apparecchiature, strumentazioni e soluzioni portate, a ogni livello, dall’era della digital transformation.

Unitec: un riferimento per il settore

Uno dei principali rappresentanti di questo settore è Unitec, che ha sede a Lugo, in provincia di Ravenna (ma conta filiali in Argentina, Australia, Cile, Francia, Russia, Spagna, Sudafrica, Turchia e Stati Uniti), e oltre a garantire impianti per la selezione e calibratura di molti generi di frutta e verdura, s’è andata specializzando nelle macchine per frutti e ortaggi piccoli e delicati, come le ciliegie, i mirtilli, o anche i kiwi, i datteri e i pomodorini.

Linee e attrezzature che ormai da anni sono in grado di raccogliere ed elaborare dati per ottimizzare la filiera di produzione dal campo fino allo scaffale, riducendo i tempi e i costi per gli operatori più direttamente interessati.

“La graduale informatizzazione di questi impianti di selezione e calibratura – ha spiegato Paolo Pasini, Consultant Department Development di Unitec, in occasione del convegno Il digitale scende in campo, ma la partita è di filiera!, presso l’Università degli Studi di Brescia per la presentazione dei dati 2019 dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia – e la progressiva integrazione e diffusione dei dati raccolti e condivisi da macchine come le nostre hanno permesso di fare via via dei passi in avanti molto significativi a tutto il settore, sia a monte, a vantaggio dei produttori ortofrutticoli, sia a valle, fino alle catene della distribuzione moderna e, quindi, ai consumatori finali. Non a caso, la nostra azienda contava 125 dipendenti nel 2010 e ora è arrivata a 250, e dai 75 milioni di euro di fatturato, quest’anno siamo giunti a quota 100 milioni. Una crescita che è andata di pari passo a quella dell’evoluzione delle imprese ortofrutticole più avanzate e innovative non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. Sono quelle aziende che hanno capito che una gestione remunerativa dell’ortofrutta non è più solo una questione di logistica, ma richiede piuttosto un’evoluzione costante di tutto un sistema di produzione e di lavorazione, che dimostri con regolarità la capacità di capire, per ogni raccolto, quanto può essere sostenibile sul piano dei costi e su quello dell’impatto ambientale, e quanto può incontrare i gusti dei consumatori finali, del mercato, della distribuzione e così via”.

Un esempio di come nell’Agrifood ottimizzare la filiera di produzione sia un ambito che apre grandi opportunità.

Il caso delle ciliegie Melinda: l’analisi dei dati elimina i frutti malati

Significativo, in questo senso, è l’esempio delle ciliegie Melinda: nel 2016, il Gruppo Melinda ha acquistato e installato nel proprio stabilimento di Segno (Tn), un impianto Unitec a 6 canali, equipaggiato con la tecnologia Cherry Vision 2 per la calibratura elettronica e la classificazione della qualità esterna e interna delle ciliegie. Già nel 2017, si sono registrati i primi effetti positivi, sia in termini di riduzione dei costi di manodopera (pari a 60 centesimi all’ora per addetto), sia in termini di aumento dei prezzi di acquisto ai produttori, con 30 centesimi in più al chilo sul prezzo pagato ai produttori. Per di più, mentre le ciliegie della Val di Non, come in tutto il settore cerasicolo italiano, si trovavano a combattere con i problemi derivanti dalla Drosophila Suzukii, che avrebbe potuto danneggiare la qualità dell’intero raccolto, grazie alla tecnologia Cherry Vision di Unitec e alla raccolta, analisi e condivisione dei dati, tutti i frutti colpiti dal parassita sono stati eliminati dai lotti immessi sul mercato, a tutto vantaggio dei prezzi e dell’accoglienza dei consumatori. Infine, nel 2018, il fatturato derivante dalla vendita delle ciliegie Melinda ha raggiunto un livello record, e per la prima volta, oltre il 10% di queste ciliegie sono state vendute all’estero.

La creazione di spin off attive sui campi per rispondere a esigenze specifiche

“Per andare avanti in questa direzione, quindi – ha rimarcato Pasini ­–, si rende necessario dotarsi di un sistema uniforme per la connessione e la condivisione dei dati relativi ai vari lotti della campagna di raccolta, che poi anche Unitec elabora nell’ambito delle nostre selezionatrici e calibratrici, basandosi sui parametri più classici come il contenuto zuccherino, il colore, la dimensione, i difetti interni ed esterni, in modo da riuscire a sviluppare una standardizzazione e un’omogeneizzazione della frutta selezionata e quindi ad aggiungerle un valore ben riconoscibile sia da parte degli operatori intermedi che dei consumatori finali. Per estendere tale ambito di ricerca e offrire nuovi contributi concreti in questa direzione, in relazione ai dati provenienti dal campo e dal frutteto, abbiamo creato alcune spin off. Una di queste, in particolare, produce dispositivi per la valutazione dei frutti quando sono ancora sugli alberi, naturalmente con gli stessi parametri: grado zuccherino, colore, dimensione e forma ecc. Così, prima ancora di arrivare alla fase vera e propria della selezione e della calibrazione della frutta, siamo stati in grado di ridurre ulteriormente, e anche di molto, i tempi e, quindi, tutte le operazioni connesse al raccolto, alla conservazione, e anche al trasporto, che sono diventate più precise, mirate ed efficienti”. Per il prossimo futuro c’è anche l’impegno a sviluppare sistemi di selezione e calibrazione ancora più rapidi, ricorrendo all’intelligenza artificiale e a sistemi di autoapprendimento.

L’esempio di Unitec può aiutare a comprendere quanto siano molteplici e nuove le opportunità per utilizzare e valorizzare i dati nell’Agrifood per ottimizzare la filiera di produzione. Ma anche che, per ottenere validi risultati, e costanti nel tempo, non si può fare a meno di adottare un approccio strategico, che l’Osservatorio Smart Agrifood ha definito Food Data Journey: un percorso che si fonda soprattutto sulla comprensione del valore dell’elaborazione del dato come risorsa chiave, preziosa e fonte di vantaggi competitivi, che richiede però, appunto, l’adozione di una visione a lungo termine e che si basa su una serie di analisi prioritarie all’implementazione tecnologica.

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