Mentre l’azienda consolida e diffonde la sua offerta di suite low code, all’Appian World 2022 sfilano sul palco i valori e le mission che ne stanno guidando il piano strategico. Rivolgendosi ai 1.400 partecipanti al primo appuntamento “live” post pandemia, il CEO Matt Calkins ha infatti scelto di parlare di democratizzazione della conoscenza e di co-creazione di soluzioni. Un modo “engaging” per ribadire come “oggi il low-code non sia solo low code, ma anche Robotic Process Automation (RPA), intelligenza artificiale (AI), Intelligent Document Processing (IDP) e molto altro”. L’intenzione è quella di trasformarla in una strada per raggiungere agilità, velocità e responsabilizzazione, rendendo il mondo IT complice di evoluzioni globali, urgenti e di forte impatto per la società
Tecnologia e low code al servizio delle grandi sfide globali
A rimarcare la volontà dell’azienda di affermarsi come thought leader del low code, oltre che tecnologicamente all’avanguardia, la presenza sul palco del premio Nobel per la Pace nel 2014 Malala Yousafzai.
Simbolo della democratizzazione dell’istruzione come strumento di miglioramento della società, la giovane pakistana ha sottolineato la forte responsabilità che oggi la tecnologia può assumere in questa sfida. “Il digitale in diverse forme rappresenta un potente mezzo per aumentare i livelli di accesso alla formazione. Nessuno deve restare indietro, bisogna includere anche gli emarginati fornendo strumenti a basso costo ma tecnologicamente efficienti” spiega.
L’epidemia ha evidenziato come il digital divide abbia grosse conseguenze sull’accesso all’istruzione di alcune fasce più deboli. La 24enne premio Nobel racconta di averla trasformata “in uno stimolo per tutti per prepararsi meglio ad affrontare futuri imprevisti, anche economici e geopolitici, e a esplorare nuovi modi per offrire educazione”. Invita tutti a fare altrettanto, aziende comprese, e Appian interpreta questa urgenza in chiave IT lanciando #lowcode4all. Questo percorso gratuito per l’accesso all’istruzione e alla certificazione low code offre 1000 borse di studio per talenti della futura generazione ma anche opportunità di upskill e reskill perché “bisogna sentirsi studenti tutta la vita” ricorda Malala Yousafzai.
Anche il tema della collaborazione risuona nelle parole della giovane e, opportunamente declinato, trova spazio anche nelle strategie di Appian. Malala Yousafzai la cita come unica strada per le Nazioni Unite per concretizzare il proprio impegno. Spiega infatti che “è importante che inizino a lavorare con altri gruppi di supporto esperti locali, più consapevoli del contesto e più ricchi di informazioni specifiche. Fornendo risorse e strumenti per permettere loro di agire sul campo, potrebbero nascere interventi sinergici più efficaci”.
Il legame con il messaggio dell’azienda è chiaro: la co-creazione di progetti strategici data-driven più personalizzati è uno dei perni attorno a cui ruota la nuova strategia di partnership di Appian, sempre più focalizzata a realizzare progetti customer-centric sinergici. Il low code stesso può (e vuole) essere un abilitatore di cooperazione anche all’interno di una stessa azienda. A dimostrarlo la sua preziosa capacità di far collaborare business e IT, una delle principali leve di business per Appian e competitor in tutti i verticali e i mercati esplorati.
Crescono clienti, processi e community: il low code conquista ogni settore
Dialogando con Malala sul ruolo della tecnologia nella risoluzione di crisi globali, Calkins ha fatto emergere anche l’importanza dei dati “per la comprensione del reale impatto delle azioni pianificate e il loro miglioramento”. L’esempio citato sono le sanzioni contro la Russia, “sopravvalutate in quanto a efficacia”.
Proprio la valorizzazione dei dati e la loro crescente integrazione all’interno dei processi aziendali è uno degli obiettivi del percorso di crescita che l’azienda vuole portare avanti, in particolare con l’introduzione dei low code data – oggi utilizzati dal 37% dei clienti – e l’obiettivo di diventare un data hub abilitando l’emergente trend del data fabric.
A seguito dell’acquisizione di Lana Labs nell’agosto del 2021 (specializzata in process mining) Appian descrive il suo prodotto come qualcosa che è in grado di “unire diagnostica e azione”. Calkins spiega: “Se questa tecnologia permette di fare una fotografia del passato, il workflow aiuta a decidere le azioni per il futuro. Unendole potenziamo il livello di automazione dei processi distinguendoci come la suite del low code in grado di ‘connettere opportunità’”.
Payoff dell’evento stesso, questo proposito guiderà nei prossimi mesi l’azienda e la sua community che, ogni mese, segna aumenti “da record”. Ottimi anche gli altri numeri riportati all’Appian World 2022: login quadruplicati superando i 70 milioni, processi eseguiti passati da 2,5 a 4 miliardi in un anno, una customer retention che sfiora il 100%. Forte di una valutazione di mercato pari 3,6 miliardi di dollari, Appian vuole ora continuare a cavalcare il bisogno di agilità, velocità ed empowerment emerso con la pandemia puntando su “una piattaforma che porta innovazione ed evolve continuamente”.
Italia terzo mercato europeo e l’asse di Appian si sposta verso il nostro continente
La proposition annunciata da Calkins funziona anche in Italia, dove il team è già attivo sulle due mission: democratization e co-creation. Il #lowcode4all si è tradotto finora in collaborazioni con centri di formazione e università, partendo da quelle di Bari e Campobasso. La collaborazione coi partner su progetti specifici è diventato invece il fulcro della strategia con cui Appian Italia sta iniziando a proporsi alla PA.
L’idea, spiega Silvia Speranza, Regional Vice President di Appian Italia, “è di creare partnership costruttive a tre, mirate a sviluppare una strategia strutturata per ogni specifico caso, assieme a partner e cliente”. Change management e regolamentazioni rappresentano le principali sfide di un settore che si affaccia al low code spinto anche dal PNRR e che merita attenzione. Il principale target di Appian restano però le grandi aziende, oggi distribuite tra Milano e Roma con una proporzione di 60-40. Energy e utilities in primis, mentre il team italiano “semina” nel settore Finance.
Speranza indica poi come “forte e trasversale” la necessità di introdurre il low code nei processi di corporate HR: “c’è sempre maggiore richiesta di connettere i tanti ambiti che ruotano attorno alle risorse umane. L’employee experience e l’employee satisfaction sono e restano sempre al centro dell’evoluzione di ogni organizzazione”.
Con 22 partnership attive, un team di circa 40 persone e un’area customer in continua espansione, l’Italia rappresenta per Appian il terzo maggior player dopo UK e Spagna in un mercato europeo con sempre maggior peso. In sei anni il contributo EMEA alle revenue globali è infatti passato dal 10% al 40%, quello alla loro crescita oggi si aggira attorno al 10-15%.
Dal punto di vista più tecnologico, la strategia europea quest’anno punta soprattutto sull’unificazione di process mining, workflow e automation in una singola piattaforma. “É la promessa del low code, la vogliamo proporre rafforzando le partnership di valore già esistenti e puntando sempre di più sulla qualità. Oggi le aziende investono in tecnologia in modo più lungimirante, mirato ed efficace, noi vogliamo offrire loro sempre più opportunità per farlo”.