Da oltre un decennio, la digitalizzazione ha profondamente inciso sul mondo bancario e quello assicurativo e nell’articolo Finance, i fattori esterni e interni che stanno trasformando il settore, con l’aiuto di Filippo Renga, Direttore Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano, abbiamo individuato i fattori che stanno determinando un’accelerazione della trasformazione. In questo articolo, andremo invece a vedere quali sono le tecnologie che abilitano la trasformazione dei processi aziendali.
Come Big Data Anlytics e intelligenza artificiale abilitano la trasformazione
Analizzando i principali processi del mondo Finance emerge che big data analytics e intelligenza artificiale sono le due famiglie di tecnologie e soluzioni in prima linea nell’abilitare la trasformazione delle realtà del settore.
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- Finance, i fattori esterni e interni che stanno trasformando il settore
“Uno dei processi che risulta più fortemente impattato riguarda proprio l’attività core del sistema bancario, ossia la gestione del rischio”, introduce Renga, che prosegue: “Una categoria di soluzioni determinante per la trasformazione di questo processo è quella dei big data analytics che consente di gestire, analizzare e utilizzare tutte le informazioni necessarie per essere più precisi nella valutazione del rischio, integrando dati da fonti interne ed esterne alla banca”.
Un altro processo dove le tecnologie digitali stanno facendo la differenza è la gestione del cliente: “Negli anni scorsi c’è stato tutto l’importantissimo processo di digitalizzazione per abilitare l’home banking e adesso stiamo assistendo a un’evoluzione verso il mobile”, spiega Renga, ricordando l’importante impulso che, in questo ambito, viene dal mobile payment.
Per quanto riguarda la gestione del risparmio, è importante il supporto delle tecnologie di machine learning e intelligenza artificiale utilizzate per i Robo Advisor, sistemi che forniscono una consulenza finanziaria digitale basata su formule matematiche o algoritmi, e aiutano ad allocare risorse finanziarie o gestire il risparmio (Digital Wealth Management). L’Osservatorio ha riscontrato nel 2017 un crescente interesse a livello internazionale verso questi strumenti sia da parte degli incumbent sia da parte delle startup.
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Filippo Renga
“Abbiamo poi tutti i processi che gestiscono l’incontro tra domanda e offerta nel mondo della finanza dove aumentano le piattaforme che abilitano questo matching: crowdfounding, peer-to-peer banking ecc. E, infine, rimanendo nell’ambito dei processi più importanti e significativi c’è la gestione della compliance: si sono sviluppate soluzioni che consentono di gestire in modo sempre più automatizzato e sicuro l’adeguamento alle regole, agevolando la verifica di comportamenti illegali”, aggiunge il direttore dell’Osservatorio.
Trasversale a tutti i processi, una delle componenti che nel Finance, come negli altri settori, rappresenta un tassello importante sono le API (Application Programming Interface) perché “da un lato velocizzano e semplificano l’attivazione di nuovi servizi per gli attori tradizionali, aumentando in maniera notevole la flessibilità a livello di costi e tempi con cui un istituto bancario o assicurativo può modificare il proprio perimetro di attività, e dall’altro riducono fortemente le barriere di ingresso per i new comer”.
Focus su blockchain e l’impatto sul Finance
La blockchain è una delle tecnologie che vengono considerate maggiormente disruptive dagli analisti in vari ambiti perché, da un lato, garantisce la sicurezza, l’integrità e l’immutabilità dei dati scambiati, dall’altro, impatta direttamente sui modelli di business dato che le relazioni non sono più caratterizzate da una logica di filiera gerarchica, ma da relazioni reticolari basate su regole condivise da tutti gli attori.
E il mondo bancario risulta essere in prima linea nelle sperimentazioni e nei progetti che riguardano l’utilizzo di questa tecnologia. Dall’analisi compiuta dall’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger su 331 progetti considerati in tutto il mondo nel 2017, 196 afferiscono al settore bancario (con un incremento del 57% rispetto all’anno precedente) e 9 a quello delle assicurazioni. Nella figura 1 è rappresentata la distribuzione di 125 servizi finanziari sviluppati su blockchain analizzati dall’Osservatorio dove si vede che Pagamenti interbancari (38%) e Capital markets (28%) sono i servizi più gettonati. “Gli ambiti applicativi – commenta Renga – sono veramente tanti. C’è tutto il tema degli smart contract che hanno molteplici possibilità di utilizzo, come nella gestione del rischio finanziario perché consentono di tracciare i beni in modo certo: per esempio Everledger ha sviluppato una soluzione basata su smart contract inseriti in una blockchain privata per certificare il ciclo di vita dei diamanti. O il tema del Trade Finance, ossia il trasferimento di fondi internazionali tracciando queste transazioni in modo più sicuro e inviolabile. E, infine, il processo di prestito, come il progetto sviluppato da Banca Mediolanum che permette di verificare che la somma prestata sia utilizzata effettivamente per l’obiettivo per il quale è stata chiesta”.
Risulta inoltre che il tema interessa anche le Banche Centali; quelle di 26 Paesi si stanno infatti interessando alla blockchain: 10 stanno lavorando su sistemi di criptovalute nazionali, 7 su sistemi di distributed ledger (sistemi che permettono ai nodi di una rete di raggiungere il consenso sulle modifiche di un registro distribuito in assenza di un ente centrale) per le transazioni interbancarie e 9 hanno commissionato studi per meglio comprendere il tema. Interesse anche da parte degli istituti finanziari italiani come, per esempio, mostra la collaborazione tra Intesa Sanpaolo e la startup Eternity Wall (il progetto nasce per rispondere alle normative sull’archiviazione dei dati delle transazioni finanziarie garantendo l’immutabilità dei dati) o di Borsa Italiana con IBM (progetto per tracciare nuove linee di trading e consentire alle PMI di ottenere finanziamenti condividendo i propri dati finanziari in un’arena pubblica trasparente e sicura). Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca Mediolanum partecipano inoltre al consorzio internazionale R3, un consorzio di oltre 100 istituzioni finanziare di tutto il mondo volto a sviluppare, tramite la piattaforma Corda, sistemi di Distributed Ledger per le relazioni interbancarie.
Le specificità del mondo assicurativo: l’importanza dell’IoT
Anche se gli esempi che abbiamo riportato riguardano il mondo bancario, big data analytics, intelligenza artificiale e blockchain sono le tecnologie che hanno il maggiore potere disruptive anche nel mondo assicurativo. A queste si aggiunge l’importante impatto dell’IoT che, grazie alle cosiddette “scatole nere” per le auto (che registrano una serie di informazioni relative al comportamento di guida ecc.) e alla domotica (che consente di monitorare case, negozi ecc. in modo più efficace rispetto al passato), abilita la possibilità di costruire prodotti assicurativi personalizzati e più coerenti con le specifiche esigenze dei clienti.
Dalla ricerca IoT & New Insurance Models, del Digital Insurance Hub (promosso da CeTIF in collaborazione con CRIF), che ha visto la partecipazione di 6 compagnie che operano nel mercato italiano (Arca Vita, Credemassicurazioni e Credemvita, Generali Italia, Helvetia, ITAS Mutua e Munich RE), risulta che nel 2018 la diffusione di polizze abbinate a dispositivi IoT è ancora in crescita in particolare nel comparto motor: il 61% delle prime 35 compagnie offrono soluzioni di questo tipo. Ma anche nell’ambito dell’assicurazione dei beni immobiliari l’IoT si sta facendo strada: nel 2018 il 25% (contro il 16% del 2017) dei principali gruppi ha emesso polizze con integrazioni IoT “semplici” con dispositivi connessi che offrono servizi come la rilevazione degli incendi, monossido di carbonio, temperatura, intrusioni.