Dove trovare tutto quello che vorreste sapere sull’Olap…

L’Olap Survey, ideata e realizzata da Nigel Pendse (nella foto) e giunta alla sesta edizione, è una pubblicazione di riferimento per comprendere come le soluzioni Olap vengono recepite dagli utenti, quali le maggiori criticità, quali i vantaggi. Nell’Olap Suvery 6 emerge che il fattore determinante nella scelta della soluzione è la facilità d’uso

Pubblicato il 04 Lug 2007

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Nigel Pendse, inglese, laureato in ingegneria nucleare, si è in realtà sempre occupato in vari modi – prima come venditore e utilizzatore, poi come analista, consulente e conferenziere – di Business Intelligence – raggiungendo una notorietà internazionale come creatore, animatore e principale estensore sia dell’Olap Report che dell’Olap Survey.
L’Olap Report, la cui pubblicazione in formato cartaceo ha avuto inizio nel 1994, si è subito imposto come la più ricca e imparziale fonte disponibile di dati e informazioni riguardanti le tecnologie, i prodotti e le applicazioni Olap, una delle principali aree della Bi, di cui lo stesso Pendse ha contribuito a ridisegnare i confini, all’epoca ancora piuttosto incerti.
L’acronimo Olap, che sta per ‘On-Line Analytical Processing’, non è infatti mai stato considerato da Pendse né una definizione né una chiara descrizione di che cosa sia effettivamente l’Olap. La revisione del concetto da lui operata ha dato origine a un altro acronimo, Fasmi, ovvero ‘Fast Analysis of Shared Multidimensional Information’, che può anche essere visto come una definizione più accurata di questo particolare settore applicativo, ma che allo stesso tempo fa riferimento a cinque metriche (descritte nella pagina Web dell'Olap Survey 6) le quali consentono sia di identificare univocamente i prodotti effettivamente attribuibili alla categoria Olap, sia di confrontarne, nel limite del possibile, le performance.
L’Olap Report, i cui contenuti sono piuttosto tecnici, ed è quindi destinato a un target di utenti esperti, dal 2002 è disponibile solo on-line via Web. Alcune sue sezioni, una dozzina rispetto a un totale di oltre 100, sono consultabili gratuitamente, ma per poter accedere all’intero sito e ai suoi continui aggiornamenti, è necessario sottoscrivere un abbonamento il cui costo annuo si aggira attorno ai 3000 dollari. Tariffa giustificata dal fatto che nello specifico settore l’autorevolezza e l’influenza delle analisi contenute nell’Olap Report sono considerate paragonabili a quelle di Gartner.

L’Olap Survey
Nel 2001, Nigel Pendse incomincia a pubblicare, accanto all’Olap Report, anche l’Olap Survey. Ideata come naturale complemento del Report, i suoi contenuti, le tecniche con cui viene elaborata e le modalità di interazione con i fornitori dei dati e i possibili utilizzatori sono però del tutto diversi. Mentre l’Olap Report è una raccolta, tenuta costantemente aggiornata, di valutazioni qualitative scritte da esperti del settore su una certa serie di prodotti e tecnologie ed è accessibile solo via Web, l’Olap Survey propone invece dettagliate analisi quantitative delle esperienze di impiego riguardanti gli stessi prodotti e tecnologie, ma fatte dai loro stessi utenti, e viene pubblicata una volta all’anno solo in forma cartacea (al prezzo di 3495 dollari).
Gli aspetti presi in considerazione dall’Olap Survey sono particolarmente numerosi andando dal perché le aziende scelgono certi prodotti Olap al come effettivamente vengono usati, da quali sono i problemi incontrati nella loro implementazione ai risultati ottenuti, dall’entità degli investimenti fatti a quelli che sono stati i ritorni e i livelli di soddisfazione effettivamente riscontrati.
Dati e informazioni praticamente introvabili altrove e sicuramente di grande interesse per tutte le aziende che desiderano ottenere i migliori risultati dai loro investimenti in Bi, in quanto permettono di scoprire, al di là degli “hipe” del momento e delle pressioni pubblicitarie, quali sono i prodotti Olap di maggior successo, quelli cioè che consentono le migliori performance ai costi più interessanti presentando al tempo stesso i minori problemi di utilizzo.

L’Olap Survey 6
L’Olap Survey, che viene pubblicata ogni anno a novembre, è giunta ormai alla sesta edizione, la più ricca della serie, con le sue 380 pagine, le 80 tabelle e i 160 grafici. Essa è stata condotta su un campione di utenti di uno o più prodotti Olap appartenenti a 78 Paesi, a 1679 aziende e a 32 diversi settori di industria.
Il 38,4% delle aziende del campione sono localizzate nel Nord America, il 52,9% in Europa e l’8,7% nel resto del mondo. Dei 32 settori di industria i più rappresentati – totalizzando il 44% del campione – sono quelli (in ordine decrescente) delle assicurazioni e dei servizi finanziari, del banking, della grande distribuzione, dei beni di largo consumo, dell’healthcare, della produzione di macchine utensili, delle telecomunicazioni,
Il 10,4% delle aziende considerate ha un fatturato inferiore ai 20 milioni di dollari, il 47,7% ha un fatturato che va dai 20 milioni ai 1000 milioni di dollari, mentre il fatturato del restante 41.9% supera i 1000 milioni di dollari. Il valore mediano dei fatturati è pari a 624 milioni di dollari (467 milioni di euro).
Nell’Olap Survey 6, tredici prodotti sono stati indicati da un numero di aziende tale da renderli singolarmente considerabili. Si tratta di: Applix Tm1, Board Management Intelligence Toolkit, Business Objects Web Intelligence, Cognos Analysis, Essbase, Microsoft Analysis Services, MicroStrategy, Mik Olap, Mis, Oracle Discoverer, Oracle Olap servers. OutlookSoft, e Sap Bw.

Alcune scoperte interessanti
Dall’elaborazione dei questionari emerge una serie di osservazioni, sicuramente interessante quando non sorprendente. Ad esempio i primi cinque fattori che hanno influito in modo determinante sulla scelta finale dei prodotti utilizzati sono, in ordine di importanza decrescente: le funzionalità, la facilità d’uso da parte degli utenti finali, le performance, il costo, e la possibilità di integrarli con altri prodotti già in uso in azienda.
Tuttavia, se si vanno poi a vedere i fattori ai quali è stato attribuito il successo dei progetti, le risposte cambiano nettamente, e in testa alla classifica le funzionalità sono state sostituite dalle performance, seguite dalla capacità di supportare contemporaneamente un numero elevato di utenti, e dai Poc (“proof of concept”) più performanti. In definitiva dei cinque fattori che hanno determinato la scelta iniziale dei prodotti, l’unico rimasto è la facilità d’uso da parte degli utenti finali.
Facendo sempre riferimento al successo dei progetti, solo l’1,0% delle aziende del campione si è dichiarata completamente insoddisfatta (“ nessuno degli obiettivi è stato raggiunto e il progetto è stato abbandonato), mentre nel 73,7% dei casi gli obiettivi sono stati largamente raggiunti se non addirittura superati. Rimane una fascia intermedia di aziende, rappresentata dal 25,30% del campione, che con varie sfumature, si dichiara sostanzialmente insoddisfatta (“nessuno degli obiettivi è stato per il momento raggiunto, ma il progetto continua”, “qualche obiettivo è stato a stento raggiunto”, “gli obiettivi che ci eravamo proposti sono stati solo parzialmente raggiunti.”
Fra le cause dell’insoddisfazione, quelle più indicate, sono nell’ordine: tempi di risposta troppo lenti (19.3%), cattiva qualità dei dati (18.7%), politiche aziendali (15.8%), problemi legati alle persone (13.7% ), cambiamento dei requirement durante la fase di sviluppo (12.8%), disaccordo sui requirement (11.0%), problemi di software (10.7%), ed ancora: incapacità del prodotto di gestire grandi quantità di dati, mancanza di alcune funzioni indispensabili, problemi di sicurezza.
E per terminare, ma l’Olap Survey 6 è una miniera senza fondo di informazioni utili, uno dei fattori da tener ben presente nell’implementazione di un progetto Olap è la qualità del supporto fornito dal vendor del prodotto. Su questo aspetto il campione si è così espresso: il 25.6% lo ha ritenuto eccellente (“accurato e tempestivo”), il 53.1% “sostanzialmente accettabile”, il 13.5% di buona qualità tecnica ma lento negli interventi, e il 7,80 di cattiva se non pessima qualità.

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