SAN FRANCISCO – Nasce nel 1899 come casa costruttrice di automobili, ma ormai da tempo Fiat è un’azienda multinazionale e, dopo la fusione con Chrysler, il gruppo automobilistico diventato Fca – Fiat Chrysler Automobiles progetta, costruisce e vende veicoli di grande diffusione in tutto il mondo con i marchi generalisti Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Abarth e Fiat Professional, cui si aggiungono Chrysler, Jeep, Dodge, Ram, Street and Racing Technology e i servizi aftersales di Mopar. Il gruppo è riconosciuto a livello mondiale anche nel segmento delle autovetture di lusso, grazie agli storici brand italiani Ferrari e Maserati, ed opera anche nel settore dei componenti con Magneti Marelli e Teksid e nel comparto dei sistemi di produzione con Comau.
Una premessa doverosa, questa, per far comprendere la complessità di business all’interno della quale deve adeguatamente muoversi l’Ict, dipartimento il quale, “ancor prima della fusione con Chrysler, attraverso un governo centrale nella regione Emea, è sempre stato capofila di tutte le implementazioni a livello globale”, spiega Sergio Nicodemo, Ict Project Manager del gruppo Fca che si occupa, in particolare, di Epm (Enterprise Performance Management) per la parte commerciale e di reporting. “Per il controllo dell’anima commerciale dell’azienda abbiamo da qualche anno sviluppato un sistema di Epm caratterizzato da diverse applicazioni che ci consentono di gestire le operazioni di budgeting e forecasting sui differenti business model che ci caratterizzano, ossia sulle vendite dei veicoli nuovi, sulla gestione e la vendita dei veicoli usati, sulla componente che riguarda le garanzie, la manutenzione e i pezzi di ricambio, ecc.”.
Il sistema Epm, implementato in Fga (Fiat Group Automobiles) e che si sta estendendo in tutto il gruppo Fca, conta oggi ben 35 applicazioni finalizzate al controllo di gestione per la componente commerciale (una decina di applicazioni core, nello specifico, attorno cui ruotano una serie di applicazioni secondarie, per esempio, per il reporting delle varie country); un’architettura strategica per l’azienda che ha un modello di vendita suddiviso in due fasi: “la prima è caratterizzata dalla vendita ai ‘dealer’, per la quale è necessario un sistema di controllo di gestione interno – spiga Nicodemo -; la seconda è la fase di vendita dei veicoli al grande pubblico, ossia all’utente finale che dobbiamo monitorare e governare anche se ‘tecnicamente’ la vendita è effettuata dal rivenditore”.
Tra questi due ‘stadi’, c’è uno sfasamento temporale ma per riuscire ad avere un efficace sistema di pianificazione e reporting è risultato di fondamentale importanza unificare le informazioni per riuscire a garantire la disponibilità dei dati finanziari, completi e corretti, al management, sia alla direzione generale della casa madre sia alle filiali nazionali (national sales companies).
‘Recuperare’ i dati, anche se il business non è uniformabile
Come comprensibile, dunque, il business Fca risulta essere molto diversificato e complesso per quanto riguarda le specificità di planning e reporting. In particolare, spiega Nicodemo, “al crescere del gruppo, della sua presenza globale e delle operazioni di acquisizione/fusione, sono cresciute contestualmente le esigenze di controllo e di uniformità dei processi; nello specifico si è palesata la necessità di intervenire per l’ottimizzazione delle performance operative delle aree finance di controllo, del sales e del marketing consentendo l’accesso, la simulazione e la condivisione delle informazioni finanziarie e di vendita (dalla sintesi generale al dettaglio su prodotti venduti, mercati, canali di vendita…)”.
“Una delle aree con minor marginalità, per esempio, è quella della vendita dei veicoli nuovi; i risultati marginali si ottengono più che altro dagli ‘optional’, dalle garanzie e dai servizi”, spiega Nicodemo. “Per il marketing è importante avere tutti i dati provenienti dalle diverse fonti per poter ‘settare’ al meglio le attività e gestire il budget in funzione dei ritorni”.
Riuscire ad avere un sistema di analisi centralizzato in grado di collezionare i dati provenienti da diverse fonti e rendere disponibili le informazioni ai fini del reporting, del budgeting e del planning/forecasting, non è certamente un percorso semplice. “Ogni mercato in cui operiamo ha una sua specificità, nonostante le linee guida centrali della casa madre, un po’ per questioni di territorialità e cultura, un po’ anche per esigenze di fiscalità e trattamenti legislativi diversificati”, dettaglia Nicodemo. “Lo sforzo è stato dunque riuscire a mantenere, da un lato, il core business quanto più allineato e condiviso in tutti i mercati geografici, gestito e controllato da applicazioni core condivise; dall’altro, abbiamo cercato di rispondere alle varie specificità (in alcuni paesi il modello di business relativo alla vendita ai dealer si differenzia da quello previsto dalla casa madre, per esempio) attraverso sistemi e applicazioni ad hoc, che vanno però ad alimentare, nel complesso, l’Epm generale”.
L’obiettivo primario era dunque sviluppare un sistema di analytics utile a valutare la marginalità lungo tutte le country e in riferimento ai diversi business model.
Gli step progettuali
Il complesso sistema di Epm implementato, che oggi consente di avere un buon livello di uniformità di processo superando anche le fisiologiche difficoltà registratesi con la fusione di Chrysler [la quale non solo aveva una propria infrastruttura Ict ma anche un modello di business del tutto differente rispetto a quello di Fiat che ha richiesto diversi anni di lavoro sul fronte della convergenza dei processi – ndr], ha richiesto quasi 5 anni di lavoro.
Con il supporto del system integrator Techedge, come spiega il Ceo della filiale brasiliana Giorgio Racca, “Fiat ha implementato il software Epm di Oracle (Hyperion), dapprima in Italia, da cui è stata gestita centralmente anche l’intera fase di assessment durata all’incirca un anno, con un progetto pilota esteso poi, dopo i primi risultati positivi, alle altre sedi dislocate in Europa”. In questa fase, l’Ict ha eseguito il rollout di una ventina circa di applicazioni, proseguendo poi con l’implementazione del sistema anche in America Latina, prima, e in Asia successivamente. “Questo pluriennale percorso evolutivo rappresenta un valore di business anche per Techedge che, seguendo tutte le fasi progettuali, è riuscita a rafforzare la propria politica di internazionalizzazione, aprendo per esempio nel 2010 la filiale in Brasile”, commenta Racca. “Dopo 5 anni di lavoro, oggi il sistema Epm è in via di adozione anche negli Stati Uniti, nelle sedi delle società Chrysler”.
“Siamo partiti da una situazione iniziale che vedeva ogni singolo paese gestirsi in autonomia il proprio sistema di controllo commerciale”, spiega meglio Nicodemo. “I responsabili finanziari utilizzavano i dati in modo diverso e con tempistiche differenti gli uni dagli altri. Consolidare tutti questi dati non era affatto semplice e richiedeva lunghe operazioni manuali”.
Oggi non solo il sistema centralizzato garantisce l’univocità del dato, ma la piattaforma di analytics permette di avere informazioni in tempo reale per qualsiasi region o in riferimento a qualunque tipologia di business. Inizialmente, infatti, l’applicazione Epm risiedeva in un data center esterno, in outsourcing, mentre oggi gira su macchine Oracle Exalytics (sistemi di Business Intelligence pre-ingegnerizzato) che Fca gestisce internamente. Di fatto, le soluzioni Oracle Epm/BI assicurano ad Fca un’integrazione tra fonti dati diverse a tutti i livelli di reporting (accounting, planning, ecc. fino al consolidato). Gli Exalytics In-Memory Machine, nello specifico, permettono di realizzare analisi multidimensionali sulle informazioni finance e commerciali con performance che consentono oggi di semplificare e migliorare il lavoro dei Cfo, dei responsabili vendite o delle direzioni marketing.
Una ‘fatica’ ripagata
“I punti qualificanti in questo lungo processo di ottimizzazione e miglioramento delle performance sono stati, a mio avviso, la decisione univoca e l’identificazione dei sistemi core per l’unificazione della gestione di controllo”, ammette con soddisfazione Nicodemo. “La decisione è stata presa a livello centrale e dall’headquarter sono partite le linee guida; un altro importantissimo elemento qualificante sta nella stretta collaborazione tra il dipartimento Ict e il Cfo (per la parte di controllo finanziario), nonché con il reparto marketing (di fondamentale importanza per la gestione e il miglioramento della marginalità) il quale ha contribuito fin dall’inizio anche nell’identificazione delle specifiche tecnico-funzionali degli strumenti Epm in linea con le proprie esigenze”.
Guardando in dettaglio ai risultati tangibili già oggi quantificabili, Nicodemo e Racca parlano di:
- ridotti tempi di elaborazione dei diversi scenari commerciali e strategici relativi all’andamento finanziario e alla profittabilità dei singoli brand, prodotti, segmentazioni di mercato (la soluzione Oracle Exalytics, secondo quanto dichiarato da Nicodemo, velocizza del 60% i tempi di calcolo);
- migliorata efficienza dei processi operativi dei controller aziendali e più efficace comunicazione bidirezionale tra headquarter e sedi locali;
- riduzione del 70% dei tempi per il consolidamento dei risultati di region, brand, prodotto, garantendo al dipartimento finance una visione immediata dei risultati economici dell’azienda;
- processi decisionali accelerati per i manager delle aree marketing e sales che dispongono oggi di report riguardanti la profittabilità delle vendite in tempi minori e possono così attivare prontamente nuove strategie di business.
Non sono infine da trascurare i vantaggi ottenuti anche dalla prospettiva Ict: 1) ottimizzate le attività di gestione della piattaforma informatica con la riduzione del numero dei fornitori; 2) diminuiti del 30% i costi e i tempi di manutenzione dell’infrastruttura informatica (Oracle Exalytics ha permesso di ridurre da 9 a 2 i server utilizzati, riducendo il personale dedicato e i tempi di fermo delle macchine per aggiornamenti).
Oggi il reparto in cui opera Nicodemo è alle prese con gli step successivi del progetto, in particolare sul fronte del reporting: “Dopo aver lavorato sulla componente di controllo commerciale, oggi stiamo ultimando l’implementazione del sistema di reporting interno ed esterno per Fiat e Chrysler; si è pensato di mettere a fattor comune l’esperienza di reporting di Fga – Fiat Group Automobiles [il Lingotto ha sempre gestito centralmente il bilancio consolidato attraverso i dati provenienti dalle diverse region e dalle svariate società del gruppo – ndr], sia sul piano del reporting gestionale sia dal punto di vista civilistico/legislativo. Stiamo dunque implementando una specifica applicazione che consentirà in modo unificato e centralizzato di gestire il reporting interno ed esterno di tutto il nuovo gruppo Fca”, conclude Nicodemo.