Sebbene il mondo sia cambiato, molti di noi ricorrono ancora al tradizionale approccio del database per gestire i Big data. Possiamo davvero aspettarci che un metodo appositamente creato per aggirare le limitazioni dei computer possa aiutarci a risolvere le problematiche di un contesto completamente differente? Oggi le informazioni ‘human friendly’ costituiscono il 90% di tutti i dati delle imprese. Se ignoriamo questo fatto e proviamo a risolvere il problema semplicemente avvalendoci di ‘database intelligenti’, ci limiteremo ad attingere al solo 10% del patrimonio complessivo di informazioni disponibili.
Il segreto sta nel cercare di “capire” quelle informazioni, lasciandole esattamente dove si trovano, per creare una piattaforma infinitamente scalabile e una base efficace perché l‘azienda possa effettuarne un’analisi e agire di conseguenza. Hp e Autonomy supportano questo importante processo di trasformazione del settore Ict introducendo nelle proprie soluzioni di information management algoritmi avanzati per l’estrazione dei concetti e per la corrispondenza probabilistica dei pattern.
HP sta facendo significativi investimenti in area Big data. Accanto alle soluzioni specifiche per l’high-performance HW, l’acquisizione di Autonomy (software house che propone soluzioni per estrarre informazioni e conoscenza dai Big data sia strutturati sia non strutturati) e Vertica (la piattaforma database columnar – in memory), concretizzano ulteriormente l’impegno della società in quest’ambito.
Nella strategia di HP, inoltre, un ruolo importante viene assunto dalla collaborazione tra vari team di sviluppatori che lavorano con gli industry group e gli HP Innovation Labs: l’obiettivo è condividere informazioni affinché lo sviluppo delle soluzioni per i Big data vada realmente verso una proposta di soluzioni efficaci per le aziende. Motivo per cui, spesso, nelle fasi di progettazione e sviluppo vengono coinvolte direttamente anche le aziende utenti.