ILM: allineare lo storage al valore dei dati

Utilizzare diverse risorse di storage in base al valore dei dati, variabile nel tempo e secondo l’uso: il concetto dell’information lifecycle management è semplice, ma per realizzarlo occorre far sì che lo storage sia gestito in modo flessibile da un sistema che ‘conosca’, magari integrandosi con soluzioni di content management, il valore del dato. Un problema complesso che i vari vendor approcciano con diverse soluzioni

Pubblicato il 02 Ott 2004

Dal momento in cui viene creato a quello in cui viene definitivamente cancellato, il dato attraversa varie fasi di vita, durante le quali il suo valore cambia. Questa variabilità è determinata sia dal passare del tempo, sia dall’uso che si fa del dato nelle varie applicazioni, sia dalla natura stessa del dato; elemento, quest’ultimo, che è emerso in tutta la sua portata per il forte aumento nelle organizzazioni dei cosiddetti ‘contenuti fissi’: dati e informazioni che non possono essere modificati nel tempo e che devono essere disponibili rapidamente e con riferimento univoco. In alcuni settori, come quello medico, molte informazioni da archiviare hanno queste caratteristiche e, digitalizzate, occupano enormi quantità di spazio. Inoltre alle necessità applicative si sono aggiunti negli ultimi anni imperativi legali, sia nazionali sia di carattere internazionale.
La parola d’ordine oggi è dunque: Information Lifecycle Management (Ilm). Per gestire il dato nel modo migliore e al minor costo possibile bisogna considerarne il valore variabile nel tempo, utilizzando supporti e metodologie di archiviazione e di backup differenti nelle diverse fasi. Per operare in tal modo occorre ovviamente che al dato vengano assegnati attributi in base al suo contenuto; da qui emerge la necessità di coniugare storage e content management per arrivare poi a fornire soluzioni applicative che vadano a rispondere alle specifiche problematiche di archiviazione di ciascuna azienda. Vediamo come questo tema è stato affrontato dai principali vendor.

Vincenzo Matteo: responsabile pre-vendita Storagetek Italia

Sergio Resch: Emea marketing manager storage networking solutions di Ibm

Renato Simone: marketing manager di Emc Italia

Roberto Patano: software e Nas business manager Nss di Hewlett-Packard Italiana

Soluzioni e consulenza per un approccio stategico all’Ilm
La risposta di Storagetek (tel. 02.577861; www.storagetek.com) alla problematica dell’Ilm si articola in quattro fasi: memorizzazione, replica, gestione e integrazione nell’infrastruttura. “Una strategia – spiega Vincenzo Matteo, responsabile pre-vendita Italia – che non può prescindere da una precisa analisi di quelle che sono le caratteristiche dell’azienda, del mercato in cui opera, dei dati che deve archiviare e dell’infrastruttura tecnologica. Occorre quindi poter offrire una capacità consulenziale; capacità per la quale ci siamo attrezzati con i 2.300 consulenti che, a livello mondiale, sono esperti del problema”.
L’offerta Storagetek si sviluppa attraverso il rilascio di prodotti studiati per un’archiviazione differenziata dei dati in base al loro valore: dal sottosistema a disco Bladestone, che combina l’ottimo rapporto prezzo/prestazioni dei dischi ATA con le caratteristiche della connettività Fiber Channel, all’appliance iScsi di protezione dati Echoview fino alla libreria a nastro Streamline SL8500, che supporta policy di gestione del backup che prevedano duplicazione dei nastri, conversione dei media e copia remota. Ai prodotti si affiancano inoltre soluzioni mirate, realizzate in partnership con operatori specializzati, come Email Xcelerator, per l’archiviazione della posta elettronica. In campo medicale vi è una soluzione di memorizzazione e archiviazione delle indagini diagnostiche che si integra con l’offerta applicativa di alcuni partner. Queste architetture fruiscono dell’Asm (Application storage manager), software sviluppato dalla stessa Storagetek che si avvale di pratiche ‘policy-based’ per gestire i dati in sistemi storage gerarchici.
Il concetto di legare la gestione dello storage al valore dei contenuti è stato adottato da Emc ( tel. 02.409081; www.emc.com) già due anni fa con Centera, soluzione per l’archiviazione dei contenuti fissi che implementa la tecnologia Cas (Content Addressed Storage), un ambiente software il cui cuore è un sistema di indirizzamento basato sul contenuto che genera un’identificazione univoca utile per facilitare il recupero dell’oggetto. Ma Emc ha anche sviluppato una strategia di Ilm completa che si basa su cinque punti: storage a più livelli (con prodotti che consentono l’effettiva archiviazione del dato in base al suo valore); protezione e recovery integrati e differenziati in base al valore del dato; infrastruttura dinamica, con massima virtualizzazione delle risorse It; gestione delle informazioni, con accesso a tutti i tipi di dati; infine gestione unificata e automatizzata end-to-end dell’intera infrastruttura. “Quest’ultimo aspetto è fondamentale perché la differenziazione delle risorse storage porta ad un’enorme complessità – dice Renato Simone, marketing manager di Emc Italia – quindi è fondamentale automatizzare la gestione del ciclo di vita dell’informazione e farlo da un unico punto. La virtualizzazione richiede ancora un certo sviluppo, ma, per quanto ci riguarda, con l’acquisizione di Vmware riteniamo d’aver fatto un passo importante verso la concretizzazione di questo concetto”.
In effetti, Emc ha fortemente perseguito la strada delle acquisizioni, e quella di VmWare, società specializzata in software di virtualizzazione, non è che l’ultima in ordine di tempo. Ha aperto la serie Legato, società tra le maggiori nel software di storage management e ora divisione di Emc. Un’acquisizione fondamentale per l’offerta Ilm è stata poi quella di Documentum, specialista nell’Enterprise content management. Così Emc affianca oggi alla propria offerta hardware e software soluzioni Ilm che indirizzano specifici problemi, come la Emc Proven Solution per l’archiviazione delle e-mail o la Emc Proven Content Archiving and Retrieval Solution, che automatizza il processo di conformità dei documenti e delle informazioni centralizzandone la gestione ed integra una soluzione per la raccolta, l’archiviazione e il rapido recupero dei contenuti, indipendentemente dal formato e dalla fonte.

Espansione e riutilizzo di risorse esistenti
Per Ibm (tel. 800.017001; www.ibm.it) il concetto di Information lifecycle management non è una novità. “La nostra strategia – dice Sergio Resch, marketing manager Emea delle Storage networking solutions – è da tempo impostata in questa direzione. L’unica novità sta nel fatto che, sia per l’emanazione di leggi e normative che obbligano alla conservazione dei documenti digitali per lunghi periodi di tempo, sia per l’intrinseca crescita delle informazioni digitali, oggi il fenomeno è emerso in tutta la sua portata. L’approccio di Ibm a queste problematiche è quello di utilizzare prodotti preesistenti, ampliandoli per supportare soluzioni di gestione del ciclo delle informazioni. L’importante, in un progetto di questo tipo, è svincolarsi dalla tecnologia hardware e pensare a soluzioni che siano indipendenti da questa”.
Quello che offre Ibm è un ampio set di soluzioni che, diverse per prezzo e prestazioni, offrono una gerarchia di dispositivi sui quali l’informazione può spostarsi nel tempo. In particolare, Resch evidenzia due opzioni particolarmente interessanti in ottica Ilm: il rilascio di dischi Serial ATA (evoluzione ad alte prestazioni della nota interfaccia), e di una nuova generazione di nastri di fascia alta, Totalstorage Enterprise Tape Drive 3592. Per questi ultimi è disponibile la modalità Worm (Write once read many) che li rende ideali per la memorizzazione dei dati che non possono essere modificati nel tempo.
In area software, Ibm dispone di un insieme di tecnologie in grado di gestire tutta la movimentazione delle informazioni in base ai contenuti, avendo in portafoglio sia soluzioni di content management (proprie o derivate da partner), sia prodotti per gestire le risorse storage in modo gerarchico e definire policy per il backup e il disaster recovery. Vi sono infine i prodotti, rilasciati lo scorso anno, per la virtualizzazione dello storage, che rendono flessibile l’infrastruttura in funzione appunto della gestione del ciclo di vita dell’informazione.

Programmare un percorso a tappe
All’interno del flusso delle informazioni, dalla loro creazione fino alla definitiva cancellazione, Hp (tel. 02.9212; www.hp.com/Italy) ha definito tre aree principali su cui lavorare in ambito storage: retention management, data management e reference information management. “Le informazioni sono il capitale dell’azienda – dice Roberto Patano, software e Nas business manager Nss di Hewlett-Packard Italiana – si deve quindi poterle mantenere ‘vive’, anche per far fronte alle nuove leggi in materia; gestire, perché il divario tra quantità di dati salvati e dati vivi è enorme ed è indispensabile seguire determinate policy di gestione; referenziare, perché per trasformare le informazioni in business è necessario associarvi certe caratteristiche e parametri”.
La strategia proposta da Hp è quindi quella di avvicinarsi per passi graduali a questa impostazione: il primo passo è sviluppare una logica di storage di rete; poi realizzare un unico punto di gestione delle risorse per reti storage eterogenee; infine affrontare la fase finale della vera e propria gestione delle informazioni (che secondo Patano è oggi solo all’inizio). Anche l’offerta Hp si sta muovendo su questa strada, e lo fa in due modi: da una parte ha definito un programma per i partner attraverso il quale vengono certificate soluzioni di Ilm specificatamente studiate per determinate aree; dall’altra fa leva sullo sviluppo interno. Si inserisce in questa seconda strategia l’acquisizione di Persist Technologies, proprietaria di una tecnologia grazie alla quale Hp ha potuto rilasciare Hp StorageWorks Riss (Reference Information Storage System), soluzione basata su un’architettura di storage grid che consente di distribuire i servizi di informazione ed adattare gli ambienti storage alle mutate esigenze di business.
La strategia Ilm di Hitachi Data Systems (tel. 02.4030921; www.hds.com) infine (vedi anche i recenti annunci della società all’interno di ”Update” di questo stesso numero) si è concretizzata attraverso lo sviluppo di due soluzioni, distribuite dalla divisione Global Solution Services e realizzate in partnership con Ixos Software, per l’archiviazione delle e-mail e della documentazione aziendale. La prima, Message archive for e-mail, elimina le limitazioni di spazio delle caselle e-mail e consente di definire regole di archiviazione per trasferire i messaggi dal livello di storage primario a quello secondario, mantenendo comunque l’interfaccia client. Message archive for compliance è invece la soluzione di archiviazione dei messaggi studiata per far fronte alle normative Sarbanes-Oxley e consente di mantenere un archivio inalterabile dei messaggi trasmessi sia dalla posta elettronica sia dai sistemi di messaggistica.
Per rispondere alle norme relative alla conservazione e gestione dei dati, Network Appliance (tel. 039.6353511; www.netapp.com) ha rilasciato un anno fa SnapLock Compliance; si tratta di una soluzione Worm su disco magnetico conforme ai protocolli open standard e dotata di accesso protetto e compatibile con più tipologie di dischi e risorse storage.


L’ilm in azienda: il parere di Terasystem
”L’Information lifecycle management parte da un’esigenza reale delle aziende, che noi riscontriamo quotidianamente, la cui filosofia è ben recepita da tutti ma la cui implementazione si scontra con l’innegabile complessità della questione”. Lo afferma

Stefano Paradisi, direttore tecnico di Terasystem (www.terasystem.it tel 06.51957867), system integrator specializzato nell’implementazione di soluzioni storage.
Secondo Paradisi, per alcuni settori d’attività, e in particolare per le banche e le telecomunicazioni, investire in Ilm non è più prorogabile e quindi queste realtà sono le più avanzate in implementazioni di questo tipo. “Per altre, dove magari gli obblighi di legge sono meno imperativi, il problema è sentito, ma deve misurarsi con il ritorno dell’investimento e spesso la scelta viene procrastinata”. Le aziende italiane non sono indifferenti al problema: “Ci viene chiesta parecchia consulenza e facciamo molti progetti sulla gestione del dato: il 40-50% delle richieste verte su questa tematica. Però ci sono anche altri problemi: la normativa nazionale non è del tutto chiara, è suscettibile di variazioni e quindi molti stanno ancora cercando di capire come muoversi”.In questo contesto il compito di un system integrator è quello di aiutare l’azienda a comprendere il flusso dei dati per valorizzarli e specializzarli, ma non solo: “E’ fondamentale – conclude Paradisi – stabilire con il cliente una forte relazione per capire come lavora, perché non bisogna pensare di fare un investimento di questo tipo solo per rispondere a degli obblighi di legge. Deve esserci un ritorno visibile e tangibile in termini di business”.

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