Kotorov, oltre alle responsabilità connesse al suo ruolo nella società, ha creato molte applicazioni tese a rendere la BI e l’analisi dei dati più accessibile, intuitiva e collaborativa per gli utenti e ha pubblicato vari libri sui processi di business e sulle tecnologie emergenti. A lui quindi chiediamo, in primo luogo, quali siano le cose che più contribuiscono al successo e all’importanza delle analisi applicate al business.
Rado Kotorov: “Oggi c’è in effetti un’esplosione nell’impiego delle analisi in ogni campo e i driver di questo boom sono tre. In primo luogo è l’eccezionale capacità di raccogliere dati di ogni genere da analizzare e la loro qualità. Per la prima volta, ad esempio, sappiamo quello che la gente davvero fa e non quello che dice di fare, come era per le classiche ricerche di marketing. In secondo luogo c’è la possibilità d’integrare i processi analitici in quelli di business ed eseguirli automaticamente, com’è per esempio nel pagamento con carte di credito, dove la transazione è eseguita nel mentre si analizza l’attendibilità del debitore, con interventi umani ridotti al 5% dei casi. Infine, si stanno capendo i nostri limiti: la mente umana può correlare al massimo tre flussi di dati, quando quelli oggi disponibili sono centinaia. Non lo possiamo fare e in certi campi, come la ricerca scientifica, gli strumenti analitici sono i soli a poter dare informazioni accurate”.
ZeroUno: Quindi, in sintesi, oggi la tecnologia offre qualità dei dati, automazione e accurato supporto decisionale. È già molto, ma poi? Quali sono le prospettive di evoluzione di un settore che appare già così avanzato?
Rado Kotorov: “Le opportunità future stanno nella capacità di cogliere, tramite l’analisi di dati destrutturati, nuove informazioni, come ad esempio dati rilevanti da elementi di conversazione. Ciò porta la BI verso una nuova “people intelligence” i cui impieghi sono tutti da scoprire, Poi c’è la possibilità di portare le operazioni di analisi sui dispositivi mobili. Non parlo di telefoni intelligenti, ma dispositivi che, analizzando il funzionamento di cuore e polmoni, possono prevenire gravi problemi di salute”.
ZeroUno: Ma, tornando alla BI nelle imprese, non si sta per caso ripetendo il fenomeno del “data blob”, cioè di troppe informazioni che di fatto disorientano chi poi deve capire su quali basare le proprie scelte? Come ci si può organizzare per prevenire questo rischio?
Rado Kotorov: “Ci sono dei modelli sviluppati allo scopo. Per esempio in ambito Financial c’è un gruppo responsabile per il Data Warehouse che risponde al Cio e si preoccupa delle informazioni prodotte su basi periodiche e regolari. Poi c’è una nuova struttura, che risponde a un Chief Data Officer, per le informazioni di consumer insight e, in generale, di tutte le cose per le quali non si può prevedere un uso immediato. In realtà il problema maggiore è portare la intelligence agli utenti operativi, specie se fuori dall’azienda, come chi guida i camion o sta nei negozi. Non è un fatto tecnico, è un qualcosa che cambia la cultura aziendale”.
ZeroUno: Si tratta in sostanza di potenziare la ‘ability to execute’, allineando le operazioni alle strategie, Non è una cosa da poco.
Rado Kotorov: “Non lo è infatti, ma è così che l’intelligence crea davvero valore facendo la differenza”.