BARCELLONA – Seguendo una tradizione consolidata e che, a chi ne segue da tempo gli eventi, dà un rassicurante senso di familiarità, MicroStrategy ha tenuto al Palazzo dei Congressi della capitale catalana l’edizione 2014 di MicroStrategy World, l’annuale incontro della corporation con i partner e gli utenti che operano sui mercati europei. Volendo fare una considerazione ‘a freddo’, dopo aver metabolizzato i keynote e gli annunci fatti, nonchè una quantità di presentazioni, ‘tech-talks’ e case-history che in un’ottantina di sessioni si sono svolte in tre giorni della seconda settimana di luglio, pensiamo di poter dire una cosa: che dall’evento di quest’anno è emersa l’immagine di un’azienda in evoluzione, per non dire in trasformazione, che mostra due anime. Una è quella, da sempre anticipatrice e visionaria del suo fondatore e Ceo Michael Saylor, l’altra è quella, giustamente più concreta e business-like, del suo top management, gli uomini che ne guidano la capacità esecutiva.
La prossima ‘BIG WAVE’
Parliamo di Saylor. La strategia che ha esposto nel suo discorso poggia su due pilastri. Il primo è lo spostamento sul cloud, attraverso una nuova e stretta partnership con Amazon, di Microstrategy Mobile e delle Analytics. A chi potrebbe dire che non è una mossa così anticipatrice, dato che sul cloud oggi ci vanno un po’ tutti, facciamo notare due cose: primo, che nell’idea di Saylor il cloud sarà il canale privilegiato (con un’offerta di lancio gratuita di 30 giorni, vedi su microstrategy.com/AWS per i dettagli) per i due ‘pezzi’ più importanti della propria piattaforma di BI; e questo non lo fanno tutti. Poi, che il servizio darà tutti i vantaggi economici e di deployment del cloud senza alcun compromesso sulle prestazioni. Anche questo non è da tutti, tanto che Saylor ha voluto mostrare i risultati di un test svolto su sistemi Linux 16-core, uno in casa e uno presso Amazon, che provano l’equivalenza tra le due delivery: 667 SPECint on-site e 645 tramite gli AWS. Il perché della strategia cloud? Semplicissimo: “I grandi clienti li abbiamo già, con il cloud vogliamo raggiungere le medie imprese”.
Il secondo pilastro, quello visionario, è la focalizzazione su una nuova linea di business: la sicurezza. Che fa perno su MicroStrategy Usher. Nata come applicazione dimostrativa (vedi "MicroStrategy: la mobile wave si fa onda lunga", settembre 2013) in un anno Usher è diventata una piattaforma di sicurezza che integra sul device mobile codificazione di dati personali e tecnologie di riconoscimento biometrico che trasformano lo smartphone in documento di identità, badge per l’accesso fisico agli ambienti, mezzo di pagamento sicuro (senza firme nè microchip-card) e chiave d’accesso ai sistemi aziendali. In quest’ultima funzione ci ha impressionato la velocità con cui ci si può interfacciare con le applicazioni business, le reti sociali e i servizi di storage dei dati personali. Per Saylor, Usher è il mezzo che porta MicroStrategy nel promettente mercato delle soluzioni di sicurezza integrate nei sistemi e nelle applicazioni. “Identity is the next big wave”, ha detto, parafrasando il titolo del suo libro sulla rivoluzione mobile. E a chi, in conferenza stampa, gli ha chiesto se puntare sulla sicurezza non era cambiare core-business ha risposto: “La sicurezza è il nostro business, ma vorrei anche dire che nessuna società di successo, oggi, ha lo stesso core-business che aveva tre anni fa”. Salvo aggiungere, più pragmaticamente: “Vediamo Usher come un framework sul quale creare un sistema di partnership con società specializzate nelle soluzioni in cui un sistema di sicurezza si può articolare”.
Un riordino che guarda al Business
È toccato a Paul Zolfaghari, che di MicroStrategy è il presidente, riportare il discorso sulla BI parlando della ristrutturazione dell’offerta: “Una scelta dettata dalla volontà di migliorare l’interazione con le persone del business semplificando concetti e operazioni che prima si rivolgevano all’It”. Non per bypassare il Cio, beninteso, ma solo: “…per essere più vicini e interessanti per quelli che poi saranno gli utenti”. Chiarita la strategia, vediamo com’è stata attuata.
L’offerta di BI, che finora era costituita da una ventina di differenti prodotti, tutti ovviamente compatibili e integrabili tra loro ma che per essere organizzati in una soluzione coerente ai diversi bisogni aziendali richiedevano un certo lavoro (per questo si parlava con l’It) è stata riorganizzata in soli quattro ‘pacchetti’, come li definisce la società, pensati in funzione dei diversi ruoli degli utenti:
– MicroStrategy Server. È la piattaforma di back-end, che comprende una struttura server completa capace di scalare, in funzione dell’hardware sottostante, fino a servire centinaia di migliaia di utenti e progettata per connettersi a fonti dati multiple ed eterogenee e supportare tutti i più diffusi concetti di analisi, dalle app self-service per la data-discovery alle applicazioni information-driven (che cioè raggruppano e collegano più dashboard in un insieme che semplifica i compiti analitici quotidiani degli utenti, un’idea che MicroStrategy ha sviluppato e messa in pratica nell’autunno 2013). Il pacchetto server comprende inoltre gli strumenti di amministrazione e controllo necessari per gestire con efficienza il deployment delle applicazioni.
– MicroStrategy Web. È un’interfaccia Web-based di uso intuitivo che permette ad utenti non-tecnici (tipicamente gli analisti business) di disegnare, pubblicare, condividere e, come ovvio, utilizzare modelli di analisi anche complessi sfruttando un completo catalogo di funzioni analitiche fruibili self-service.
– MicroStrategy Mobile. È l’interfaccia per dispositivi Android e Apple iOS più avanzata (e apprezzata dal mercato) per portare i dashboard e le applicazioni information-driven a chi lavora sul campo e a chi comunque (tipicamente il management), deve poter controllare l’andamento del business e dell’impresa in ogni luogo e ad ogni ora.
– MicroStrategy Architect. È il package per lo sviluppo, che offre all’It tutta una serie di strumenti per un’efficiente gestione del ciclo di vita delle applicazioni analitiche, dai tool di sviluppo e deployment a quelli necessari per la migrazione delle piattaforme sottostanti (ricordiamo che la tecnologia MicroStrategy è assolutamente agnostica riguardo l’infrastruttura).
Oltre a questi quattro moduli bisogna anche considerare MicroStrategy Analytics Desktop, l’applicazione gratuita e self-service introdotta un anno fa che permette a un singolo utente di eseguire e visualizzare analisi su dati memorizzati sul proprio Pc. Nata essenzialmente per uso dimostrativo e promozionale (un’idea che MicroStrategy ha avuto al tempo del lancio del Mobile) l’applicazione risulta complementare alle soluzioni aziendali avendo una sua utilità per lavorare off-line su dati che l’utente considera strettamente personali.