Una recente indagine condotta da Idc su un campione di 100 medio-grandi aziende vede la Business Analytics al primo posto tra le iniziative IT e avvalora l’importanza assunta dalla gestione dei dati in questi ultimi anni all’interno delle organizzazioni.
Molte aziende continuano a essere impegnate nell’integrazione di dati di business a fronte di migrazioni e unificazione di sistemi interni; al tempo stesso la convergenza in atto nell’offerta tecnologica da parte degli operatori impone ragionamenti convergenti anche presso l’utenza. Si pensi ad esempio alla confluenza degli strumenti di ricerca e accesso all’informazione strutturata e non strutturata, che collegano l’anima più quantitativa dell’Information Management (ovvero i dati) con la componente meno strutturata dell’informazione (text, document/content management).
Questa dinamica estende le funzionalità delle soluzioni di business analytics, che assumono sempre più una duplice veste: da un lato conservano il profilo di “applicazioni” rivolte a esigenze mirate su processi e/o funzioni aziendali (sales, finanza&controllo etc.), dall’altro assumono i caratteri dell’infrastruttura portante di Infrastructure Management quando ci si misura con soluzioni quali database e middleware.
Il tutto avviene in una fase nella quale in ambito compliance assume rilevanza, probabilmente più che in passato, il fattore “rischio” associato a determinati contesti (si pensi al settore bancario), piuttosto che la problematica della sicurezza dei sistemi Web-based che impongono attenzioni e adeguamenti continui alle infrastrutture aziendali, al fine di proteggere, in ultima analisi, le informazioni e i processi sensibili.
Nuovi trend continueranno a caratterizzare lo scenario delle soluzioni business analytics, basti pensare al tema del “software as a service” che rappresenta già il modello di delivery prevalente in contesti nativi come il Web Analytics ed è in generale espansione nelle soluzioni di Crm. Fa da sfondo a tutte le iniziative il valore attribuito alla qualità dei dati, punto di partenza per qualsiasi iniziativa che voglia presentarsi come supporto alle decisioni aziendali.
I responsabili di business percepiscono l’IT come un driver fondamentale per la crescita aziendale e sono consapevoli che il proprio successo si misura anche nella capacità di supportare l’efficace ed efficiente realizzazione di progetti innovativi, che coniughino dinamiche di business e tecnologiche. Questa relazione non è riferita al mero rapporto tra Cio e responsabili di business, bensì è strettamente legata all’interazione tra utenti e soluzione. Uno strumento di “query e reporting”, ad esempio, deve idealmente poter essere interrogato da parte degli end-user con relativa autonomia all’interno di un controllo centrale assicurato dall’IT sugli aspetti di qualità, accuratezza, aggiornamento dei dati, accanto al supporto puramente tecnologico.
L’output di questi strumenti, oltre a fungere da tool di lavoro per gli analisti o utenti di business, rappresenta anche la base su cui costruire metriche a valore aggiunto per confrontarsi con i livelli direzionali. Questo passaggio non è scontato e rappresenta una sfida per i responsabili aziendali che devono identificare le leve che fanno degli strumenti analitici un vero valore per il raggiungimento degli obiettivi strategici: si tratta, pertanto, di sviluppare una cultura di “business analytics” che operi in sinergia con la “business vision”.
Di questi temi si parlerà nel corso della “Business Intelligence & Bpm Conference 2008” organizzata da Idc a Milano il 16 settembre 2008. Per informazioni: www.idc.com/italy/events