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La scansione AI della retina può “far bene” al cuore

Grazie a una nuova piattaforma AI inventata da una startup della Nuova Zelanda, attraverso la scansione oculare diventa possibile prevedere problemi cardiaci. Questa soluzione potrebbe sostituire molti esami di routine, rendendone le diagnosi ottenibili più facilmente, anche solo andando in farmacia o in centri e negozi autorizzati

Pubblicato il 24 Gen 2024

Immagine di recep kart su Shutterstock

Le buone idee, quelle più innovative e coraggiose, possono nascere per spingere il business, in alto o fuori da un baratro. Oppure possono spuntare nella testa di chi, invece di limitarsi a cercare una soluzione “locale” al proprio problema, pensa in scala globale e prova a far compiere al mondo una svolta. Così ha fatto colui che sta lanciando sul mercato un dispositivo potenzialmente rivoluzionario del campo dell’imaging oculare e fondatore della startup neozelandese Toku.

Dagli occhi, previsioni di rischio in 20 secondi

Cresciuto al fianco di un padre con gravi problemi di salute, Ehsan Vaghefi ha iniziato a pensare in giovane età a come usare la tecnologia per aumentare il numero di persone che ogni un singolo medico riusciva “umanamente” a gestire. Una sfida di scalabilità ancora attuale e con tante soluzioni possibili, tra cui l’ottimizzazione della diagnosi precoce delle malattie di cui ha scelto di occuparsi. Innovando nel campo dell’imaging oculare, voleva rendere lo screening delle malattie economicamente accessibile a tutti

Per costruire e lanciare questo sogno, da docente di Optometria e Scienza della Visione dell’Università di Auckland, con 5 brevetti, 50 pubblicazioni e 15 milioni di dollari ricevuti per le sue ricerche, ha iniziato a concentrarsi su un caso specifico: il legame tra glaucoma e patologie cardiache.

L’idea di partenza è stata quella di ricavare informazioni sul funzionamento del sistema cardiovascolare di un paziente solo attraverso l’esame del suo occhio. Il modo per realizzarla lo ha costruito lui stesso e si tratta di un dispositivo che scansiona la retina in modo non invasivo e rileva, tramite una piattaforma chiamata CLAiR, i rischi cardiovascolari e le malattie correlate come l’ictus e il diabete di tipo 2.

La parte più innovativa della soluzione è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per “leggere” i minuscoli segnali dei vasi sanguigni catturati nelle immagini della retina e ricavarne parametri di rischio di malattie cardiache, ipertensione o colesterolo alto in soli 20 secondi. Fondamentale, dal punto di vista pratico, anche la possibilità di integrazione con le telecamere di imaging retinico esistenti, quindi la piena compatibilità con altri esami già oggi di routine.

Fresco di “ok” da parte della Food and Drug Administration (FDA) statunitense, che potrebbe concedere a CLAiR lo status di “dispositivo innovativo”, oggi Toku spera di poter presto godere di vantaggi sia economici che burocratici. Quella creata da Vaghefi potrebbe così diventare la prima azienda di dispositivi medici negli Stati Uniti a offrire un metodo economico e non invasivo per rilevare il rischio di CVD (Cardiovascolar Deseases) sfruttando l’immagine della retina situata nella parte posteriore dell’occhio.

In attesa di responso, Toku si è assicurata di essere in regola con il trattamento dei dati e le policy di privacy e conservazione. Garantisce che solo le parti autorizzate accedano ai dati sanitari, che essi non saranno utilizzati per la ricerca o il training AI e che il paziente può richiederne la cancellazione in qualsiasi momento. Tre punti importanti per ogni settore, in particolare per quello sanitario, molto attento anche al tema della sovranità, affrontato e risolto da Toku puntando sull’utilizzo di server e infrastrutture locali in ogni giurisdizione.

Screening oculare capillare, più diagnosi per tutti

Non hanno aspettato il responso della FDA, annusando già il business fin dall’inizio del 2023, le due aziende che hanno scelto di finanziare Toku con 8 milioni di dollari. Si tratta della National Vision, un rivenditore di ottica statunitense, e dell’azienda giapponese Topcon Healthcare. Una iniezione di fiducia e carica per un team di soli 20 dipendenti, un “colpo grosso” che ha spinto questa startup a trasferirsi da Auckland, in Nuova Zelanda, a San Diego, in California.

Nata nel 2019, ora Toku sta bruciando le tappe grazie a CLAIR e all’AI: a metà 2024 vuole iniziare la sperimentazione come pivot, per commercializzarla entro fine 2025. Intende proporre la propria soluzione soprattutto in sostituzione a esami di routine come TAC, risonanze magnetiche e radiografie su adulti asintomatici. Sarebbe il modo per rendere le diagnosi più diffuse, perché diventerebbero effettuabili presso negozi di optometria, uffici di assistenza primaria, cliniche oculistiche e farmacie dotati di telecamere retiniche e del sistema inventato da Toku.

Resterebbe una diagnosi “di partenza” che, in caso di “elevato rischio cardiovascolare”, indirizzerebbe i pazienti verso ulteriori test. Ma sarebbe una nuova opportunità di screening cardiovascolare facilmente fruibile, nell’agenda di ogni sanità nazionale magari da tempo ma finora di utopistica implementazione.

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