“Se guardiamo alle finalità ed alle opportunità di business non c’è alcuna ragione di replicare un cervello umano, c’è invece necessità di miglioramento nella relazione uomo-macchina”. È molto chiara la strategia di Ibm a questo riguardo ed è Alessandro Curioni, Vice President Europe e Direttore del Research – Zurich Lab di Ibm, a sottolineare come per “accelerare questa simbiosi, i team di ricercatori stiano lavorando al miglioramento dell’interazione tra Watson e gli esseri umani”.
Ad oggi, Watson è stato applicato in larga misura nel campo medico (controllo dei protocolli per il trattamento dei tumori per identificare quelli più adatti e ‘personalizzati’ sulla base della tipologia del paziente e del tumore: nessun oncologo è in grado di leggere tutte le pubblicazioni disponibili e di rimanere ‘al passo’ con il progresso della ricerca), anche associato al settore assicurativo (una grande assicurazione medica negli Usa prende le diagnosi fatte dai medici e le analizza in funzione delle terapie associate per stabilire se vi è coerenza e quindi se effettuare i rimborsi assicurativi o meno; in alcuni casi può anche suggerire terapie alternative che potrebbero risultare a parità di costo più efficaci o viceversa, a parità di efficacia, meno costose).
Un altro campo di applicazione di Watson, dettaglia Curioni, riguarda il mondo legale: “Anche in questo caso l’enorme mole di norme o sentenze che vengono pubblicate quotidianamente genera un patrimonio di informazioni utili agli avvocati, per meglio definire la propria strategia, o ai giudici, per considerare meglio il quadro normativo di riferimento e analizzare eventuali casi precedenti, ma che senza l’aiuto delle ‘macchine’ come Watson non risultano totalmente fruibili o per lo meno non con l’efficienza richiesta oggi ad un sistema giudiziario nazionale”.
Tra le altre applicazioni possibili vi sono l’impiego del Cognitivie Computing in campo Aeronautico, in particolare per le previsioni Meteo soprattutto come strumento di prevenzione e protezione civile (per esempio per gestire al meglio i flussi di persone che devono spostarsi a causa di uragani e tempeste in arrivo), ma anche in altri settori ‘critici’ come l’ambito militare o quello della Cyber Security. “La strategia di Ibm è sviluppare un ‘intenso’ ecosistema di Api grazie alle quali sarà possibile continuare ad estendere i domini applicativi di Watson”, confessa in chiusura Curioni.