Videointervista

AI: mercato agli albori ma in crescita. È però necessaria maggiore conoscenza

AI: mercato agli albori ma in crescita. È però necessaria maggiore conoscenza

Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, delinea in questa videointervista i principali trend evolutivi del mercato dell’AI evidenziando una conoscenza ancora confusa da parte delle aziende

Pubblicato il 13 Mag 2019

Quello dell’Intelligenza artificiale è un mercato che per ora, in Italia, è valutato intorno agli 85 milioni di euro, ma le cui prospettive di crescita sono enormi. Ad oggi, tuttavia, la maggior parte delle aziende ha ancora una visione confusa di cosa si intenda per intelligenza artificiale. È quanto spiega Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, illustrando in questa videointervista i principali trend evolutivi del mercato dell’AI.

A fronte di un mercato complessivo, come si è visto, ancora piuttosto limitato vi sono componenti rilevanti, come la diffusione degli smart home speaker e lo sviluppo dei robot collaborativi in ambito industriale, che delineano dimensioni di sviluppo importanti.

L’evoluzione di smart home speaker e di robot intelligenti

Gli smart home speaker sono assistenti vocali intelligenti, veri e propri hub (concentratori) che nascono per ridurre la complessità di connessione e gestione di una pluralità di oggetti intelligenti presenti in casa. Sebbene appena introdotti, il loro mercato vale già 60 milioni di euro in Italia ed è destinato a crescere drasticamente nei prossimi mesi. L’importanza di questo tema, in relazione all’Artificial Intelligence, risiede nel ruolo che gli smart home speaker potranno svolgere in futuro come canale con cui veicolare servizi e applicazioni legate al mondo dell’AI, creando potenzialmente una nuova filiera per gli attori della catena del valore.

Nei robot intelligenti si comprendono i collaborative robot e gli AGV. I primi operano fianco a fianco di un operatore, senza la necessità di protezioni a segregazione, e sono in grado di adattare il proprio funzionamento sulla base degli input provenienti dall’ambiente circostante; i secondi sono capaci di muoversi autonomamente nello spazio, senza l’ausilio di guide fisiche o di percorsi predeterminati, adattando il proprio funzionamento alle situazioni ambientali. Questo settore vale in Italia già oltre 145 milioni di Euro. Nei prossimi anni bisognerà porre grande attenzione a queste nuove forme di automazione industriale che, grazie alla loro flessibilità di utilizzo, riusciranno a penetrare anche in settori ad oggi solo marginalmente interessati, con il conseguente impatto sulle professionalità che vi operano.

La scarsa conoscenza delle aziende

Le organizzazioni hanno una visione dell’Artificial Intelligence confusa, che deriva da una fase di frenetica attenzione da parte dei media Le imprese intervistate pensano perlopiù a un’Intelligenza Artificiale capace di replicare completamente l’intelligenza umana (Intelligenza Artificiale Generale), un concetto che ha poco a che fare con i risvolti pratici della disciplina Infatti, il 58% pone l’attenzione sulle capacità dei sistemi di intelligenza artificiale di emulare i processi cognitivi dell’essere umano, come spiega nell’intervista Piva.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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