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Nasi elettronici e sicurezza alimentare: l’AI riconosce i cibi pericolosi



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Ogni agente patogeno che rende un alimento pericoloso ha una propria impronta digitale unica. Identificandola, dopo averla trasformata in segnale elettrico, si possono evitare molte intossicazioni alimentari. È lo scopo di alcuni nasi elettronici potenziati dall’AI, altri si occupano di verificare la freschezza e la qualità degli alimenti, a partire da quelli con una supply…

Pubblicato il 16 feb 2024

Marta Abba'

Giornalista



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È sempre aperta e sempre più complessa la sfida a cercare di replicare con la tecnologia alcune capacità umane, potenziandole. A volte è una mission discutibile, e con possibili impatti negativi, ma altre volte rappresenta un’interessante opportunità per migliorare la nostra qualità di vita personale.

Questo ragionamento non vale solo per le grandi tecnologie, come quelle che vediamo nello spazio o in centri di ricerca simili al Cern. Anche certi piccoli dispositivi possono cambiare il mondo, un valido esempio sono i microchip, ma non sono gli unici. Esistono device come i nasi elettronici, che sembrano usciti da un libro di fantascienza, in grado di impattare sulla vita di molti, soprattutto in ambito di sicurezza alimentare.

L’odore “elettronico” degli alimenti

Per comprendere cosa possa significare cercare di simulare le capacità olfattive di un naso umano è necessario sapere che possiede circa 400 recettori olfattivi in grado di rilevare circa un trilione di odori diversi. Non è banale, quindi, trovare una combinazione di tecnologie che, conservando una scala ridotta, offra lo stesso livello di competenza sensoriale.

Nella vita quotidiana di ciascuno, un naso elettronico potrebbe non avere motivo di esistere, se non per quei casi di perdita di olfatto che il Covid-19 ha messo in maggiore evidenza negli scorsi anni. In ambito sicurezza alimentare, però, un dispositivo in grado di captare e analizzare gli odori potrebbe rivelarsi prezioso. Ancor più se riuscisse a farlo in modo scientifico, privo di condizionamenti legati al loro tanto celebrato potere evocativo. Potrebbe dare una mano a limitare le intossicazioni alimentari,che ancora oggi restano un problema serio in tutto il mondo.

Negli Stati Uniti, 48 milioni di persone ogni anno incappano in una malattia di origine alimentare e 3.000 ne muoiono. In UK si parla di 2,4 milioni di intossicazioni e di 180 decessi all’anno, negli altri Paesi europei, i numeri sono simili, in proporzione. I più sospettati in veste di “assassini” sono carne, pollame e pesce, ma la vera killer sarebbe, secondo gli esperti, la lattuga romana, più suscettibile agli agenti patogeni comuni. Ciascuno di essi ha una propria personalità elettronica, però: una sorta di impronta digitale, sotto forma di segnale elettrico, che lo rende riconoscibile. Lo si può “incastrare”, quindi, se si portano avanti le indagini con gli strumenti adeguati a captarla.

A questo punto serve compiere un passo avanti nei metodi di contrasto alle intossicazioni alimentari, rimasti gli stessi da 40-50 anni, e puntare su una tecnologia come il naso elettronico. Si tratta di un dispositivo non del tutto nuovo sul mercato, ma tornato alla ribalta in una versione potenziata dall’intelligenza artificiale. Questa tecnologia ne ha rapidamente migliorato i livelli di velocità e precisione, a dimostrarlo è il caso nel naso di Sensifi.

Questa azienda sta proponendo elettrodi rivestiti di nanoparticelle di carbonio per la rilevazione di odori o composti organici volatili (VOC) emessi proprio dai batteri che si vogliono identificare per evitare i ricoveri e decessi citati. Ogni impronta digitale VOC diversa che identifica ciascuno di essi viene convertita da Sensifi in un segnale elettrico particolare, poi registrato da un sistema software AI e confrontato con un database in continua evoluzione. In meno di un’ora l’utente riceve una notifica, al termine di questo processo, con un responso in merito alla sicurezza dell’alimento, e dell’odore, analizzato.

Tale dispositivo potrebbe potenzialmente rendere più veloci e diffusi i controlli alimentari. Se venduto a basso costo, anche rivoluzionare la sicurezza alimentare nei Paesi in via di sviluppo. Una mission virtuosa e in linea con gli ESG: ideale. Ce ne sono però anche altre, più legate al business, in cui il naso elettronico potrebbe essere impiegato. Per esempio, quella del controllo della qualità e della freschezza di un dato alimento.

A pensarci è stata NTT Data Business Solutions, addestrando il suo naso elettronico a riconoscere un buon caffè da un pessimo caffè. Non si tratta di un giudizio di gusto: il suo dispositivo capisce se il prodotto è stato contaminato oppure è scaduto attraverso dei sensori montati su un modello di plastica stampato in 3D di un naso umano e allenati rispetto a un “valore di riferimento di un odore”. Questo tipo di utilizzo del naso potrebbe trovare spazio in supermercati e bar che mirano a capire velocemente se è passata la data di scadenza dei prodotti acquistati.

Anche in questo caso, bisogna lavorare su un modello di business che abbatta il costo con cui viene proposto sul mercato – oggi definito “scoraggiante” – oppure su possibili tecnologie alternative. Ci sono già delle ipotesi curiose al vaglio, tra cui quella di un’azienda chiamata Scentian Bio che prende spunto dalle antenne di alcuni insetti per sviluppare “biosensori migliaia di volte più sensibili del naso di un cane”. Se si dimostrerà una buona trovata, questo nuovo naso mira a operare in diversi campi, dal controllo della qualità degli alimenti al rilevamento di patogeni alimentari, dalla diagnosi rapida e non invasiva di malattie, all’agricoltura sostenibile, al monitoraggio dell’ambiente e al benessere.

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