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Negozi energivori: con self AI e “sensori bottone”, meno consumi e più comfort

Raccogliendo dati tra gli scaffali dei punti vendita e lasciando creare modelli AI a chi ne conosce le dinamiche, si possono abbattere i consumi energetici senza alcun intervento su strutture o impianti. È anche l’opportunità per far aumentare gli acquisti e conoscere sempre meglio chi li compie, come e perché, nel pieno rispetto della privacy. Lo dimostra MIPU con la sua piattaforma AI Rebecca, collegata a gradevoli sensori che rivelano temperatura, luce e qualità dell’aria

Pubblicato il 18 Gen 2024

Immagine di Man As Thep su Shutterstock

La maggior parte delle previsioni post Covid ci hanno invitato a immaginare tanti spazi arieggiati e illuminati ma deserti e inutilmente allestiti in tutte le città. Si prefigurava, “minaccioso”, il problema di cosa farne dei negozi fisici e, invece, ci si trova di fronte all’obiettivo di minimizzarne i consumi energetici, perché le persone che li frequentano con piacere sono tuttora tante.

La stessa tecnologia che li sta rendendo sempre più dinamici e attraenti può svolgere un ruolo di primo piano anche in una loro transizione energetica, auspicabile e necessaria. Lo dimostra quanto realizzato grazie a MIPU, innescando e supportando quella di una serie di punti vendita di un noto brand di moda.

Hardware fai da te e self AI

La missione era quella di ridurre almeno del 10% il consumo energetico di una catena di negozi sparsi su tutto il territorio italiano. Spazi da 50 mq ma anche da 200, spesso situati in edifici storici vincolati, e non sempre di proprietà, motivo per cui l’intervento risolutivo doveva restare a livello gestionale. Nel piano strategico, nessuna modifica strutturale o impiantistica ammessa.

Il primo passo è stato la realizzazione della parte hardware, ed è stato in salita. “Serviva un dispositivo con vari sensori per rilevare temperatura, luminosità, sostanze organiche volatili e CO2, da posizionare nei punti di passaggio all’interno dei negozi, circa uno ogni 30 mq. Doveva quindi avere estetica e dimensioni adeguate, oltre a funzionare in real time, con connessione wireless. Sul mercato non esistevano prodotti del genere e lo abbiamo dovuto creare noi, da zero” racconta Giulia Baccarin, co-founder e managing director di MIPU. Partendo dalla progettazione, fino alla conquista del marchio CE, il team ha realizzato un “bottone” tondo con un diametro di 5 cm che raccoglie e trasmette i dati a Rebecca, la sua piattaforma di “self AI” che consente di creare gestire e interpretare modelli, sfruttando la propria competenza di dominio. “Eseguiti in cloud oppure in edge vicino agli impianti che regolano luci e clima, sono questi modelli che permettono di ridurre il consumo di energia, a parità di comfort dei clienti” spiega Baccarin.

Grazie a questo flusso tecnologico, infatti, è diventato possibile stimare quante persone sono presenti in negozio e “seguirle” garantendo loro luminosità e qualità dell’aria adeguate fin nei camerini, sempre minimizzando i consumi di energia.

Aria buona e controllata, nel rispetto della privacy

Superando l’obiettivo iniziale, MIPU con questo progetto ha portato un risparmio energetico stimato tra il 10 e il 20%, a seconda del punto vendita considerato, sempre e solo ottimizzandone “intelligentemente” la gestione, senza intervenire sull’hardware. Nel contempo, ha abilitato anche una manutenzione preventiva “energy based”: “confrontando il reale consumo energetico con quello previsto con l’AI, si rilevano anomalie e malfunzionamenti che suggeriscono gli interventi sul campo – spiega Baccarin – dal cambio filtri alla pulizia di condotti”.

L’impatto sui consumi è stato accompagnato da numerosi benefici anche da altri punti di vista. Questo soprattutto grazie al fatto che, con uno strumento come Rebecca, anche il “conoscitore di ambito” ha potuto sfruttare di persona la tecnologia. “Una volta democratizzato l’utilizzo dei modelli AI, le idee sono arrivate dal cliente e ha potuto implementare anche azioni mirate all’aumento del comfort e delle vendite” racconta Baccarin.

Dopo una perplessità iniziale sull’intensità della luce, minore rispetto allo standard che siamo abituati a “subire” nei negozi, chi si occupa di vendite ha iniziato ad apprezzare l’intervento di MIPU. “I loro parametri imponevano una luminosità massima che, in chiave di ottimizzazione energetica, non era prevista. Grazie al miglioramento della qualità dell’aria, però, hanno compreso che l’ambiente diventava più gradevole e le persone sostavano per più tempo sia nei camerini che tra gli scaffali, innescando un aumento sia delle vendite che delle interazioni con i prodotti esposti”.

Un altro vantaggio “laterale” riguarda le informazioni raccolte. Essenziali per la minimizzazione dei consumi, possono essere utilizzate anche per ottimizzare interventi legati al marketing. “Il nostro dispositivo permette uno studio del percorso degli utenti senza alcuna telecamera installata – aggiunge Baccarin – nel pieno rispetto della privacy. Questo significa poter effettuare fannel e studiare gli spazi, basandosi su insights reali e sempre aggiornati”.

Il negozio del futuro racconta il suo impatto

Questa massimizzazione dei benefici ottenibili dai dati a disposizione potrebbe raggiungere livelli ancora più elevati se si includessero nell’ecosistema realizzato anche porte e scale mobili. È infatti questo uno dei primi sviluppi che Baccarin ha in programma di implementare, per ottenere nuovi dati da integrare e altri spazi da monitorare, da cui ricavare maggiori possibilità di controllo sugli impianti.

Un’altra idea sarebbe quella di comunicare in modo trasparente ed efficace l’impatto della novità tecnologica agli utenti del negozio. Basterebbe un pannello o dei contatori, gradevoli alla vista, in cui possano visualizzare i benefici ambientali che i “bottoncini” sparsi tra gli scaffali comportano.

Sono entrambi “upgrade” accessibili come accessibile e fruibile è tutto il progetto, per ogni negozio che voglia minimizzare i propri consumi energetici con il solo impiego della tecnologia di gestione. “Il nostro modello è facilmente scalabile e replicabile. L’unica variabile è il livello di integrazione con gli impianti – precisa Baccarin – se sono nuovi, tutto è automatico e ricevono gli input di regolazione direttamente da Rebecca. In caso di infrastrutture più tradizionali, si può studiare l’invio di messaggio tramite app o SMS, con le indicazioni da seguire. In ogni caso, ci arriverebbe a garantire in negozio il clima ottimale, per l’ambiente e per chi ci entra”.

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