Senza nulla togliere ai 4 sistemi tra i primi 10 della TOP500, tra cui l’”under construction” secondo classificato Aurora con i suoi 585,34 petaflops, Intel “coltiva” con orgoglio due supercomputer europei di importanza strategica per i Paesi ospitanti: Regno Unito e Germania.
Si tratta in entrambi i casi di due “open access systems”, rivolti al mondo della ricerca. Per poterne fare uso, si può fare domanda e illustrare i propri progetti, sottolineandone l’importanza per la comunità scientifica a cui sia l’inglese Dawn sia il tedesco SuperMUC-NG sono dedicati.
In UK Dawn fa sognare la fusione nucleare
Fin dalla sua fase 1, Dawn ha conquistato il titolo del più veloce supercomputer AI utilizzato nel Regno Unito. Nella TOP500 i suoi 19.458 petaflops gli hanno permesso di conquistare il 41esimo posto ma, a livello locale, assieme al già annunciato supercomputer Isambard AI dell’Università di Bristol è destinato a diventare un pilastro dell’AI Research Resource (AIRR), la struttura UK creata per aiutare i ricercatori a massimizzare il potenziale dell’AI. Un orizzonte ambizioso che sarà più semplice da realizzare quando questo supercomputer passerà alla sua fase 2. Intel la annuncia per 2024, promettendo prestazioni 10 volte superiori.
Dawn è raffreddato a liquido, dispone di 256 nodi (512 CPU Intel Xeon di quarta generazione e 1.024 GPU Max Series) ed è stato installato in meno di quattro settimane, dopo un periodo di co-progettazione che ha coinvolto Dell Technologies, Università di Cambridge e UKAEA (UK Atomic Energy Authority).
Ospitato dal Cambridge Open Zettascale Lab, si occuperà soprattutto di supportare e accelerare la ricerca in ambito sanitario e ambientale, climatico ed energetico. Proprio grazie alla presenza di UKAEA nel team di progettazione, si focalizzerà poi sullo sviluppo dell’energia da fusione, contribuendo in modo sostanziale alla realizzazione di un gemello digitale per una centrale elettrica a fusione. Definita una “grande sfida exascale”, il Regno Unito attende fremente di avere la potenza di calcolo necessaria per affrontarla. Con Dawn ci si avvicina molto e la speranza è di raggiungerla per mantenere la promessa Net Zero nel 2040.
SuperMUC-NG fase 2: la ricerca tedesca cambia marcia
Sempre a beneficio della comunità scientifica, anche SuperMUC-NG si posiziona in alto alla classifica dei sistemi HPC più performanti del Paese ospitante, la Germania. Nella TOP500, con il recente passaggio alla seconda fase, conquista invece il 52esimo posto con 17.190 petaflops e 240 nodi (480 CPU Intel e 960 GPU Max Series)
Ospitato presso il Leibniz Supercomputing Centre (LRZ) di Monaco di Baviera e raffreddato con acqua calda per ridurre il costo totale di proprietà (CTO), è stato assemblato in Europa riducendo l’impronta di carbonio e i tempi di spedizione. E ora ha il compito di ridurre anche i tempi di calcolo nelle diverse sfide in cui la ricerca tedesca è impegnata, a partire da quelle in medicina ma spaziando nelle scienze ambientali e dei materiali.
Con l’ingresso nella fase 2, e la potenza abilitata dalla presenza delle GPU, i ricercatori hanno per esempio potuto studiare con maggior precisione il dosaggio di alcuni farmaci, per ottimizzarne l’uso e minimizzare il rischio per i pazienti. Tutto grazie alla possibilità, con HPC e AI unite, di meglio modellare gli organi in cui la sostanza veniva iniettata e comprenderne le dinamiche di assorbimento e reazione. Uno dei tanti utili e promettenti traguardi che la ricerca sta raggiungendo, in Germania come altrove. Sono anch’essi legati alla ultra-nominata AI ma, stranamente e sfortunatamente, vengono sbandierati meno di quanto non meritino, lasciando nell’ombra un aspetto davvero “buono” dell’AI.