Nel 2020 il mercato globale dei sistemi RPA (Robotic Process Automation) era pari a 1,57 miliardi di dollari. La previsione è che dal 2021 al 2028 il tasso di crescita annuale composto riferito a questo tipo di tecnologia sarà del 32,8%. Un incremento notevole, se lo si mette a confronto di altre innovazioni, che si giustifica anzitutto per la loro velocità nell’introdurre processi di automazione all’interno delle aziende, a fronte di un linguaggio di programmazione utilizzato abbastanza semplice se paragonato agli altri.
Lo sottolinea Mario Caramello, Program Manager di Beta 80 Group ed esperto di RPA: “Si tratta di linguaggi praticamente mai compilati, che hanno una buona articolazione nelle strutture di controllo e che dispongono di un numero rilevante di moduli per integrare oggetti di uso comune. Dalla casella mail alla capacità di interfacciarsi con dei database o di gestire i fogli Excel, fino a funzioni più evolute come l’interrogazione dei web services”. C’è un’altra caratteristica che sta decretando il successo degli RPA tools ed è la loro attitudine a seguire l’evolversi degli applicativi. “La logica dell’RPA – spiega infatti Caramello – è fare le stesse cose che fa un essere umano. Tra queste rientra il fatto di adattarsi alle nuove versioni di un’applicazione o di un portale aziendale da cui si scaricano ad esempio delle informazioni. L’RPA si adatta proprio come farebbe una persona di fronte al cambiamento di un applicativo”.
La differenza tra unattended e attended RPA
Un’altra spinta alla diffusione della Robotic Process Automation arriva da quella che viene definita “democratizzazione dell’automazione” e che vede nei citizen automation developer persone in grado di creare il proprio software robot o bot pur essendo digiuni di programmazione. In realtà, questa accezione non esaurisce il mondo degli RPA che va suddiviso in due macro-filoni: “Uno è quello delle automazioni più spinte di tipo massivo – chiarisce Caramello -, le automazioni cosiddette unattended che funzionano da sole su grandi volumi di dati e che normalmente sono sviluppate da professionisti che hanno esperienza in questo campo. Possono essere persone interne all’IT dell’organizzazione oppure fornitori esterni incaricati dall’azienda. L’altro filone, invece, quello degli attended RPA, riguarda le automazioni che gli impiegati stessi dell’impresa sviluppano in autonomia per sgravarsi da lavori ripetitivi, noiosi o forieri di errori. In questo caso, parliamo quasi di strumenti di produttività individuale per sviluppare i quali non bisogna avere competenze da programmatori. È la piattaforma RPA che viene in soccorso della persona, dotandola ad esempio di una risorsa come il recorder in grado di tradurre gli step di un flusso di lavoro in un’automazione che li replica”.
Al di là della visione semplicistica di questo secondo tipo di automazione, che viene rimarcata proprio con il termine “democratizzazione”, ciò che emerge è una tendenza neanche tanto futuribile in cui il bot affiancherà le persone nelle loro attività quotidiane come hanno fatto finora programmi come Excel e Word.
Il ruolo del vendor e quello del system integrator
L’avvento degli RPA tools come compagni abituali del daytime pone la domanda sul ruolo che oggi svolgono da una parte i vendor di soluzioni di Robotic Process Automation, dall’altra i system integrator come Beta 80 che affiancano le imprese in progetti di automazione più o meno complessi. “Il vendor – continua Mario Caramello – per definizione ha come obiettivo primario quello di vendere e quindi è evidente che è importante che la piattaforma proposta debba possedere alcune funzioni essenziali. Tra i leader che Gartner colloca periodicamente nel suo Magic Quadrant, pur essendo un mercato relativamente giovane, c’è grande competizione e di anno in anno ciascuno cerca di migliorare la propria offerta. Il system integrator, invece, ha dalla sua due elementi che lo rendono utile. Anzitutto, porta all’azienda una tecnologia che normalmente non si conosce o che si conosce superficialmente perché non rappresenta il suo core business. In secondo luogo, fa da traduttore, da mediatore rispetto all’obiettivo del vendor, cercando di consolidare le relazioni e di renderle più durature”.
Nel caso di Beta 80, la sua scelta di campo è quella dell’“agnosticismo” sulla soluzione RPA da implementare. “In pratica, vogliamo rendere capace il nostro cliente sia di cambiare la piattaforma, eventualmente con dei costi non troppo elevati, sia di avere più di una piattaforma RPA, perché magari una viene utilizzata per automatizzare alcuni task, mentre una seconda per automatizzarne altri”.
L’importanza di investire su una cultura dell’automazione
Oggi la maturità progressiva del mercato della Robotic Process Automation trova una platea di imprese sempre più preparate ad accogliere la novità nelle due versioni, unattended e attended. Lo dimostra la clientela di Beta 80, costituita prevalentemente da aziende di livello enterprise, che nella maggior parte attesta una certa consapevolezza su che cosa siano gli RPA tools.
Tale consapevolezza spesso è accompagnata da un forte interesse a realizzare l’automazione almeno come prototipo o come funzione limitata ad alcuni aspetti nei quali sono dominanti le attività routinarie e a scarso valore aggiunto a carico degli utenti umani. “Il tema dell’automazione, però, investe la cultura aziendale – dice in conclusione Caramello -. Cultura dell’automazione significa ottimizzazione dei processi e capacità di recuperare valore cambiando i processi. È quello che si ottiene aggiungendo appunto automazione o intelligenza”. Del resto è quanto sostiene Gartner, quando afferma che “il driver chiave per i progetti RPA è la loro capacità di migliorare la qualità, la velocità e la produttività dei processi, ognuno dei quali è sempre più importante mentre le organizzazioni cercano di soddisfare le richieste di riduzione dei costi durante il Covid-19”. La riprova? Un’azienda cliente di Beta 80, grazie all’efficienza guadagnata con l’automazione, si è ripagata ampiamente il costo del progetto.
Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con Beta80