Nei nuovi ecosistemi ibridi e distribuiti, l’automazione IT su larga scala è l’unica chiave per risolvere la complessità e garantire il futuro del business. L’assioma arriva da Red Hat ed è il presupposto per Ansible Automation Platform, la soluzione basata su Enterprise Linux e OpenShift che permette di creare, gestire e condividere i framework di automazione all’interno dell’azienda, dalla nuvola all’edge.
L’automazione come priorità strategica
“L’automazione – dichiara Giorgio Galli, Senior Manager Tech and Specialist Sales, Red Hat – è passata da commodity a elemento strategico, indispensabile nel processo di trasformazione digitale. Al crescere della complessità IT e con i nuovi modelli di Hybrid Cloud, le aziende devono portare l’automazione trasversalmente sull’intero stack tecnologico, abbattendo i silos. Ecco perché bisogna ragionare in termini di piattaforma, oltre al singolo strumento di automazione”.
Dopotutto, le statistiche parlano chiaro: secondo Gartner, entro il 2027, il 75% delle imprese cercherà di consolidare le iniziative di automazione per ottenere più valore complessivo (la stima 2022 non raggiungeva il 10%); inoltre, nel 2025, l’80% dei compiti operativi richiederà competenze che pochi professionisti avranno e, in mancanza di skill, servirà automatizzare.
Così, come rivela un report di Red Hat, nel 2022 l’automazione si è posizionata tra le priorità IT delle organizzazioni, soprattutto in ambito sicurezza, servizi cloud e networking, ma anche su altri fronti, ad esempio in termini di Infrastructure as Code e pipeline DevOps.
Un approccio olistico all’automazione
Da qui la visione aziendale verso un’automazione connessa (ovvero estesa all’intero stack IT), collaborativa (le stesse pratiche condivise su diversi processi) e consistente (con un’esperienza coerente su qualsiasi infrastruttura).
“L’automazione – commenta Galli – è la chiave per un cloud ibrido aperto. Così le aziende si stanno muovendo per mettere a fattore comune le stesse procedure su diversi livelli. Avere una piattaforma come Ansible, piuttosto che un insieme non integrato di tool specifici per dominio, è fondamentale”.
La soluzione di Red Hat è pensata per automatizzare qualsiasi componente IT (applicazioni, network, cloud, sicurezza, infrastrutture, edge) grazie alla sua natura open-source e all’integrazione con prodotti di terze parti (a oggi sono stati sviluppati oltre quattromila moduli). Per citare qualche esempio, Ansible si interfaccia con le nuvole di AWS, Microsoft e Google, con le memorie di NetApp, Nimble e PureStorage, con VMware vSphere e con la piattaforma ServiceNow per l’IT Service Management.
“Ansible – afferma Galli – si differenzia perché può orchestrare processi complessi su larga scala, semplifica la gestione delle pratiche di automazione su diversi domini, non richiede l’installazione di un agente, quindi si integra facilmente in ambienti ibridi”.
Le ultime innovazioni
Inoltre, la piattaforma è al centro delle iniziative di evoluzione tecnologica di Red Hat. All’ultimo Summit della multinazionale, che si è tenuto a fine maggio 2023, sono state annunciate due nuove funzionalità.
Event-Driven Ansible aggiunge alla piattaforma la possibilità di un’automazione guidata dagli eventi. Permette infatti l’integrazione con strumenti di terze parti deputati al monitoraggio delle infrastrutture e delle applicazioni. Così, le informazioni provenienti dai diversi tool vengono trasmesse alla piattaforma Ansible, che innesca automaticamente azioni di risposta agli eventi osservati in base a regole predefinite.
La seconda novità è invece Ansible Lightspeed, ovvero un servizio di intelligenza artificiale generativa che sarà presto disponibile all’interno della piattaforma di Red Hat grazie all’integrazione con IBM Watson Code Assistant. Lo strumento di Big Blue, basato su watsonx e attualmente in anteprima tecnica, sarà infatti rilasciato entro fine anno e permetterà di creare automaticamente snippet di codice a partire da input in linguaggio naturale. Con il lancio di Lightspeed, gli sviluppatori che utilizzano la piattaforma di Red Hat potranno quindi generare velocemente codice per la creazione o la modifica dei playbook Ansible.