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Sabaf semplifica la governance dei data center internazionali con Gruppo Project

Claudio Migliorati, Direttore Sistemi Informativi della società bresciana specializzata nella produzione di componenti per apparecchi domestici, racconta come l’adozione della soluzione SimpliVity di HPE abbia permesso di omogeneizzare la gestione IT e la business continuity delle strutture dislocate in tutto il mondo.

Pubblicato il 31 Ago 2022

governance dei data center

L’espansione del business non porta con sé solo maggior valore per clienti, dipendenti e stakeholder dell’azienda: insieme alle attività e al giro d’affari cresce anche la complessità, sia organizzativa, sia tecnologica. Nell’era digitale, i due piani tendono sempre più a sovrapporsi, e far fronte a questa sfida spesso vuol dire ripensare completamente il modo in cui si sono gestiti processi e strumenti per anni, facendo convergere su un’unica, coerente strategia tutte le scelte di governance.

L’assunto è ancora più vero quando si parla di imprese multinazionali, risultanti nella maggior parte dei casi da acquisizioni, merger e accordi di partnership che, con il tempo, inevitabilmente, finiscono per stratificare le infrastrutture logiche, fisiche e di processo su cui si regge l’organizzazione.

La sfida di Sabaf: migliorare la governance dei data center internazionali

Lo sa bene Sabaf, azienda bresciana specializzata nella produzione di componenti per apparecchi domestici (componenti per la cottura a gas, come rubinetti e bruciatori, cerniere per le porte dei forni e delle lavastoviglie, elettronica per elettrodomestici e – a breve – componenti per la cottura a induzione elettromagnetica). Il gruppo è tra i principali player globali del settore (con una quota di mercato pari al 10%) e opera a livello internazionale anche tramite una rete di società controllate in Italia, Brasile, Cina, Turchia, Polonia e India – a cui si aggiungerà presto una subsidiary in Messico.

Nell’ottica di ottimizzare l’erogazione dei servizi IT – in particolare dell’ERP centralizzato – da parte della casa madre, il gruppo ha dovuto affrontare un percorso di omogeneizzazione delle infrastrutture virtuali installate presso le varie sedi. L’obiettivo, anche nella prospettiva di un’ulteriore crescita, era dare vita a un sistema relativamente semplice da gestire, assicurando il minor numero possibile di dispositivi informatici da manutenere garantendo la continuità operativa a livello locale.

“Lo scenario che abbiamo analizzato riguardava una problematica di upgrade e governance dei data center delle società del gruppo”, precisa Claudio Migliorati, Direttore Sistemi Informativi di Sabaf. “Parliamo di una decina tra società italiane e all’estero, ognuna con la necessità di disporre di proprie strutture a supporto delle attività e degli applicativi dipartimentali locali, che vanno dal classico PLM al MES.

“Il livello di complessità con cui abbiamo dovuto misurarci era particolarmente elevato” prosegue Migliorati. “Ogni data center di ogni società era un environment a sé stante, il frutto di una stratificazione storica specifica. Fanno, infatti, capo a Sabaf aziende integrate tramite acquisizioni che, avendo alle spalle decine di anni di operazioni gestite in modo autonomo, si caratterizzavano per strutture legacy obsolete. Altre ancora sono il risultato di un’espansione delle operazioni di Sabaf all’estero, realizzata da greenfield, e necessitavano di un fisiologico rinnovo dei sistemi operativi”.

Si aggiungeva inoltre il bisogno di Sabaf di attivare componenti di business continuity e disaster recovery a livello locale che ricalcassero i requirement del modello concepito per le società estere, le quali potevano contare su macchine replicate in due ubicazioni diverse, tra cui la sede centrale di Ospitaletto (Brescia).

Così, per mitigare le possibili criticità legate all’obsolescenza di sistemi tanto eterogenei e sostenere un’evoluzione più razionale dei servizi locali, Sabaf ha deciso di affrontare il problema individuando una piattaforma iperconvergente valida per tutte le componenti del Gruppo e che desse garanzia di autonomia, capacità, solidità per i prossimi passi da compiere.

“Dopo aver definito gli standard tecnico/funzionali in relazione alle necessità di rinnovo tecnologico, abbiamo analizzato le proposte presenti sul mercato e abbiamo riscontrato in HPE SimpliVity la soluzione che cercavamo e in Project Informatica il partner adeguato per svilupparla” spiega Migliorati.

Il contributo di Gruppo Project nell’implementazione del progetto

Con l’aiuto di Gruppo Project, Sabaf ha dato vita a un network strutturato nelle principali sedi internazionali: in ogni sede remota è stata installata almeno una appliance SimpliVity per ospitare le macchine virtuali di produzione e replicarle verso l’headquarter di Ospitaletto tramite l’apposita funzionalità nativa della soluzione.

Il progetto ha poi visto, per le sedi in Brasile, India e Turchia, l’installazione di due cluster a due nodi SimpliVity, aggiungendo così anche la funzione di High Availability e quindi di ripartenza automatica delle macchine virtuali in caso di guasto di un nodo (oltre al backup locale e alla replica remota per tutte le sedi).

“L’apporto di Project Informatica è stato fondamentale”, racconta Enrico Villani che, in qualità di amministratore Senior di sistema, cybersecurity e rete di Sabaf, si è occupato in prima persona di coordinare e seguire tutte le fasi del progetto. “La competenza del partner si è manifestata non solo nella profonda conoscenza della tecnologia HPE, ma anche nella capacità di preparare la soluzione in base alle nostre esigenze. Una volta pronti, i nodi di SimpliVity sono stati inviati alle sedi delle società controllate e collegati ai sistemi locali, senza riscontrare alcun tipo di problema rispetto alla configurazione, il che non era affatto scontato”.

“Il Gruppo Project ci ha, inoltre, indirizzati verso la strada dell’ottimizzazione, che intendiamo percorrere per perfezionare i meccanismi di backup nelle varie filiali, ricalcando il sistema di creazione di seconda e terza copia che utilizziamo per l’headquarter”.

Il prossimo passo, conclude Claudio Migliorati, “va nella direzione del potenziamento delle soluzioni di monitoraggio e cybersecurity. Siamo alla ricerca di una soluzione Endpoint Detection and Response (EDR) best in class, e riteniamo che anche da questo punto di vista Project Informatica possa darci supporto”.

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