In un settore come quello dell’intelligenza artificiale, dove è in corso una triplice continua evoluzione – normativa, culturale ed economica – c’è chi si limita a reagire ai cambiamenti esterni ma anche chi sceglie di compierne al proprio interno seguendo una propria vision, etica e di business, ben chiara e fortemente sentita. Questo è il caso di Ammagamma, ex-startup con sede in un ex-convento nel modenese che nell’ultimo biennio ha messo in atto un vero e proprio cambio di prospettiva registrando una crescita sia dal punto di vista organizzativo che scientifico, con risultati di business promettenti.
Se ciò che avevano in mente i founder nell’avviare questa azienda era quella di distinguersi sul mercato trovando quel delicato e difficile equilibrio tra una vocazione culturale-formativa e il pragmatico bisogno di sostenibilità economica, dai risultati dell’ultimo anno sembra che Ammagamma stia affrontando questa sfida in modo vincente.
Più matura e cresce, più traduce in fatti le responsabilità tecnologiche, imprenditoriali e sociali che derivano dal suo successo accompagnando imprese, scuole e istituzioni nella comprensione e nell’uso dell’intelligenza artificiale. Anche nel 2022, e oltre, una delle priorità sarà contribuire allo sviluppo di una società davvero sempre più consapevole delle potenzialità, delle implicazioni e degli impatti della tecnologia. Una mission che si percepiva già dal suo “Manifesto della Razionalità Sensibile” lanciato nel 2019 unendo i punti 1, 6 e 7: “l’uomo è un interprete imperfetto”, “l’intelligenza artificiale aiuta a comprendere la realtà” e “la conoscenza genera responsabilità”.
Più ricavi e clienti nel 2021 e Ammagamma investe in persone e soluzioni
Dopo un cambio di nome da Energy Way ad Ammagamma, “per non mescolarci con i tanti brand tecnologici pieni di ‘x’, ‘k’ e ‘y’ e ridurre invece la distanza dalle persone”, questa azienda nell’ultimo biennio ha assunto 40 persone e oggi conta un organico di 63 dipendenti oltre a dei brillanti risultati di business.
Ricavi raddoppiati, fino a 6,4 milioni di euro, ordini registrati di 2,5 volte superiori e 36 nuovi clienti di ogni settore e dimensione: nel 2021, come spiega l’AD David Bevilaqua, “abbiamo generato un’ampia marginalità e ottimi flussi di cassa che ci permettono di fare investimenti, nel 2022 vogliamo assumere altre 20-25 persone, soprattutto nell’area di sviluppo prodotto e innovazione e per un team dedicato all’area di Milano”. Focus sul territorio, quindi, a cui l’azienda è sempre molto attenta, ma lo sguardo anche oltre frontiera, in Israele, dove è sbarcata nel 2021 grazie ad un’opportunità legata alla sua esperienza in depurazione acque maturata con un altro cliente e dove vuole continuare ad investire anche nei prossimi mesi. Consapevole della forte competitività e dell’alto livello del mercato israeliano, Bevilacqua illustra le strategia che ha guidato la scelta: “non miriamo a diventare leader AI nei filoni più popolati e sfidanti, la nostra collocazione resterà nell’area industriale e miriamo soprattutto a sviluppare collaborazioni in ambito accademico per favorire una contaminazione scientifica e culturale legata allo sviluppo della matematica con il mondo della ricerca che, in questo Paese, è molto evoluto e può contare su forti investimenti”.
Anche grazie agli spunti preziosi che potrà trovare in Israele, in Italia Ammagamma nel 2022 continuerà anche a sviluppare soluzioni di AI a supporto soprattutto della piccola e media impresa. Bevilacqua ne promette 2 o 3 entro l’anno, in arrivo ce n’è già una di document intelligence, per capitalizzare l’esperienza di alcuni progetti svolti negli ultimi anni, ma due sono sul mercato dal 2021: Anagram e Aware.
La prima, rivolta al mondo manifatturiero, ottimizza la pianificazione della produzione combinando tecniche di machine learning e algoritmi di ricerca operativa per trovare lo schema migliore rispettando una serie di vincoli e consentendo all’azienda di scegliere il più efficace distribuito anche su linee concorrenti. E’ una web app integrabile con gli ERP che raccolgono i dati di produzione ed è in grado di re-immettere nei sistemi aziendali il risultato dell’ottimizzazione effettuata.
È una web app anche Aware ma dedicata al settore alimentare e focalizzata sulla gestione predittiva dei magazzini. Grazie al machine learning e al deep learning prevede e di modellizza in modo complesso ed evoluto le curve di domanda delle diverse merci. Questi output diventano le variabili con cui algoritmi di replenishment riescono poi a suggerire il mix di riordini ottimale per garantire una gestione del magazzino secondo i livelli di sicurezza minimizzando però l’immobilizzazione di capitale.
AI, machine learning e data science per eliminare costi superflui e pregiudizi razziali
Aware e Algoritm rappresentano il 15% del fatturato e il desiderio di futura scalabilità dell’azienda, affiancando il business originale: la consulenza e la realizzazione di progetti sartoriali per grandi aziende. Si tratta di sviluppare soluzioni per la gestione di problemi complessi che danno vita a vere e proprie partnership come le 4 siglate lo scorso anno. Ci sono quella con Clementoni, per capire come l’intelligenza artificiale possa entrare nel mondo del gioco, anche a scopo educativo, quella con ENI, da cui è nato l’Hidden Data Lab per sbloccare il potenziale inespresso dei dati, quella con Kerakoll, per digitalizzare il settore dell’edilizia e portare l’Intelligenza Artificiale nei cantieri, e quella con illlimity, dedicata all’applicazione dell’AI nel mondo del credito.
In questo ultimo caso, assieme alla divisione di stress credit della neobanca fondata da Corrado Passera, Ammagamma ha realizzato un tool per estrarre automaticamente informazioni rilevanti da grandi quantità di documenti e di perizie di tribunali riducendo fortemente tempi di analisi, effort ed errori manuali. “Abbiamo lavorato assieme, mettendo a fattore comune i nostri asset e le capacità di analizzare i dati guardandoli da prospettive diverse per trovare soluzioni nuove – racconta Francesco Ramazzotti, Head of Product, Partnership & Open Banking di illimity – è questo lo spirito che ci ha fatto apprezzare Ammagamma e con cui vogliamo proseguire il percorso”.
Se l’esperienza con illimity ben rappresenta l’approccio scelto per i “progetti speciali”, quella di Camst mostra come vengono invece implementate le soluzioni end to end per PMI. Con i suoi 66 milioni di pasti distribuiti tra Italia, Germania, Danimarca e Svizzera, questa azienda è tra i leader nei servizi di ristorazione collettiva, commerciale e fieristica e cercava “chi risolvesse problemi complessi in modo semplice” spiega Alberto Raneri, Direttore Innovazione e Tecnologie di Camst precisando che “non abbiamo deciso a priori di introdurre l’AI nei nostri processi ma è l’AI che ha incontrato Camst presentandosi con il volto dei professionisti di Ammagamma”.
Gestire l’approvvigionamento delle materie per 1100 punti di consegna su tutto il territorio nazionale, per oltre 300 fornitori e 3000 articoli con un semplice sistema di magazzino e dei fogli di calcolo era diventato troppo complesso. Per “ragionare” tenendo conto delle 86mila diverse variabili generate da questi numeri e dei 160mila vincoli, Ammagamma ha messo in campo Aware scomponendo il problema in due fasi – previsione del fabbisogno e ottimizzazione scorte – per poi dedicarsi ad un attento lavoro di tuning. A Camst ha consegnato un unico cruscotto con cui gestire l’avanzamento delle scorte e il fabbisogno puntuale dei vari centri locali permettendole di ottenere una riduzione del volume delle giacenze del 14% e un’ottimizzazione del valore economico immobilizzato di oltre 10%.
Per vedere l’altra soluzione end to end in azione, Algoritm, è necessario esplorare il caso Tosti, azienda manifatturiera conto terzista che effettua lavorazioni meccaniche in materiale tecnopolimero, alluminio e compositi. Per aiutarla a ridurre i propri costi e a migliorare la fase di delivery, diventando così più competitiva, Ammagamma ha integrato la sua soluzione end to end rivedendo tutto il processo produttivo – dall’inserimento dell’ordine all’elaborazione dell’acquisto delle materie prime, fino all’organizzazione della produzione – e consegnando nelle mani di Tosti lo strumento per ottenere una pianificazione ottimale e bilanciata dei diversi passaggi nei vari stabilimenti e per tutte le macchine. “Il software che utilizzavamo prima lavorava in modo statico, con parametri non rappresentativi della realtà e risultati deludenti -spiega il CEO Ilaria Tosti – il nuovo modello dinamico migliora nel tempo e impara come ottimizzare la schedulazione della produzione ci ha permesso di migliorare significativamente il nostro time of delivery”.
Anche quando al posto di magazzini e macchinari, ci sono classi di adolescenti, e quelli da difendere non sono i risultati di business ma i diritti umani, l’intelligenza artificiale e l’approccio di Ammagamma funzionano in modo estremamente efficace. Lo ha dimostrato il progetto realizzato con Unicef per supportare la Campagna OPS! (La tua Opinione, oltre ogni Pregiudizio, contro gli Stereotipi) focalizzata sulla lotta contro gli unconscious bias soprattutto verso i migranti.
“Partendo da un sondaggio in cui emergeva che il 60% dei giovani aveva subito o visto subire discriminazioni per la propria razza, abbiamo voluto mostrare agli studenti delle scuole secondarie quanto velocemente agiscono i pregiudizi e come l’aggettivo migrante sia associabile a qualsiasi tipo di persona al di là del colore della pelle” spiega Sara Martelli, responsabile del programma adolescenti e giovani di UNICEF – Europe and Central Asia Regional Office (ECARO). È nato così un reaction game sviluppato da Ammagamma combinando AI e data science per proporre un dataset di 48 volti “artificiali” con le caratteristiche fisiognomiche più svariate, e chiedere al giocatore di associare a ciascuno di essi, singolarmente, un aggettivo qualificativo in massimo 3 secondi. È guardando a posteriori alle proprie e a quelle dell’intera classe o scuola che ogni giocatore notare come i pregiudizi “corrano veloce” e diventarne più consapevole, un importante passo avanti, soprattutto se si è giovani.
Bestiario dell’Intelligenza artificiale: ironia e arte contro la paura delle nuove tecnologie
Sempre ai giovani, Ammagamma dedica molti altri progetti, anche formativi e puramente focalizzati sulla tecnologia, come Lucy, ad esempio, la prima sperimentazione curricolare di didattica dell’intelligenza artificiale. Ciò che si propone alla scuola secondaria di primo grado è un percorso multidisciplinare e laboratoriale per accompagnare i giovani alla scoperta dei meccanismi di funzionamento dell’IA e all’immaginazione delle implicazioni e nuovi utilizzi delle tecnologie intelligenti. Concluso il progetto pilota, a Modena, ora Lucy è disponibile per tutte le scuole che vorranno aiutare i propri alunni a sviluppare un senso critico sulle tecnologie con cui convivono ogni giorno e che ritroveranno sicuramente nel mondo del lavoro.
Questo progetto è solo una piccola tessera di un puzzle ben più grande e con un disegno molto ambizioso. L’obiettivo di Ammagamma è infatti “creare sull’intelligenza artificiale una cultura europea, oggi latitante, partendo dalle scuole, dalle università, dalle aziende e dal territorio, che diventi un chiaro riferimento e riesca a influenzare anche le decisioni politiche – spiega il fondatore e presidente Fabio Ferrari – in tanti paesi l’AI è infatti utilizzata come strumento di controllo e dominio geopolitico in modo molto ambiguo: al dato usato per fini coercitivi o di business, noi vogliamo contrapporre un dato civico attraverso una narrazione contro la paura per permettere alle persone di conoscere la tecnologie e decidere come, quando e se usarle”.
Per potenziare la capacità di autonomia ed esercizio del pensiero critico sull’AI “di tutti i bambini dagli 0 ai 99 anni”, Ammagamma ha lanciato il suo primo progetto editoriale frutto del lavoro di un team interdisciplinare di matematici, ingegneri informatici e designer. Assieme, coordinati da Francesca Fiocchi, Art & design manager di Ammagamma, hanno dato vita al Bestiario di intelligenza artificiale, un catalogo di 8 creature fantastiche create “individuando alcune parole chiave per ogni tecnologia e immaginando come certe caratteristiche potessero essere simbolicamente attribuite ad un animale per poi descriverlo con favole e illustrazioni”.
L’image analysis è il “mangiatore a 4 occhi”, il forecasting algorithm un “flamingo anticipatore” e il Marketing Recommendation Engine un “cetaceo raccomanda emozioni”: come un ponte tra il nascosto (l’algoritmo matematico) la realtà evidente (l’animale) il Bestiario “demistifica e aiuta a comprendere la complessità della tecnologia, ma anche a intravederne la bellezza in maniera creativa, divertente e ironica facendo leva sull’arte perché – come spiega Fiocchi – è un canale tangibile, accessibile e interpretabile”.
Quest’opera di contro-narrativa che propone un nuovo immaginario dell’AI meno distopico, fuoriviante e disarmante, secondo Luca Panini, CEO di Franco Cosimo Panini Editore, è un “libro di frontiera che proponiamo a lettori di tutte le età. In questo mondo generato dalla rivoluzione digitale siamo tutti come bambini appena arrivati – poi spiega – dobbiamo metterci in quest’ottica e concederci di comprendere cosa ci sta attorno e come interpretarlo. Senza pregiudizi, dobbiamo permetterci di vivere una nuova infanzia, re-imparando a camminare tra realtà fisica e artificiale in modo equilibrato e consapevole”.