OpenText Italy Forum, il primo appuntamento della società canadese rivolto a clienti e partner del nostro paese, ha scelto una location iconica, il Museo Alfa Romeo di Arese, a pochi km da Milano. Il 23 novembre 2023 la sede storica della casa automobilistica ha ospitato i lavori della company specializzata nello sviluppo di sistemi IT per la gestione dell’informazione aziendale.
Un luogo nel quale costruire una sorta di ponte immaginario tra il brand del biscione che ha innovato nell’industria dei motori e la rivoluzione odierna dell’Intelligenza Artificiale. L’AI, infatti, è stato il leitmotiv della giornata, introdotta da Antonio Matera, RVP Sales Content Services di OpenText, che ha spiegato perché non è enfatico parlare di “rivoluzione” con riferimento all’Artificial Intelligence. Basti pensare alla quantità di dati, pari a 73 zettabyte (fonte: IDC), con cui già oggi dobbiamo fare i conti. A cui va aggiunto il dettaglio non indifferente che il 90% di questa cifra abnorme è stato generato negli ultimi due anni.
Per essere pronti ad affrontare le sfide che ciò comporta, “da 30 anni lavoriamo per raggiungere quello che noi definiamo Information Advantage” ha detto Matera. Una delle tappe più recenti di questo percorso è stata l’acquisizione, a febbraio di quest’anno, di Micro Focus per un controvalore di 5,8 miliardi di dollari. Un’operazione che ha portato, fra l’altro, competenze verticali nell’ambito della security, divenuta una voce sempre più rilevante con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale.
Le tante soluzioni di OpenText Cybersecurity
Pierpaolo Alì, Director Southern Europe di OpenText Cybersecurity, proviene proprio da Micro Focus: “La sicurezza è importante non solo nei processi documentali – dichiara a margine dell’evento – che per noi vuol dire Data Protection. È importante anche per fra crescere nelle aziende la Cyber Resilience”.
Nell’era della data economy, dati e applicazioni sono il cuore del business, un asset che bisogna proteggere in maniera prioritaria. L’Intelligenza Artificiale svolge a tal proposito un ruolo chiave, emerge nell’OpenText Italy Forum, ad esempio nell’Adaptive Access Management che modula il livello di sicurezza dell’accesso in base al rischio valutato nel momento in cui avviene.
Alì elenca tutte le tecnologie di cybersecurity con modelli di AI embedded che adesso sono diventate patrimonio di OpenText. Tra queste, Fortify, prodotto da cui deriva la leadership di OpenText nel Magic Quadrant di Gartner for Application Security Testing. O, ancora, EnCase Endpoint Security che è la soluzione EDR (Endpoint Detection and Response) che serve a minimizzare gli attacchi mossi contro qualsiasi dispositivo.
“Le nostre tecnologie con l’innesto di Artificial Intelligence riescono da una parte ad aiutare gli staff di cybersecurity, automatizzando molte attività di routine e facendo in modo che le persone si dedichino a funzioni più nobili. Dall’altra, a ottimizzare protezione e visibilità, fornendo una predittività su quello che può succedere combinata alla serenità di avere gli asset davvero protetti” dice Alì. Il tutto senza creare lock-in che andrebbero a detrimento dei budget destinati alla sicurezza IT, ma integrando le soluzioni con la dotazione IT preesistente delle organizzazioni.
Il cammino verso l’Information Intelligence descritto all’OpenText Italy Forum
L’integrazione è uno degli elementi su cui punta fortemente OpenText, non solo con riguardo alla cybersecurity. Al Forum le testimonianze di Engie e di Peg Perego hanno dato evidenza a questo aspetto. Nel primo caso, il gruppo energetico francese ha utilizzato OpenText Extended ECM su Saleforce, nel secondo il noto marchio di articoli per l’infanzia ha digitalizzato tutta la sua documentazione collegando i sistemi di OpenText con l’ERP di SAP.
Michele Vaccaro, Senior Director, Global AI & Analytics Solution Consultant di OpenText, nel suo intervento di apertura ha avuto modo di dettagliare come oggi l’azienda sintetizzi e differenzi la sua offerta attraverso Aviator. La piattaforma racchiude funzionalità di Data Analytics, Text Analytics, Media Analytics, Discovery & Reporting, Pluggable LLMs. Quest’ultima funzionalità, in particolare, con cui sia i Large Language Model sia i Foundation Model vengono collegati alla medesima architettura per essere messi a disposizione delle aziende fa dire a Vaccaro che “OpenText è una AI company. Perché l’information governance non può esistere senza Intelligenza Artificiale”.
Da qui deriva il concetto di Information Intelligence per indicare l’ampia sfera su cui si muove la multinazionale con quartier generale a Waterloo, in Ontario. Ma non è l’unica definizione di cui si fregia OpenText. Riccardo Sanna, Head of DevOps Cloud Solution Consulting Europe, parla di cloud company, seppure in termini che non coincidono con il “full cloud”.
Perché la tecnologia deve “servire palla”
“La maggior parte delle aziende – sottolinea Sanna – ormai ha una strategia multicloud”. Anche in Italia è così, ma con un approccio più realistico che altrove. Il fatto che, a differenza di altri paesi, da noi si sia approdati alla “nuvola” gradualmente non va visto per forza come indice di scarsa maturità digitale. “Un software deve essere autoconsistente per gestire un processo di business. La maturità, perciò, risiede nella capacità di gestire questo processo, a prescindere che avvenga in cloud oppure on-premise, in maniera end-to-end” chiarisce Riccardo Sanna.
Questo vale anche per l’Intelligenza Artificiale. Molti studi enfatizzano il potenziale risparmio di tempo che deriverebbe da un utilizzo dell’AI. Se questo risparmio, tuttavia, si traduce in pochi minuti nell’arco di una giornata lavorativa, il vantaggio sarebbe irrisorio. Altra cosa se si rimuovono i colli di bottiglia e si riducono le latenze, ma senza compromettere sicurezza e compliance.
Le tecnologie OpenText, viene sottolineato, sono state impiegate per migliorare i click day dell’INPS. Un progetto in cui l’innovazione al servizio della collettività assume un significato immediato. Che in fondo è la stessa idea condivisa sul palco di Arese da Maurizia Cacciatori, campionessa di pallavolo a cui uno dei coach ha insegnato il valore del “servire palla”. Se la tecnologia, Intelligenza Artificiale compresa, non “serve” al business e, prima ancora, a migliorare la vita delle persone, a cosa serve?