Nella società attuale, che concede regolarmente spazio ad attivisti come Greta Thunberg e alle loro battaglie, è difficile ignorare che tutti noi – intenzionalmente o meno – stiamo distruggendo il nostro pianeta. È ormai chiaro che ognuno di noi potrebbe fare la sua parte nella salvaguardia dell’ambiente con azioni come il riciclo dei materiali e la conservazione dell’acqua, , ma i consigli su come le aziende potrebbero fare la differenza su larga scala non sono così chiari.
I vantaggi per l’ambiente potrebbero essere enormi se ogni azienda, in tutto il mondo e i settori, desse priorità alla sostenibilità e aumentasse gli sforzi per essere rispettosa dell’ambiente. In particolare, l’industria tecnologica potrebbe essere determinante per risolvere la crisi climatica, con il potenziale di sviluppare innovazioni che contribuiscano a trovare una soluzione. Tuttavia, per farlo, è necessario capire come procedere.
Le discussioni relative alla footprint ambientale, e al modo migliore per ridurla, trovano spazio sui i media da molti anni ormai, soprattutto dall’introduzione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile avvenuta a settembre 2015. Le Nazioni Unite hanno descritto l’Agenda come un “piano d’azione” per rafforzare la pace universale e porre fine alla povertà e all’inquinamento. Per farlo, sono state delineate cinque aree chiave – persone, pianeta, prosperità, pace e partnership – e ha avviato dibattiti su come raggiungere questi obiettivi, da allora in discussione all’interno di aziende e media.
La carbon footprint legata al Covid
La pandemia globale degli ultimi 18 mesi ha sconvolto ogni azienda, costringendo molti a lavorare da remoto, sfruttando gli strumenti digitali per continuare a operare. Con le persone che hanno trascorso più tempo a casa a causa dei lockdown, l’utilizzo dei dati è aumentato vertiginosamente dall’inizio del 2020. A partire da aprile 2021, il traffico Internet mondiale è aumentato del 25%-30% rispetto alle cifre precedenti la pandemia, poiché il mondo è diventato più dipendente da Internet per lavoro, attività sociali e svago.
Tuttavia, la crescita del traffico Internet e dell’uso dei dati non è una notizia positiva per l’ambiente. La carbon footprint generata dai dispositivi, dai dati e più in generale dall’uso di Internet rappresenta oggi circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e, con il traffico globale in aumento, questa cifra è destinata a raddoppiare entro il 2025.
Per gli individui, le indicazioni su come essere più rispettosi dell’ambiente quando si usa Internet sono semplici e prendono la forma di piccoli cambiamenti che possono però fare una grande differenza: ad esempio, effettuare lo streaming di film e musica a risoluzioni più basse, mantenere più a lungo i dispositivi invece di aggiornarli alla prima occasione, e scegliere aziende sostenibili. Ma come fanno le aziende a diventare sostenibili, in modo da convincere i consumatori a sceglierle?
Eliminate i dati (se non servono!)
Ogni organizzazione produce dati, indipendentemente dalle sue dimensioni o dal settore di appartenenza, e questi dati rappresentano il patrimonio del business aziendale. Permettono di operare, crescere e guadagnare. Tuttavia, molte di queste informazioni non sono in realtà essenziali e potrebbero ridurre il loro impatto ambientale.
I data center hanno oggi la stessa carbon footprint dell’intera industria aeronautica. Le stesse aziende continuano a produrre sempre più dati, Climate Home News prevede che, entro il 2025, i data center consumeranno un quinto dell’elettricità globale e produrranno il 3,2% delle emissioni mondiali di carbonio.
Per rallentare questa crescita e ridurre l’impatto sul pianeta, le aziende dovrebbero puntare a ridurre i loro dati; limitandone la produzione servirà meno spazio nei data center per la loro archiviazione e sicurezza, risparmiando elettricità e producendo meno emissioni di carbonio.
Per permettere alle aziende di ridurre i loro dati, è necessario che siano in grado di porsi e rispondere ad alcune domande essenziali per capirne il valore. Ad esempio, questi dati devono essere conservati? Se sì, qual è il loro valore? Quanto spesso saranno utilizzati? Dove dovrebbero essere conservati per permetterne il giusto livello di accesso? E per quanto tempo? Come devono essere eliminati se non sono necessari?
Essere in grado di rispondere a queste domande permetterà di determinare lo stato dei dati e di eliminarli in modo appropriato.
In questo modo le aziende potranno identificare i cosiddetti dati ridondanti, obsoleti oppure semplicemente inutili per ridurne l’archiviazione ed evitare di occupare spazio inutile nei data center, con un enorme beneficio per il pianeta.
Per molte aziende non è facile determinare quali siano questi dati. Quelli essenziali in alcuni dipartimenti possono essere totalmente irrilevanti per altri e un approccio interaziendale è vitale in questo processo. Scartare i dati importanti di un reparto potrebbe essere dannoso per il business. Se tutti i dipartimenti – dalle risorse umane al finance, dalle operation al management – lavorano insieme per ridurre i dati, si potranno fare passi significativi per essere più sostenibili e rispettosi dell’ambiente.
I sistemi di gestione intelligente dei dati possono aiutare nel processo di riduzione e rimozione dei dati, e migliorarne la gestione grazie alla visibilità sul loro ciclo di vita. Permette alle aziende di capire quali siano necessari e quali possano essere scartati, rendendo il processo trasparente.
Operare come una comunità globale
Con una crescita dei dati costante e inevitabile, è essenziale che i cambiamenti siano fatti rapidamente per iniziare a fermare i danni al pianeta. Con molte aziende che hanno appena iniziato a implementare le loro politiche di sostenibilità, non possiamo aspettarci risultati dall’oggi al domani, ma ogni organizzazione che effettua un cambiamento rappresenta un passo nella giusta direzione. Facciamo parte di una comunità globale e dobbiamo fare la nostra parte nel proteggere la nostra casa.