Sappiamo quanto per i giapponesi l’orgoglio e la parola data siamo importanti e non derogabili, talvolta fino alle estreme conseguenze. Se gli elementi fondativi di un’azienda giapponese sono “Armonia”, “Sincerità” e “Spirito d’avanguardia”; se l’obiettivo del fondatore è stato quello di “dare un contributo alla società attraverso prodotti originali di livello superiore”; se il successo si misura non solo sui risultati commerciali ma “in base a quello che facciamo per le persone con cui abbiamo rapporti d’affari e per la società nel suo complesso”, state sicuri che questa è diventata una cultura aziendale diffusa e praticata. Se poi la società ha 107 anni di storia, fattura circa 82 miliardi di dollari, 304.000 dipendenti nel mondo (1.2 miliardi di euro e 6000 dipendenti in Italia) e soluzioni tecnologiche in numerosissimi ambiti e settori, abbiamo la dimensione dell’importanza che una realtà come Hitachi può avere rispetto all’attuale passo innovativo e di trasformazione digitale di imprese e società.
Who's Who
Toshiaki Higashihara
Sono stati Lorena Dellagiovanna, country manager per l’Italia, Hitachi Europe e successivamente Toshiaki Higashihara, presidente e Ceo di Hitachi Ltd durante il primo Innovation Forum di Hitachi in Italia, tenutosi un paio di giorni fa a Milano, a dare la dimensione tecnologica e strategica dell’azienda: “Siamo in una fase di profonda trasformazione – ha detto il Ceo – nella quale sistemi di robotica, piattaforme di IoT con connessioni in cloud e integrazione di linguaggio naturale evoluto unitamente a funzioni diffuse di Intelligenza Artificiale, rappresentano le leve sulle quali Hitachi vuole agire per dare risposte concrete alle imprese e trovare soluzioni ai problemi di una società connotata da diversità e complessità”. E c’è da credergli: il pragmatismo e l’understatement giapponese (in antitesi con la cultura americana dell’evidenza e dell’annuncio) non va certo a scapito dell’efficacia: se l’Italia ha il più basso rapporto brevetti/impiegati in tutta l’Europa occidentale (2,9 brevetti ogni 1000 occupati), Hitachi registra 48,5 brevetti in vigore ogni 1000 occupati, un parametro che concretizza la capacità dell’azienda di saper tradurre le attività e gli investimenti in R&D in applicazioni.
Una nuova azienda per spingere la data driven enterprise
L’azienda articola oggi la propria strategia all’interno della confluenza di aree sulle quali dispone di un’ampia tecnologia innovativa e di un forte portfolio di offerta composto da Operational Technology (OT), da Information Technology (IT) unitamente ad un’evoluta piattaforma di IoT e funzionalità di Intelligenza Artificiale diffuse. L’Operational Technology è quell’insieme di tecnologie hardware e software finalizzato al monitoraggio e al controllo di device fisici, processi ed eventi presenti in azienda. L’integrazione, la connessione e l’aggiunta di intelligenza a complessi macchinari di produzione grazie a reti di sensori e software di controllo, sta rendendo oggi la separazione tra OT e IT sempre più sfumata. E per meglio focalizzare la proposta e l’azione, lo scorso settembre Hitachi ha annunciato la nascita di Hitachi Vantara, realtà che unifica le attività di OT e IT attraverso la fusione di Hitachi Data Systems, Hitachi Insight Group e Pentaho in un’unica azienda, per una strategia di offerta basata sul concetto di data driven enterprise.
Hitachi è presente da sempre nelle Operational Technology in numerosissimi settori, dal finanziario, al manifatturiero, dall’energia ai trasporti, alla sanità, così come, storicamente, nell’ambito IT a partire dai primi mainframe HDS fino alle più evolute e attuali architetture cloud e alle soluzioni di analytics. Vantara ha la precisa mission di accompagnare le aziende nella loro trasformazione digitale strategica dei processi e dei modelli di business proprio attraverso lo sfruttamento intensivo dei dati. Se da un lato i data center con i loro dati e le loro applicazioni mission critical rappresentano la base informativa su cui prendere decisioni, dall’altro, a livello operational, con i dati macchina provenienti dagli impianti di produzione e quelli emergenti dalla rivoluzione IoT (oltre 440 miliardi di dollari di spesa IoT e 21 miliardi di sensori ed endpoint connessi entro il 2020 – dati Gartner, con digital twin, gemelli digitali, con dati da elaborare per miliardi di oggetti connessi), rappresentano potenziali opportunità che Vantara ha l’obiettivo di trasformare in progetti (e business) per le imprese nonché miglioramenti sociali attraverso soluzioni a forte impatto territoriale.
Analisi di Big Data, AI integrata e… gemelli digitali
All’interno del portafoglio di offerta, in un quadro integrato di tecnologie, convivono piattaforme con diverse funzioni. Ad esempio Pentaho, la cui acquisizione è stata completata lo scorso giugno, è una platfom per la visualizzazione, l’integrazione e l’analisi dei dati. Ma come motore dell’analisi di questa incredibile mole di dati da IoT, l’offerta integrata prevede anche la piattaforma IoT Lumada, giunta alla versione 2.0. Si tratta di un completo stack software integrato, fruibile sia on premise sia in cloud e tra le sue caratteristiche più interessanti vi sono: funzioni di AI integrate e la possibilità della rappresentazione digitale degli asset fisici aziendali, i cosiddetti gemelli digitali, sui quali poter fare interrogazioni di big data da un prelievo costante di dati provenienti dai sensori IoT; funzioni facilitate di progettazione per sviluppatori e architetti IoT; creazione di pattern attraverso l’analisi continua dei dati e auto-apprendimento (AI). Tutto questo applicabile a progetti per ogni tipo di industry e di segmento della società, dalle smart cities agli ospedali, al medicale in genere, ai trasporti (va ricordato che nel 2015 Hitachi acquisì da Finmeccanica, Ansaldo-Breda, storica realtà nella costruzione di veicoli ferroviari, oggi con il nome di Hitachi Rail Italy), all’automotive, all’avionica, all’energia e a ogni tipo di infrastruttura industriale. E nel quadro evolutivo di Hitachi tutto torna: se la mission e i valori sono quelli alti citati, la prospettiva strategica non è da meno: “Offrire l’innovazione necessaria per affrontare le sfide della società e ispirare il mondo”.