L'indagine, condotta da Forbes Insights su oltre 400 senior IT e professionisti, ha mostrato che il 45% degli intervistati pensa che la propria strategia di business intelligence stia portano risultati “molto significativi”, mentre il 36% li valuta come “significativi”. Questioni come i tassi di adozione non ottimali, silos persistenti, molteplici “versioni della verità” e sicurezza dei dati, fanno sì, invece, che solo il 48% ritiene di aver ottenuto tutti i benefici derivanti dall’utilizzo della business intelligence stessa.
Più nello specifico, nello studio sponsorizzato da Qlik, protagonista nella Visual Analytics, il 76% degli intervistati ha dichiarato che i benefici della business intelligence, tangibili o no, sono comunque notevoli, come per esempio: metriche dei clienti migliorate, time-to- market più rapido, aumento del riconoscimento e valutazione del brand e maggiore redditività.
Inoltre, i dirigenti riconoscono l’importanza della governance nella Bi: il 78% ritiene che sia vitale per lo sviluppo di piani in quest’ambito, mentre il 65% riconosce sia utile per consentire agli utenti finali di scoprire nuove intuizioni.
In pratica, emerge che una buona strategia di business intelligence ha le seguenti caratteristiche: controllo limitato da parte dell’It; funzioni apposite per un utilizzo indipendente dei singoli utenti; struttura, pianificazione e governance ben definiti e mix perfetto tra approccio centralizzato e non.
Per maggiori informazioni: Big data analytics, come fare e quali le competenze necessarie