ORLANDO (Florida) – L’integrazione del mondo dedicato alla produzione e alla supply chain (in particolare del controllo di processo) con quello dell’Information Technology è un “tema caldo” e rappresenta oggi una delle esigenze prioritarie nelle aziende che operano nel segmento industriale/produttivo. La tematica generale è quella dell’ottimizzazione e della miglior efficienza (produttiva) che, con l’aiuto dell’It, dovrebbe tradursi in ottimizzazione e miglior efficienza del business. Usiamo il condizionale perché la strada è tutt’altro che facile. “Integrazione” è la parola chiave che ha fatto da filo conduttore durante il ResTechEd 2009, l’evento aziendale che la multinazionale Rockwell Automation (www.rockwellautomation.com) dedica annualmente a clienti e partner, dal quale è però emerso, appunto, che il percorso è ancora tutto in salita.
“Il momento economico certo non aiuta – ha esordito Ralph Carter, presidente della società, durante la sessione plenaria di apertura dei lavori -. L’indice manifatturiero ha fatto registrare un calo drastico nel 2008, il peggiore dell’ultimo decennio”. Il manufacturing index (PMI – Manufacturing Purchasing Managers’ Index) è un indice che studia l’andamento del settore manifatturiero; quando si attesta intorno al 50.0 significa che non ci sono cambiamenti in atto. Dal maggio del 2008 l’indice è calato fino a toccare il valore 25.0 (il dato peggiore degli ultimi 10 anni). “Gli investimenti in “industrial equipment” sono calati del 25% – ha proseguito Carter -. Fortunatamente da gennaio 2009 il manufacturing index è tornato a salire (nell’Eurozona ad agosto 2009 l’indice si avvicinava al 49.0/50.0 – fonte Markit, www.markit.com) anche se ciò non si traduce subito in modo lineare in una crescita degli investimenti. Le aziende devono oggi compiere delle scelte oculate e indirizzare la spesa in aree strategiche per l’efficienza del business. Una di queste è, a nostro avviso, quella produttiva, che per raggiungere più elevati livelli di efficienza necessita del supporto tecnologico, oltre che di una migliore gestione dei processi”.
Nel settore industriale esistono ormai da molti anni i cosiddetti sistemi Mes (Manufacturing Execution System) che rappresentano l’infrastruttura tecnologica situata a livello intermedio tra factory floor (Plc, Scada, sistemi di bordo macchina, ecc.) e gestione d’impresa (il livello dei sistemi informativi); le soluzioni Mes nascono per gestire e controllare tutte le fasi produttive, forniscono informazioni e dati aggregati al management aziendale e favoriscono l’integrazione e il flusso di dati tra sistemi diversi, dall’automazione di base ai sistemi Erp e Scada (Supervisory Control And Data Acquisition). “Benché i sistemi Mes ed Erp, in alcune grandi realtà aziendali, siano già a un buon livello di integrazione tecnologica – hanno spiegato a ZeroUno Uwe Küppers, director software Emea di Rockwell Automation, e Donald M. Hart, vice president Pavilion Marketing (Pavilion è la società specializzata in sistemi di controllo dei processi produttivi acquisita da Rockwell nel 2007 – ndr) – questi, spesso, fanno ancora riferimento a differenti infrastrutture database (lavorano cioé separatamente per quanto riguarda raccolta, gestione e analisi dei dati). Le piattaforme Erp, tipicamente, focalizzano l’attenzione alle fasi gestionali, amministrative e finanziarie dell’azienda e, in generale, si inseriscono in strategie di lungo termine (anche se i repentini cambiamenti economici hanno un po’ modificato questa tendenza); i sistemi Mes, invece, nascono per il miglioramento delle performance nel breve periodo e si basano quindi sul concetto del real-time. Tuttavia, stiamo oggi assistendo a un cambiamento importante: le infrastrutture Mes si stanno evolvendo consentendo livelli di ottimizzazione dell’intero sistema produttivo che si traducono in benefici diretti per il business: migliore flessibilità ed efficienza, maggiore redditività e controllo più efficace delle performance e dei costi. In altre parole, grazie ai concetti di information intelligence e real-time applicati nei reparti produttivi, che trovano poi supporto concreto nella tecnologia, stiamo assistendo, seppur lentamente, a un processo di integrazione tra due mondi nella maggior parte delle aziende finora del tutto separati: l’It e il manufacturing”.
Convergenza inevitabile
Il concetto di integrazione (che non è solo tecnologica ma anche organizzativa, di processi e skills) è più volte emerso durante l’evento nelle varie sessioni di approfondimento e attraverso le numerose interviste che ZeroUno ha rivolto ai manager di Rockwell Automation, che la ritengono sempre più necessaria per migliorare l’agilità dell’azienda e come fattore discriminante a livello competitivo. “Considerando che in ciascuna azienda diventa sempre più fondamentale gestire e sfruttare al meglio gli asset esistenti, le aree produttive e della logistica si devono concentrare non più sull’aumento della produzione (che richiede ingenti investimenti economici, di tempo e di persone) ma sul miglioramento della stessa, sul raggiungimento di nuova efficienza – spiega Küppers -. Questo cambiamento implica degli sforzi che vanno in due direzioni: quella tecnologica (l’It diventa il componente base del processo di convergenza), e quella organizzativa (vanno ridefiniti alcuni processi e identificati nuovi skill con capacità tecnologiche ma anche con conoscenze in ambito produttivo e, perché no, business)”.
“In altre parole – prosegue Küppers – lo scenario finale (a cui stiamo contribuendo attraverso la nostra offerta tecnologica) si concretizzerà a pieno quando nelle aziende i dati e le informazioni relativi ai processi produttivi saranno davvero parte integrante dell’intero patrimonio informativo aziendale (cioé saranno visibili e utilizzabili in modo pluridirezionale consentendo analisi più dettagliate sia alle aree produttive sia ai livelli più alti del business)”.
“Più facile a dirsi che a farsi – esordisce Giorgio Tori, director information sales Emea della società -, non tanto per un problema tecnologico (gli strumenti per integrare i due mondi sono disponibili: Soa, B2mml, Xml, ecc.) quanto per un aspetto organizzativo nonché culturale: far collaborare due mondi che hanno sempre vissuto ed agito in modo del tutto indipendente l’uno dall’altro ha impatti non banali sugli aspetti organizzativi; da non sottovalutare poi tutte le implicazioni legate alle ownership di processo e dei dati”.
Nonostante le difficoltà, però, il percorso è in atto e, secondo i manager di Rockwell, è inarrestabile: “È innegabile che poter avere un controllo, in tempo reale, della produzione e del suo impatto diretto sul business (attraverso l’ottimizzazione delle risorse) sia un forte vantaggio competitivo”, dice Tori.
L’intelligence entra nel manufacturing
Dal punto di vista tecnologico, l’offerta di Rockwell si è recentemente estesa ed accanto ai tradizionali sistemi Mes (che con il tempo sono diventati una suite che prende il nome di FactoryTalk) l’azienda propone soluzioni Emi (Enterprise Manufacturing Intelligence) grazie anche ad una recentissima acquisizione (Incuity Software). Dopo l’acquisizione, una delle principali componenti della suite è diventata FactoryTalk Vantage Point, ossia una soluzione che consente di applicare le tecniche di business intelligence al mondo del manufacturing. “La soluzione – spiega Doug Lawson, presidente di Incuity Software – garantisce visibilità, realtime e accesso immediato alle informazioni dell’intera supply chain, identificando, attraverso dashboard e report molto semplici ed intuitivi, rischi o potenzialità nascoste, consentendo alle aziende un miglior uso delle risorse esistenti. Attraverso l’integrazione con i sistemi di business intelligence “classici”, inoltre, si possono ottenere benefici superiori permettendo al top management di avere una visibilità totale sull’azienda e un maggior controllo sui vari livelli e processi”.
Le nuovissime soluzioni che abbiamo potuto osservare durante l’evento di Rockwell Automation (FactoryTalk VantagePoint e FactoryTalk ViewPoint) rientrano nell’area che l’azienda identifica sotto il nome di “Performance & Visibility” (permettono all’utente di esaminare ciò che sta succedendo all’interno dell’azienda).
Alcune aziende utenti che hanno già implementato al loro interno queste soluzioni (tra cui General Mills, Nestlé, Barber Foods) ne hanno sottolineato l’estrema semplicità d’uso e l’efficacia delle informazioni ottenute: gli utenti finali possono configurare autonomamente, in ambiente Web-based, dei dashboard, dei trend e dei report senza il bisogno di supporto da parte di risorse specializzate. I dati e le informazioni possono poi essere trasferite ad altri sistemi ed integrate con altri report per ulteriori o diverse analisi.