La valorizzazione del dato continua a rappresentare una delle più importanti sfide che le organizzazioni di ogni tipo devono affrontare per restare competitive. Trasformarsi in data-driven company è il perno della trasformazione digitale a cui tutte le aziende sono chiamate.
Se ne parla da anni, ma portare a compimento questa fase della trasformazione significa anche confrontarsi con dinamiche interne all’azienda che sono radicate in anni di metodi e processi; in anni di meccaniche di routine che, in certi casi, bisogna sradicare per puntare a diventare un’organizzazione data-oriented e data-driven.
Le piattaforme tecnologiche, in questo senso, rappresentano il ponte che permette a tante organizzazioni di superare le barriere: Intelligenza Artificiale e cloud interpretano un ruolo di acceleratori e abilitatori degli insight decisionali e possono rappresentare strumenti formidabili di riuscita della valorizzazione dei dati aziendali.
La trasformazione passa dal management
L’importanza del dato deriva dalla capacità di indirizzare le strategie aziendali sulla base di dati e numeri e non di impressioni e sensazioni. Eppure, a oggi permane un sensibile gap fra la consapevolezza di dover trasformare l’organizzazione e nel riuscirci; ma chi ce la fa può far diventare i dati informazioni decisionali fondamentali per il compimento della strategia di business e per ottimizzare processi e funzioni aziendali tramite dati affidabili e certi.
“Questo gap deriva non da fattori tecnologici, perché siamo pronti da anni, ma da un punto di vista culturale”, sostiene Saverio Pasquini, Presales and Innovation Director di SAS. “Anche da un punto di vista di change management: l’economia del dato non è un problema solo dell’IT, ma è tutta una problematica di diffondere la cultura a tutte quelle direzioni che abbiano nel DNA la capacità di usare quei dati per prendere le migliori decisioni”.
Emerge, quindi, la necessità di una forte sponsorship da parte del management dell’impresa, che dev’essere consapevole dell’importanza che ricopre il dato per riuscire a essere competitivi sul mercato.
“Il management deve prendere decisioni che portano a una cultura e a un approccio del dato”, continua Pasquini. “Il cambiamento deve partire dall’alto. È una tipica scelta che dev’essere indirizzata dal management: se non c’è un commitment forte, non si riesce a mandarlo avanti. Non dev’essere la funzione IT a prendersi carico di una trasformazione di questa portata”.
La trasformazione in azienda data-driven è pervasiva e richiede una programmazione attenta. L’insieme di processi partirà dal basso; ma, secondo Pasquini, “come stimolo e indirizzo a superare le barriere dev’esserci un forte commitment aziendale”.
Ogni azienda ha un retaggio pluriennale da cui partire: cambiare tutto all’improvviso può essere molto complesso e rappresenta una delle sfide maggiori che ciascuna organizzazione – a modo suo – deve affrontare. Il change management è la spinta iniziale. Ma poi, servono le tecnologie.
Intelligenza Artificiale e cloud spingono gli analytics
Tanto l’Intelligenza Artificiale quanto il cloud agevolano la possibilità di raccogliere grandi quantità di dati, analizzarli e trasformarli in insight decisionali; il tutto, attraverso una risorsa (il cloud) che semplifica l’accesso a capacità computazionali evolute.
“Una infrastruttura in cloud, cioè un ambiente capace di distribuire i prodotti in qualunque momento, con costi economici e organizzativi limitati, fa sì che oggi puoi preoccuparti solo di organizzare un processo di utilizzo di questi strumenti”, secondo Pasquini. “Il cloud, oggi, è un acceleratore favoloso”.
In altre parole, le nuove tecnologie, ormai così evolute da essere accessibili a tutti i livelli e alle aziende di tutte le dimensioni, permettono di dotarsi di un’infrastruttura distribuita e delle avanzate capacità di analisi con grande semplicità. A quel punto, all’impresa spetta solo l’onere di innestare la governance e la cultura del lato, oltre all’insieme di processi e di ruoli che trasformano la spinta iniziale in pilastro della strategia data-driven e data-oriented.
SAS Viya: eccola
Le capacità di Intelligenza Artificiale e cloud così come la flessibilità che serve a ciascuna organizzazione per portare avanti il suo percorso di trasformazione in azienda data-driven sono state integrate da SAS all’interno di Viya.
Una piattaforma cloud-native che serve a coprire tutto il processo, dalla raccolta del dato fino alla sua trasformazione in insight decisionale. Il tutto con un occhio ai data citizen, ovverosia le persone in azienda che pur non avendo le competenze tecniche per gestire i dati hanno bisogno delle informazioni di valore che i dati offrono. Per questo SAS Viya è una piattaforma “no code” e non sono previsti vincoli rispetto alla natura dell’infrastruttura. “Viya completa e abbraccia tutto quello che serve”, puntualizza Pasquini. “Può darti un ambiente dove non preoccuparti di cercare altre componenti”.
L’idea alla base è che Viya non discrimini rispetto alla scelta indipendente di ogni azienda di dotarsi di una infrastruttura full cloud, ibrida oppure più flessibile, con soltanto una quota di applicazioni in un cloud pubblico e un’altra quota. “Ogni cliente deve scegliere la miglior strada per il suo percorso di data-driven company”, aggiunge Pasquini. “Non è detto che tutte le aziende vogliano fare una scelta full cloud: è corretto accompagnare il cliente lasciando aperta qualunque possibilità”.
Nel momento in cui un’azienda consolida strategie e processi data-driven si trova di fronte a un’altra sfida: quella della governance del dato e della responsabilità condivisa. Due elementi centrali che vengono spesso sottovalutati, ma che formano il successo di questo percorso trasformativo. Per esempio, rendere esplicito di chi è la responsabilità e il governo del singolo dato. Sono fattori che incidono sul risultato finale perché permettono di identificare il contesto di un errore più rapidamente e di risolverlo.
“Oltre alla parte di governance del processo del dato, in Viya c’è un’attenzione fortissima anche alla parte di etica negli algoritmi e nella gestione dell’IA nei processi analitici”, racconta Pasquini. “SAS permette ai clienti e agli utenti di avere sempre a disposizione gli strumenti per controllare e governare il processo decisionale”. Intelligenza Artificiale e cloud sono quindi strumenti in mano alle aziende, che SAS interpreta con Viya affinché il dato diventi un insight decisionale e l’insight, infine, diventi elemento fondante delle nuove strategie.