Quando si parla di Business intelligence, si sa, il fattore chiave è integrazione. È infatti integrando strumenti, approcci e soprattutto fonti di dati diverse e qualificate che le piattaforme di intelligenza artificiale riescono a estrarre il maggior valore e ad affinare costantemente i risultati delle analisi e i tempi di risposta delle query. A tutto vantaggio della capacità decisionale, sia sul piano della pianificazione strategica, sia sul fronte tattico.
E la situazione che sta vivendo il nostro Paese (ma non solo il nostro) come conseguenza dell’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia di Covid-19 rappresenta, e continuerà a rappresentare nel medio termine, un banco di prova non indifferente per la forza commerciale di qualsiasi tipo di impresa.
Per raggiungere i propri obiettivi di vendita in un contesto così complesso e mutevole, le organizzazioni avranno bisogno di tutta l’intelligenza che persone e soluzioni digitali possono mettere al servizio del business e dei clienti. Con questa consapevolezza Atlantic Technologies – azienda di consulenza con 200 professionisti specializzati nell’implementazione di sistemi gestionali e piani di digital transformation con circa 2000 progetti realizzati in oltre vent’anni di esperienza – si propone al mercato forte di una expertise unica: la conoscenza approfondita dell’offerta di Salesforce in ambito CRM. Maturata fin dal 2005 ed unita alla specializzazione sulla tecnologia di Tableau, di cui Atlantic è partner dal 2014, in quello degli analytics avanzati: all’indomani dell’acquisizione di Tableau da parte di Salesforce (un’operazione da 15,7 miliardi di dollari, perfezionata a metà 2019) l’aver sviluppato autonomamente e in tempi non sospetti la capacità di integrare le due proposizioni costituisce infatti un vantaggio competitivo di tutto rispetto per il gruppo. Ma soprattutto rappresenta un’opportunità straordinaria per le imprese che vogliono puntare su una metodologia collaudata nell’approccio a entrambe le soluzioni. Non si tratta, infatti, solo di portare a bordo una nuova tecnologia, ma anche di guidarne l’introduzione e promuoverne l’adozione da parte degli utenti attraverso piani di change management studiati ad hoc.
Il webinar dedicato all’integrazione tra Salesforce e Tableau
Per spiegare ai propri clienti il valore di questa expertise, e per approfondire funzionalità e ambiti che le imprese possono esplorare attraverso l’uso combinato di Salesforce e Tableau, Atlantic ha organizzato un webinar che è andato online il 21 maggio (Accedi al webcast dell’iniziativa). Un format che ha visto susseguirsi un momento di confronto tra gli specialisti delle practice di Atlantic chiamate in causa, analisi di mercato e dimostrazioni pratiche delle potenzialità offerte dai due strumenti utilizzati in maniera combinata. Si è trattato per certi versi di una vera e propria première, in quanto ufficialmente Salesforce e Tableau non hanno ancora condiviso con il mercato la strategia e le piattaforme che permetteranno alle rispettive soluzioni di dialogare.
“E di fatto, al momento, Atlantic è l’unico partner in Italia che possiede tutte le competenze per gestire in modo integrato i due prodotti”, ha detto Luca Steis, Change Management Advisor di Atlantic, aprendo i lavori della teleconferenza. “Lo avevamo intuito sei anni fa: quando abbiamo scelto Tableau per l’Analytics sapevamo che sarebbe stato un successo. L’acquisizione da parte di Salesforce ne è stata un’ulteriore conferma”. Steis ha ricordato la stretta di mano tra Marc Benioff, Ceo di Salesforce, e Adam Selipsky, numero 1 di Tableau, il 19 novembre 2019 in occasione dell’ultima edizione di Dreamforce, l’evento annuale che Salesforce dedica a clienti, partner e analisti. “Benioff e Selipsky hanno rimarcato i valori che le due aziende condividono da sempre, valori che fondamentalmente ruotano intorno al successo dei propri clienti. È stato un momento importante che acquista un nuovo significato anche alla luce di tutto ciò che è successo di lì a pochi mesi, con l’inizio dell’emergenza coronavirus”, ha commentato Steis.
Il valore del cambiamento
Dunque, quello che per gran parte del mercato è una novità che presuppone, come minimo, attente valutazioni e una serie di attività di messa a punto sul piano della strategia di system integration, per Atlantic è la prosecuzione di un percorso di rafforzamento di competenze avviato più di un decennio fa. “In qualità di partner storici di Salesforce, abbiamo partecipato a edizioni di Dreamforce in cui gli italiani si contavano sulle dita di una mano”, ricorda Andrea Gattia VP CRM Solutions. “Proprio in virtù di questa collaborazione di lunga data, per noi si tratta di una partnership fondamentale: abbiamo 90 consulenti in ambito Salesforce, 90 professionisti che aiutano aziende di riferimento nei propri settori a ottenere il massimo risultato dall’utilizzo del CRM. Salesforce è, soprattutto per le imprese che hanno una forte presenza internazionale e che considerano la tecnologia un fattore abilitante del business, sinonimo di garanzia di innovazione. Non solo rispetto a oggi, ma anche per il futuro”.
Proseguendo nel suo intervento, Gattia ha spiegato che negli ultimi tempi le esigenze e le aspettative dei clienti di Atlantic sono radicalmente cambiate: “Non ci si aspetta più il solo servizio di delivery, ci viene chiesto un affiancamento nel processo di definizione degli obiettivi e dell’identificazione della roadmap per l’implementazione delle soluzioni, a cui si aggiunge il tema del change management, da applicare all’ambito organizzativo e a quello della user adoption, che rappresenta il fattore chiave per far sì che il progetto avviato si traduca in un successo”. Lo specialista di Salesforce ha poi precisato che non è sufficiente far sì che l’applicazione vada in produzione nel più breve tempo possibile: la missione dell’azienda di consulenza è oggi quella di aiutare i clienti a sfruttarne al massimo le potenzialità, e questo diventa tanto più vero nel momento in cui il mondo del CRM incontra quello della data intelligence. “È un aspetto cruciale, specialmente se si considera il momento di trasformazione che sta affrontando il mercato. A maggior ragione in una situazione critica come quella odierna, le aziende non stanno disinvestendo, ma anzi mantengono o incrementano il budget sulle soluzioni di data analytics e Artificial Intelligence. Secondo Gartner, il 90% delle imprese reputa necessario avere strumenti di questo tipo per indirizzare il proprio business con efficacia e in tempi rapidi”.
Ed è qui che l’integrazione di Salesforce con Tableau può fare davvero la differenza. Massimo Celani, VP CPM Solutions di Atlantic, ha spiegato che in questo senso, attivando la partnership con Tableau nel 2014, il gruppo ha saputo percepire e anticipare l’esigenza di cambiamento dei propri clienti, “sia in termini di evoluzione delle piattaforme, sia rispetto alla capacità di intervenire sui dati analizzati. Dalla componente di AI fino al natural language, passando per gli aspetti relativi all’accesso al Cloud, Tableau ha rappresentato fin da subito un passo in avanti rispetto ad altre soluzioni presenti sul mercato BI & Analytics. Celani ha parlato anche di etica nel trattamento dati. “I clienti non si aspettano più solo la classica data protection sul piano dimensionale, ma anche un nuovo approccio rispetto alle informazioni sensibili gestite dal sistema. Tableau offre tutto questo, e in più si contraddistingue per una grande somiglianza con l’universo Salesforce nel modo in cui coinvolge le persone nell’esperienza d’uso. Una partnership nuova porta sempre con sé elementi di rischio”, ha aggiunto Celani, “ma direi che noi, per tutte le ragioni fin qui esposte, siamo stati premiati nella scelta di integrare le due soluzioni. Soprattutto, ritengo che a essere premiati siano stati i clienti di entrambe le aziende”.
Si tratta comunque di un grande cambiamento per tutti, e perché non risulti traumatico deve essere orchestrato correttamente. Alessandro Celeroni, Change Management Practice Leader di Atlantic, ha raccontato il modo in cui la sua funzione consente alle aziende di sviluppare metodologie adeguate per la gestione del fattore umano, importante tanto quanto quello tecnologico per il buon esito di un progetto. “Per più di vent’anni mi sono occupato di delivery in realtà medio-grandi senza incontrare grandi trasformazioni”, ha esordito Celeroni. “Negli ultimi tempi, in particolare da quando è iniziata la rivoluzione del cloud, si assiste all’emergere di esigenze che nell’era del software on premise risultavano meno evidenti. Questo dipende da una serie di fattori. Oggi i progetti di implementazione hanno minore durata: a volte, a parità di ambito, vengono conclusi nella metà del tempo rispetto a quanto succedeva prima. I software, tra l’altro, si aggiornano autonomamente. Tutti sanno per esempio che Salesforce distribuisce una release con aggiornamenti di rilievo tre volte l’anno. Si tende infine ad avviare più progetti che riguardano, a distanza di tempo, gli stessi ruoli aziendali, e questo ne facilita lo sviluppo. Tutto, insomma, va più veloce”, ha continuato Celeroni, “ma la velocità d’esecuzione non è sempre un bene. Può rappresentare anche un rischio se supera limiti di sostenibilità e se tutti i passaggi del cambiamento non sono adeguatamente presidiati. Il fallimento è dietro l’angolo, e sono fin troppi i casi in cui si concretizza”. Celeroni ha raccontato che almeno la metà dei suoi interlocutori ha avuto a che fare con progetti di innovazione che non solo si sono rivelati faticosi, ma che hanno anche prodotto risultati al di sotto degli obiettivi attesi. “L’innovazione in azienda introduce un cambiamento potenzialmente positivo solo se si governano strumenti, processi e abitudini. Tutte istanze che hanno un elemento comune: il fattore umano. Riscontriamo tra i clienti ancora un forte gap tra la consapevolezza dell’importanza del fattore umano e le misure intraprese per valorizzarlo, ed è così che abbiamo deciso di accompagnare lo sviluppo di processi di innovazione con specifici presidi di change management. E lo stesso approccio sarà adottato per quanto riguarda le integrazioni tra Salesforce e Tableau”.
L’integrazione di Salesforce e Tableau secondo Atlantic
Ma come va letto, all’atto pratico, l’allargamento della piattaforma Salesforce a Tableau, e come avverrà l’integrazione tra i due versanti? “Tableau manterrà ciascuna delle sua specificità”, ha risposto Andrea Gattia. “Per ovvi motivi risulterà ancora più connesso con le funzionalità tradizionali di Salesforce, ma di fatto abiliterà l’espansione dell’ecosistema applicativo del CRM in tutte le divisioni dell’azienda. Atlantic è già da oggi in grado di supportare qualsiasi impresa nello sviluppo di progetti di integrazione che tengano conto dell’ambito di business in cui opera”.
Massimo Celani entra ancora più nello specifico: “Già oggi Tableau è un prodotto molto apprezzato come sistema analisi e di visualizzazione dei dati. Ha anche enormi potenzialità rispetto alla data quality e alla possibilità di connettersi nativamente, in molti casi addirittura live, a sistemi esterni, come per l’appunto CRM, ERP, piattaforme di planning e, naturalmente, cloud di livello enterprise. Sono oltre un centinaio le possibili connessioni che Tableau mette a disposizione delle aziende che vogliono utilizzare immediatamente fonti di dati utili. Sfruttando le sue capacità sui fronti del back end e del front end, si possono individuare aree di analytics che coprono diversi processi funzionali, in modo da utilizzare Tableau su un ampio spettro di dati cross e dare vita a una vera e propria piattaforma di embedded analytics. Uno strumento”, ha chiosato Celani, “in grado di fornire in tempo reale analisi accurate e KPI aggiornati virtualmente su tutti i processi aziendali. Gli utenti di business hanno finalmente l’opportunità di ottenere l’informazione che serve nel momento stesso in cui serve”.
Prima di chiudere il webcast, Massimo Celani ha condiviso con gli spettatori connessi una demo per dimostrare il modo in cui l’integrazione tra Salesforce e Tableau abilita nuove funzionalità di analisi in ambito di Geomarketing.