Per rimanere competitive sul mercato, le aziende devono evolvere i modelli di business in chiave digital, sfruttando il potenziale dei big data con l’obiettivo di migliorare efficienza, decisioni e customer experience. Come vincere la sfida? La ricetta di Tibco Software, società californiana da oltre 1 miliardo di dollari, fondata nel 1997 e oggi presente in 33 Paesi, per un totale di 10mila clienti, prevede due ingredienti principali: la data governance, per la gestione efficace delle informazioni dentro e fuori l’ecosistema aziendale; l’intelligence, per ottimizzare il decision making sulla base di preziosi insight di business.
In un’intervista esclusiva, Raj Verma, Executive Vice President, Worldwide Sales della società, racconta i dettagli della strategia aziendale.
“Il concetto alla base della nostra architettura – spiega il top manager – è molto semplice: un enterprise service bus (Esb) in grado di distribuire le informazioni giuste alle persone giuste, nei tempi e nei luoghi corretti, così da prendere decisioni consapevoli e risolvere rapidamente i problemi. Il vero punto di forza sta nel correlare i dati provenienti da più fonti e renderli disponibili da un unico punto di monitoraggio integrato”.
Il target naturale della proposizione Tibco è stato il settore finanziario , ma nell’attuale trasformazione digitale di molti modelli di business di impresa, si sono aperte le porte di altri mercati: “Attualmente – dichiara Verma – le aziende del Finance rappresentano il 25% del nostro parco clienti, mentre Media and Communications coprono una fetta del 15-18%”. Altri comparti significativi sono Logistics, Travelling con particolare riferimento alle compagnie aeree (25 società leader, tra cui le top 5 mondiali e Alitalia, utilizzano soluzioni Tibco), Retail, Healtcare, Life Sciences.
“Internet e mobility – prosegue Verma – trainano la quarta rivoluzione industriale, caratterizzata da alti livelli di automazione. Qualsiasi azienda ambisce a diventare una digital platform. Come? Innanzitutto, serve la capacità di interconnettere tutte le risorse aziendali, ovvero sistemi e applicazioni, persone e processi, partner e device. Effettuata l’integrazione, per nulla scontata, occorre una augmented intelligence per evidenziare le relazioni tra gli asset, attraverso: reporting e dashboarding, visual e statistics analytics, streaming analytics [che permette di sfruttare i dati in real-time, nel momento stesso in cui vengono generati, ndr]”.
Il data management è insomma propedeutico ad una business intelligence di nuova generazione, che secondo Verma deve permettere di rivelare evidenze nascoste, trasformare gli insights in azioni, facilitare l’uso autonomo da parte degli utenti senza competenze specifiche. “I tool analitici – sostiene Verma – devono essere easy-to-use, pensati innanzitutto per la fruizione da cloud e mobile”.
Nel nostro Paese, Tibco è presente dal 2000 (due sedi, a Milano e Roma, per un totale di 42 persone) e conta referenze importanti da UniCredit a Telecom. Nel centro del mirino ci sono Utilities, Telco, Finance, Pa e Retail, ma il posizionamento è trasversale. “L’obiettivo – dice Gianfranco Naso, Regional Vice President Vendite Italia, Iberia e Turchia – è acquisire nuovi clienti, spingendo ulteriormente sul mercato Smb, che oggi ha le stesse necessità di integrazione e intelligence delle grandi aziende. Il nostro approccio, infatti, non impone grandi progetti, ma piuttosto un’adozione graduale partendo da piccole iniziative su target ristretti”.